Gli italiani verso le elezioni

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Con il decreto del Presidente della Repubblica n. 96 del 21 luglio, il Presidente della Repubblica ha sciolto le Camere e con d. P.R. n. 97 della stessa giornata è stata fissata al 25 settembre prossimo la convocazione dei comizi per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Queste elezioni politiche (per la prima volta nella storia repubblicana italiana) si svolgeranno in autunno, per cui i partiti avranno poco tempo per prepararsi al voto.

In linea generale, esistono almeno sette temi principali che spingono il corpo elettorale nel suo complesso a scegliere un partito rispetto a un altro. In primo luogo, si posiziona la capacità di un partito di essere attento ai problemi reali delle persone (23%). A seguire, subito dopo, il voto di appartenenza (il 22% vota un partito perché ne condivide le idee) e il livello di onestà di una forza politica (21%).

Gli altri fattori motivanti sono dati da: la fiducia che riesce a ispirare il partito e il suo leader (19%), il programma e le scelte politiche che propone per il futuro del Paese (18%), la capacità e la responsabilità nel governare il Paese (17%) e la propensione a fare gli interessi di tutti (16%).

Per gli elettori di centrodestra i principali fattori motivanti sono la fiducia nel partito o nel leader (29%), l’onestà (28%), la condivisione delle idee (26%), l’attenzione ai problemi reali (22%), la capacità di parlare in modo semplice e chiaro (18%), la voglia di cambiare le cose (14%) e l’essere contro la sinistra (13%).

Per gli elettori di centrosinistra, invece, si posiziona innanzitutto il programma (26%) e l’attenzione ai problemi reali (25%), la condivisione delle idee (24%), l’attenzione alle fasce più deboli (22%) e la responsabilità nel governare (21%). Gli elettori di centro mettono, invece, ai primi posti la condivisione delle idee (36%) e l’attenzione ai problemi reali (32%).

In vista di queste elezioni si stanno moltiplicando gli appelli ai partiti da parte della società civile l’applicazione del principio di sussidiarietà: “Non possiamo costruire il “futuro del passato” e pertanto a chi si sta attivando per diventare parte della classe politica eletta nel nostro Parlamento chiediamo alcune cose molto semplici.

Innanzitutto un principio di fondo, quello della sussidiarietà, ossia di riconnettersi con le energie della società civile perché è questo il modo più fertile e generativo di fare politica. Ciò significa che in moltissimi ambiti e settori della vita pubblica non è necessario reinventare tutto dall’alto ricominciando sempre da zero, ricostruendo e duplicando strutture quanto piuttosto riconoscere socraticamente di ‘non sapere e non poter fare da soli’, avendo la saggezza di attingere all’enorme giacimento di esperienze, competenze e buone pratiche che sono la vera immensa ricchezza del nostro paese”.

Un manifesto stilato dal prof. Leonardo Becchetti mette al centro il welfare e la cura: “Serve un Welfare umano, non solo ripensato e rafforzato ma capace di protezione e riscatto degli ultimi. Per questo riteniamo fondamentale continuare a lavorare al miglioramento di reti di protezione efficaci e ben funzionanti contro la povertà e gli shock sempre più frequenti che rischiano di far precipitare fasce sempre più vaste della popolazione in condizioni di fragilità e bisogno, ma che al contempo non devono scoraggiare né disincentivare il reinserimento nel mondo del lavoro. Tenendo sempre a mente che la soddisfazione e ricchezza di senso del vivere non dipendono dall’essere terminali permanenti della beneficienza ma dal poter contribuire con il proprio impegno al progresso personale, familiare e civile”.

Nel manifesto si sottolinea l’importanza della cura: “Nei settori del Welfare e della cura, sempre più importanti in una società dove le fragilità e le marginalità purtroppo crescono, chiediamo di fare tesoro delle migliori esperienze sul campo che centrano gli interventi sulle dimensioni dell’ascolto e della relazione che, sono capaci di far incontrare domanda ed offerta di cura ed offrono a persone in condizioni di fragilità e disagio percorsi di attivazione in grado di restituire dignità ed orgoglio perché offrono occasioni di riscatto che valorizzano tutte le loro possibilità di contribuire alla comunità. Elementi in comune che troviamo ed abbiamo appreso tra gli altri nel corso di questi anni nelle esperienze di budget di salute per la disabilità psichica, del lavoro in carcere che riduce la recidiva e nei percorsi di longevità attiva”.

Ed infine il tema climatico: “Sul fronte della sfida climatica ed ecologica chiediamo un impegno vero ad intercettare quel futuro ormai alla portata di mano viste le traiettorie del progresso tecnologico globale, fatto di produzione diffusa e partecipata di energia da fonti rinnovabili che ci assicuri una vera indipendenza energetica da poteri stranieri.

