Papa Francesco ai giovani: guardare avanti senza dimenticare le radici

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Ieri papa Francesco ha ricevuto in udienza i giovani partecipanti all’Incontro Internazionale delle ‘Equipas de Jovens de Nossa Senhora’, riflettendo sull’amore di Gesù per i giovani:

“Voi volevate sentire dalla bocca del papa che la santa madre Chiesa vi ama e conta su di voi. E’ così! La Chiesa ama ciò che Gesù ha amato, e nel Vangelo si legge che un giorno il suo sguardo si fissò sul volto di un giovane, ‘lo amò’ e lo chiamò a seguirlo nella sua missione.

Purtroppo quel giovane non accettò l’invito. Ma altri lo accolsero, si lasciarono conquistare e ‘rimasero con Lui’. Lo stesso sguardo d’amore di Gesù attraversa i secoli, di generazione in generazione, e arriva fino a noi, fino ad ognuno di voi”.

Ha ricordato loro il significato della missione: “Per questo si può dire che ogni giovane è una speranza per Gesù: una speranza di amicizia, una speranza di cammino insieme, una speranza di missione insieme. E quindi ognuno di voi è anche una speranza per la Chiesa.

In modo particolare, voi lo siete per quella realtà ecclesiale che si chiama Équipe Notre-Dame, una buona proposta per le coppie e le famiglie. Voi siete i giovani e, secondo i vostri Statuti, vi proponete di vivere d’accordo con i principi della dottrina cattolica, approfondendone la conoscenza, in modo tale da crescere nella relazione con Cristo e con la Vergine Maria, e sentirvi inviati in missione nella vita quotidiana”.

Durante l’udienza si è soffermato sulle tre parole dell’associazione, la cui prima è equipe: “Voi fate esperienza di équipe, di gruppo. Questo è un dono, non è scontato! Far parte di una comunità, di una famiglia di famiglie che trasmette una fede vissuta è un grande regalo!..

Siamo tutti in relazione, per imparare a fare squadra. Dio ha voluto entrare in questa dinamica di relazioni e ci attira a sé in comunità, dando alla nostra vita un senso pieno di identità e di appartenenza. Perché il Signore ci salva facendo di noi un popolo, il suo popolo. Non permettete al mondo di farvi credere che sia meglio andare da soli”.

E’ un invito a non avere paura degli altri, ricordando un episodio dell’attentato nel 2017 a Barcellona: “Non abbiate paura di aprirvi, di rischiare; e non abbiate paura degli altri. E’ vero che ci sono il bullismo, gli abusi, le menzogne, i tradimenti, ma il problema non è difendermi dagli altri; la mia preoccupazione dovrà essere quella di difendere le vittime…

Perché non ha avuto paura, quel giovane? Perché non era solo, era insieme a qualcuno che lo amava: la sua famiglia, i suoi amici, forse Dio, Padre e Amico che mai abbandona. In questa epoca del virtuale e della conseguente solitudine in cui cadono molti vostri coetanei, voi avete scelto di crescere in équipe, in gruppo. Andate avanti, costruite ponti, giocate in squadra! Capito? In squadra”.

La seconda parola è il significato di Notre Dame: “E’ così: quando si accoglie Maria, la Madre, nella propria vita, non si perde mai il centro, che è il Signore. Perché Maria non punta mai a sé stessa, ma a Gesù e ai fratelli…

Quando si accoglie Maria, la Madre, nella propria vita, non si perde mai il centro, che è il Signore… A lei possiamo affidarci con la fiducia del bambino, del povero, del semplice che sa che sua Madre gli è vicino, con premura e tenerezza”.

E’ un incoraggiamento ad affidarsi alla Madre di Dio nella prospettiva della prossima GMG: “Vi incoraggio a vivere in un affidamento quotidiano alla Vergine Maria, che vi aiuterà anche a crescere come équipe, condividendo i doni ricevuti in uno spirito di dialogo e di accoglienza reciproca. Vi aiuterà ad avere un cuore generoso, a scoprire la gioia del servizio nella gratuità, come fece lei quando andò da santa Elisabetta.

Proprio da questo episodio del Vangelo è tratto il tema della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà a Lisbona nell’agosto del prossimo anno: ‘Maria si alzò e andò in fretta’ (Lc 1,39)… Alzarsi per servire, uscire per prendersi cura degli altri e del creato: questi sono valori tipici dei giovani. Vi esorto a praticarli mentre vi preparate alla GMG di Lisbona”.

Ed infine la parola giovani, perché loro sono il futuro, se dialogano con i nonni: “Giovani con due qualità: giovani con le ali e con le radici. Con le ali per volare e le radici per stare in terra. Le ali per volare, sognare, creare; e le radici per ricevere dagli anziani la saggezza che vi offrono. Uniti alle radici, uniti ai nonni… Guardare in alto ma con le radici. E il segnale che le radici stanno bene è se tu sai capire e avvicinarti ai nonni e parlare con i nonni”.

(Foto: Santa Sede)

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