Papa Francesco invita a costruire un Paese fondato sul rispetto dei diritti

Condividi su...

A metà del viaggio ‘penitenziale’ papa Francesco è giunto a Quebec, capitale del Québec e seconda città più popolosa della provincia del Canada Orientale, situata sul fiume San Lorenzo con un ruolo amministrativo. La città dal 1985 è Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, europea nello stile, fondata nel 1608 dall’esploratore francese Samuel de Champlain, la sua storia ha tuttavia inizio già nel XVI secolo, con l’arrivo dell’esploratore Jacques Cartier.

Nel primo discorso alle autorità civili ha iniziato l’intervento prendendo spunto dallo stemma della bandiera: “Vorrei prendere proprio spunto dal simbolo per eccellenza di queste terre, la foglia d’acero, che dagli stemmi del Québec si diffuse rapidamente fino a diventare l’emblema che campeggia sulla bandiera del Paese”.

L’acero è la memoria di una generazione attenta al rispetto della natura: “Se ciò è accaduto in tempi piuttosto recenti, gli aceri custodiscono tuttavia la memoria di molte generazioni passate, ben prima che i coloni giungessero sul suolo canadese. Le popolazioni native vi estraevano la linfa con cui realizzavano nutrienti sciroppi.

Questo ci porta a pensare alla loro laboriosità, sempre attenta a salvaguardare la terra e l’ambiente, fedele a una visione armoniosa del creato, libro aperto che insegna all’uomo ad amare il Creatore e a vivere in simbiosi con gli altri esseri viventi. C’è tanto da imparare da questo, dalla capacità di porsi in ascolto di Dio, delle persone e della natura”.

Però questo rapporto non è stato rispettato, specialmente con le popolazioni autoctone: “Questi insegnamenti vitali, tuttavia, sono stati violentemente avversati in passato. Penso soprattutto alle politiche di assimilazione e di affrancamento, comprendenti anche il sistema scolastico residenziale, che ha danneggiato molte famiglie indigene, minandone la lingua, la cultura e la visione del mondo.

In quel deprecabile sistema promosso dalle autorità governative dell’epoca, che ha separato tanti bambini dalle loro famiglie, sono state coinvolte diverse istituzioni cattoliche locali; per questo esprimo vergogna e dolore e, insieme ai Vescovi di questo Paese, rinnovo la mia richiesta di perdono per il male commesso da tanti cristiani contro le popolazioni indigene”.

Ed ha ribadito la vergogna per il non rispetto del Vangelo, che ha una logica differente rispetto al mondo: “E’ tragico quando dei credenti, come accaduto in quel periodo storico, si adeguano alle convenienze del mondo piuttosto che al Vangelo.

Se la fede cristiana ha svolto un ruolo essenziale nel plasmare i più alti ideali del Canada, caratterizzati dal desiderio di costruire un Paese migliore per tutta la sua gente, è necessario, ammettendo le proprie colpe, impegnarsi insieme a realizzare quanto so che tutti voi condividete: promuovere i legittimi diritti delle popolazioni native e favorire processi di guarigione e di riconciliazione tra loro e i non indigeni del Paese.

Ciò si riflette nel vostro impegno a rispondere in modo adeguato agli appelli della Commissione per la verità e la riconciliazione, così come nell’attenzione a riconoscere i diritti dei popoli indigeni”.

Perciò il papa ha sentito la necessità di promuovere un rapporto per valorizzare le culture indigene: “La Santa Sede e le comunità cattoliche locali nutrono la concreta volontà di promuovere le culture indigene, con cammini spirituali appositi e confacenti, che comprendano anche l’attenzione alle tradizioni culturali, alle usanze, alle lingue e ai processi educativi propri, nello spirito della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni.

E’ nostro desiderio rinnovare il rapporto tra la Chiesa e le popolazioni indigene del Canada, un rapporto segnato sia da un amore che ha portato ottimi frutti, sia, purtroppo, da ferite che ci stiamo impegnando a comprendere e sanare”.

E ritornando alla foglia di acero, simbolo del popolo canadese, il papa ha condannato la guerra: “Ritorniamo alla foglia d’acero. Nei tempi di guerra, i soldati ne facevano uso come bende e medicamenti per le ferite. Oggi, di fronte all’insensata follia della guerra, abbiamo nuovamente bisogno di lenire gli estremismi della contrapposizione e di curare le ferite dell’odio”.

Riprendendo un’intervista ad Edith Bruck il papa ha sottolineato che le armi non creano la pace: “Non abbiamo bisogno di dividere il mondo in amici e nemici, di prendere le distanze e riarmarci fino ai denti: non saranno la corsa agli armamenti e le strategie di deterrenza a portare pace e sicurezza.

Non c’è bisogno di chiedersi come proseguire le guerre, ma come fermarle. E di impedire che i popoli siano tenuti nuovamente in ostaggio dalla morsa di spaventose guerre fredde allargate. C’è bisogno di politiche creative e lungimiranti, che sappiano uscire dagli schemi delle parti per dare risposte alle sfide globali”.

Il discorso del papa è stato un invito a guardare il futuro: “Occorre saper guardare, come la sapienza indigena insegna, alle sette generazioni future, non alle convenienze immediate, alle scadenze elettorali, al sostegno delle lobby. E anche valorizzare i desideri di fraternità, giustizia e pace delle giovani generazioni. Sì, come è necessario, per recuperare memoria e saggezza, ascoltare gli anziani, così, per avere slancio e futuro, occorre abbracciare i sogni dei giovani”.

Elogiando l’impegno dei canadesi nell’accoglienza il papa ha condannato le ingiustizie che creano diseguaglianza: “E’ scandaloso che il benessere generato dallo sviluppo economico non vada a beneficio di tutti i settori della società.

Ed è triste che proprio tra i nativi si registrino spesso molti tassi di povertà, cui si collegano altri indicatori negativi, come il basso indice di scolarizzazione, il non facile accesso alla casa e all’assistenza sanitaria. L’emblema della foglia d’acero, che compare abitualmente sulle etichette dei prodotti del Paese, sia di stimolo per tutti a compiere scelte economiche e sociali volte alla condivisione e alla cura dei bisognosi”.

(Foto: Santa Sede)  

Free Webcam Girls
151.11.48.50