Salute, clima, convenienza di prezzo, protezione da rischi e volatilità ed indipendenza energetica spingono tutti nella stessa direzione di un futuro fatto di imprese in grado di ridurre significativamente i loro costi di produzione e di aumentare la loro competitività diventando auto produttrici di energia, di comunità energetiche, di agri voltaico, di edifici pubblici che, a cominciare dalle scuole, sfruttino da subito il loro enorme potenziale di produzione di energia da fonti abbondanti e liberamente disponibili che non dipendono da accordi con paesi stranieri”.

L’appello si chiude con un invito ai partiti di accogliere questo appello: “Il successo del nostro appello non si misurerà con le percentuali di voto di questa o di quell’altra forza quanto piuttosto con la capacità di convincere le forze politiche a sposare (misurandone domani l’effettiva realizzazione) un’agenda semplice che raccoglie aspettative e desideri di tutti coloro che ogni mattina si svegliano e s’impegnano per costruire un paese e una comunità migliori”.

Mentre l’associazione ‘Nuova Camaldoli’ propone la riscoperta del popolarismo, come ha ricordato più volte papa Francesco, a difesa della Costituzione: “Occorre ricostruire al più presto un’area popolare che sostenga e restituisca visione e vitalità alle forze politiche. Come ha ricordato anche papa Francesco, infatti, più che di populismo oggi c’è bisogno di popolarismo.

C’è bisogno di offrire al più presto un’alternativa popolare a chi non si sente più rappresentato, a chi è stanco di votare ‘turandosi il naso’ e a chi non riesce più neanche a votare col naso turato. C’è bisogno di candidati credibili e riconoscibili sui territori capaci di dare risposte a chi ha a cuore i diritti sociali, alle famiglie e ai giovani che faticano a immaginarsi un futuro, al ceto medio impoverito, agli artigiani che arrancano, alle professioni che faticano, alle imprese che hanno a cuore i posti di lavoro oltre che gli utili, alle istanze e alle aspirazioni di quella grande porzione di elettorato che è stata delusa dagli ultimi avvenimenti e che ritiene di essere da tempo inascoltata”.

Per tutti questi motivi, nell’intento di dar vita ad un  nuovo movimento popolare per la difesa della Costituzione e della democrazia parlamentare, proponiamo di costituire fin da ora un forum permanente dove tutte le persone di buona volontà, democratici e liberali, cattolici e laici, possano confrontarsi e dialogare per rafforzare il senso di comunità nel Paese e in Europa. Un soggetto politico nuovo, capace di riavvicinare i cittadini alla politica, di proporre un progetto sostenibile per il futuro del Paese e di negoziare con i partiti scelte politiche e candidature”.

Anche l’associazione ‘Argomenti2000’ propone una cultura della politica che sia in ascolto della società: “Contrastare questa deriva non può risolversi nel semplice appello al pericolo di deriva autoritaria e nemmeno nella ricerca di tecnicismi elettorali.

La realtà delle cose, pur con la sua drammaticità, apre uno spazio importante per iniziative politiche che scelgano la via della fatica democratica alla costruzione di una proposta che nasca dal Paese, sia pensata assieme al Paese e sia al servizio del Paese. E’ essenziale chiamare le cittadine e i cittadini a essere non solo elettori, ma prima di tutto attori politici che concorrono a costruire l’Italia e l’Europa di domani.

La diversità di sensibilità, esigenze e capacità che fanno il tessuto del nostro Paese non sono infatti qualcosa da soppesare nella logica di interessi confliggenti. Serve invece pensare l’Italia come una comunità-pluralità che è una grande ricchezza, che deve imparare a camminare assieme. Europa, ambiente, pace sono le parole chiave di questo orizzonte possibile attorno al quale far convergere e dare sintesi adeguata alle forze sindacali e imprenditoriali, alla cultura e alla socialità”.

Quindi questo è il tempo del coraggio: “Questo tempo chiede il coraggio di cogliere l’occasione della svolta di una economia sostenibile. La crisi economica, quella climatica e la guerra testimoniano assieme come la transizione ecologica è un processo che apre orizzonti di futuro e chiede proposte di governo coraggiose: è questa la via per tornare a vedere il futuro in termini di crescita, nella qualità della vita delle persone.

Cura delle persone e cura dell’ambiente sono vie di costruzione di pace, perché chiamano alla cooperazione e alla solidarietà, chiamano alla sussidiarietà. Sono questi i cardini su cui poggia il progetto europeo, e sull’Europa è urgente una proposta coraggiosa: serve fare tesoro della domanda di crescita democratica delle istituzioni dell’Unione e farsene carico come Paese per dare all’Europa la forza che oggi le manca per essere fattore di pace su scala planetaria.

L’Europa della solidarietà che diventa fraternità è l’occasione che abbiamo davanti per questo XXI secolo e che occorre edificare fin da ora, assumendo la condizione degli ultimi, dei poveri, dei disoccupati e degli sfruttati come il metro su cui misurare la qualità dell’agire politico e la sua progettualità”.

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