In memoriam di un perfetto principe cattolico. Ci inchiniamo con reverenza davanti al suo esempio

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È deceduto a São Paulo il 14 luglio 2022, dopo essere stato ricoverato in ospedale per un mese, S.A.I.R. il Principe Dom Luiz Gastão Maria José Pio d’Orléans e Bragança e Wittelsbach, Capo della Casa Imperiale del Brasile, Balì Gran Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio della Real Casa delle Due Sicilie, Balì Gran Croce di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Era Gran Maestro dell’Ordine della Croce del Sud, dell’Ordine di Pietro I, dell’Ordine della Rosa, dell’Ordine di Cristo, dell’Ordine Imperiale di Sant’Iago della Spada, dell’Ordine di Saint-Benoît d’Aviz, della Medaglia imperiale brasiliana al merito civico e culturale.

Dom Luiz era nato il 6 giugno 1938 a Mandelieu-la-Napoule, Alpes-Maritimes, nel sud della Francia. Si laureò in chimica all’Università di Monaco, dove aveva studiato dal 1962 al 1967. Parlava fluentemente portoghese, francese, tedesco, spagnolo, italiano e inglese. Risiedeva in una casa “senza lusso né splendore” a Higienópolis, un quartiere di São Paulo. Non era sposato. Gli succede a Capo della Casa Imperiale del Brasile il fratello Bertrand.

Dom Luiz e due dei suoi fratelli minori, il Principe Bertrand e il Principe Antonio, si dedicarono al proselitismo monarchico in Brasile. Hanno svolto ruoli importanti durante la campagna per il plebiscito del 1993, che ha rappresentato la prima opportunità ufficiale per un ritorno della monarchia in Brasile dalla proclamazione della Repubblica nel 1889. In essa, al popolo brasiliano è stato chiesto di scegliere quale forma di governo, presidenziale o parlamentare, e quale forma di organizzazione statale, repubblica o monarchia costituzionale dovrebbe avere il Brasile. La causa monarchica non ha avuto successo, ricevendo il 13,2% dei voti contro il 66% della repubblica.

Il 15 luglio 2022 il Presidente del Brasile e il Ministro degli Affari Esteri hanno firmato un decreto ufficiale in cui dichiaravano che in Brasile doveva essere osservato un periodo di un giorno di lutto ufficiale in segno di rammarico per la morte di Dom Luiz, riferendo a lui come Capo della Casa Imperiale del Brasile.

Scrive il Prof. Roberto de Mattei su Corrispondenza Romana di oggi, 16 luglio 2022 “In memoria di un principe cattolico” [QUI]: «È raro oggi incontrare principi autenticamente cattolici e quando uno di essi viene a mancare è doveroso onorarne la memoria. Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Dom Luiz d’Orleans e Bragança, il Capo della Casa Imperiale basiliana (…) e mi è caro rendere omaggio alla sua figura, in un’epoca in cui abbiamo un estremo bisogno di uomini che incarnino princìpi. Dom Luiz era uno di questi: incarnava nelle sue parole, nelle sue azioni, ma soprattutto nel suo modo di essere, il principio monarchico della società.
Oggi la società si sta disfacendo anche perché il principio di autorità e di gerarchia su cui si fondava la cristianità è stato sostituito da quello dell’anarchia e del caos. E questa la ragione che spinse il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira a pubblicare nel 1993 il libro Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII al Patriziato e alla Nobiltà romana con la prefazione del Principe Luiz d’Orléans e Braganza. L’idea di fondo era di mostrare il ruolo indispensabile della nobiltà e, più in generale, delle autentiche élites morali, culturali e sociali, nella crisi del nostro tempo. (…)
Il 29 aprile 2004 Dom Luiz presiedette nella sala del Palazzo Coburg di Vienna, alla presentazione dell’edizione tedesca del mio libro Il crociato del ventesimo secolo.  Plinio Corrêa de Oliveira. Tre anni prima, il 10 ottobre 2001, aveva partecipato a Roma alla commemorazione del 430° anniversario della battaglia di Lepanto. L’evento, promosso dal Centro Culturale Lepanto, si svolse nei saloni del Palazzo della Cancelleria, alla presenza di oltre cinquecento persone. Il Principe imperiale sedeva in prima fila accanto ai Cardinali Alfons Maria Stickler, Paul Augustin Mayer, Lorenzo Antonetti e Luigi Poggi, ai rappresentanti dell’Ordine di Malta e dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio e ai discendenti delle più illustri famiglie europeee, i cui antenati avevano combattuto nelle acque di Lepanto.
Queste non furono esibizioni mondane, da cui Dom Luiz sempre rifuggì, ma impegni gravosi, a cui si sottomise per essere fedele al suo dovere di stato. Dal suo sguardo tralucevano due eminenti virtù: la purezza e l’intransigenza. (…)
Dom Luiz volle essere e fu un principe cattolico. Fu terziario carmelitano e consacrato a Maria secondo la pratica di San Luigi Maria Grignion di Monfort, ma soprattutto diede l’esempio di un fervente spirito cattolico. Seguì con dolore il processo di autodemolizione della Chiesa e non mancò di manifestare il suo rispettoso dissenso con alcune posizioni della gerarchia cattolica. Così, il 27 settembre 2016, fu tra i primi firmatari di una Dichiarazione presentata per iniziativa dell’Associazione Supplica filiale da un gruppo di 80 personalità cattoliche, comprendenti cardinali, vescovi, ed eminenti studiosi, che ribadivano la loro fedeltà agli immutabili insegnamenti della Chiesa sulla famiglia e sul matrimonio.
Nel convegno di Noblesse et Tradition di Torino, il 30 ottobre 2004, Dom Luiz chiuse il suo intervento con queste parole: «In un futuro che noi speriamo non troppo lontano, il nostro sguardo si volgerà verso questi anni di apostasia, di sangue e di caos, per sempre lasciati alle nostre spalle. Di questo noi possiamo essere certi, perché ci basiamo sulle promesse di Nostra Signora di Fatima.In quel momento felice, di fronte alla Chiesa ed alla Società restaurata, brilleranno come il sole coloro che, provenienti dalla nobiltà o dalle élites tradizionali analoghe, si saranno alzati in piedi contro le convulsioni e le crisi moderne, opponendosi ad esse e seguendo fedelmente i consigli e gli insegnamenti immortali del grande Pontefice Pio XII». A Vienna, il 29 aprile dello stesso anno, aveva detto: «Mi ricordo benissimo l’ultima riunione pubblica tenuta dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira due mesi prima della sua morte. Egli ci ha richiamati ad avere fiducia nella Madonna, dicendo: “Quanto più ci sentiremo smarriti, più dobbiamo avere fiducia nella Madonna giacché Ella ha promesso che trionferà. Fiducia! Fiducia! Fiducia! Anche se dovesse tardare cinque, dieci, quindici, cinquant’ anni, dobbiamo aver fiducia che un giorno verrà il trionfo del Cuore Immacolato di Maria”.
Dom Luiz d’Orleans e Bragança non ha potuto vedere quel giorno benedetto, ma lascia l’esempio di un perfetto principe cattolico davanti a cui ci inchiniamo con reverenza».

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