Papa Francesco in viaggio verso il Canada ricorda i nonni

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“Cari fratelli e sorelle del #Canada, vengo tra voi per incontrare le popolazioni indigene. Spero che, con la grazia di Dio, il mio pellegrinaggio penitenziale possa contribuire al cammino di riconciliazione già intrapreso. Per favore, accompagnatemi con la #preghiera”: con questo tweet papa Francesco ha iniziato il suo ’pellegrinaggio’ in Canada.

Nel viaggio intercontinentale  il papa ha recitato l’angelus con i giornalisti ricordando la giornata dedicata ai nonni ed agli anziani: “E’ la giornata dei nonni: i nonni, le nonne, che sono coloro che hanno trasmesso la storia, le tradizioni, le abitudini e tante cose.

Oggi ci vuole: tornare ai nonni, dirò così come un leitmotiv, nel senso che i giovani devono avere contatto con i nonni, riprendere da loro, riprendere le radici, non per rimanere lì, no, ma per portarle avanti, come l’albero che prende dalle radici la forza e la porta avanti nei fiori e nei frutti”.

Ricordando il poema del poeta e diplomatico Francisco Luis Bernàrdez, il papa ha sottolineato il valore dei ‘nonni’ consacrati: “Sempre ricordo quel poema di Bernárdez: tutto quello che l’albero ha di fiorito gli viene da quello ha di sotterrato, che sono i nonni.

E vorrei ricordare anche, come religioso, i vecchi e le vecchie religiosi, i ‘nonni’ della vita consacrata: per favore, non nasconderli, sono la saggezza di una famiglia religiosa; e che i nuovi religiosi e religiose, i novizi, le novizie abbiano contatto con loro: loro ci daranno tutta l’esperienza di vita che ci aiuterà tanto ad andare avanti”.

Mentre in mattinata il cardinale vicario Angelo De Donatis ha celebrato la messa nella cattedrale di san Pietro: “Loro ci daranno tutta un’esperienza di vita che ci aiuterà tanto, tanto ad andare avanti. Per questo, ognuno di noi ha dei nonni e delle nonne, alcuni sono andati, altri sono vivi, ma ricordiamoli oggi in un modo speciale: da loro abbiamo ricevuto tante cose, prima di tutto la storia”.

Il porporato nell’omelia ha rivolto il primo pensiero a papa Francesco “che ha voluto questo giorno per voi, anziani e anziane perché, con le vostre famiglie e con la Chiesa, possiate sentire l’affetto e il sostegno di tutti, certi che, come dice il salmo 44, nella vecchiaia darete ancora i frutti: la vostra sapienza, la vostra fede, il vostro amore”.

Il cardinale si è ricollegato al Vangelo odierno, in cui Gesù insegna ai discepoli a pregare il Padre Nostro e a rivolgersi a Dio nelle necessità; poi ha ricordato che molti anziani sono nati durante o subito dopo la guerra e il male che hanno visto da piccoli è stato sufficiente, per tanti di loro, per desiderare solo il bene e la pace:

“Carissimi, con il vostro desiderio di bene ci ricordate che lassù palpita proprio il cuore di questo Dio. E’ un cuore di Padre. E’ un cuore di Amico e spesso proprio voi anziani avete insegnato a noi, figli e nipoti, a pregarlo, a bussare alla sua porta, a chiedergli qualcosa”.

Il vicario papale ha ricordato che gli anziani insegnano a bussare: “Quante volte voi anziani – continua il cardinale -, vi siete trovati a camminare nel mezzo della notte della vita, ma guidati dalla bussola del cuore. E da casa a casa, da cuore a cuore, ci avete insegnato che pregare è far circolare il pane dell’amore nelle vene del mondo…

Voi, cari nonni, ci avete insegnato a bussare alle porte di Dio. Ci avete insegnato che, anche quando la porta è chiusa, oltre la porta sta un amico, sta un Padre”.

Infine il cardinale si è soffermato sull’importanza della preghiera del Padre Nostro: “Forse molti di noi hanno imparato questa preghiera proprio dai nonni, vedendoli pregare. Questa è la preghiera dove non si dice mai ‘io’, dove non si dice mai ‘mio’, ma sempre ‘tuo’ e ‘nostro’. Gesù, con queste parole, secondo la versione di Luca, ci insegna le poche cose veramente necessarie. Sono tre: il pane, il perdono e la lotta contro il male”.

(Foto: Vatican Media)

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