Il modernismo cattolico – Parte sesta

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Una serie sul modernismo cattolico in sei puntate. Le prime quattro parti sono la riproposta di uno studio pubblicato nel mese di luglio 2005 sul sito Moses [QUI]. Poi, la parte quinta contiene il testo di Corrado Gnerre Ciò che accadde a Sant’Atanasio: un insegnamento per i nostri tempi dal sito Ricognizioni.it del 3 maggio 2016 e la catechesi di Papa Benedetto XVI Sant’Atanasio di Alessandria durante l’Udienza Generale di mercoledì, 20 giugno 2007. Infine, la serie si conclude con questa parte sesta, dedicata ad un breve “manifesto” pubblicato sulla pagina Facebook Traditionis Custodes – Bollettino del monastero benedettino antimodernista, un monastero di stretta osservanza, di rito romano antico e antimodernista. Non c’è corrente elettrica, né telefono né internet. La pagina è gestita da fuori del monastero sito in Località Bazza Peltusa a Luras in provincia di Sassari ed intende essere un bollettino informativo [QUI].

Prosegue dalla parte quinta [QUI].

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1988-2022

Per restare cattolici bisogna resistere in ogni modo ai nemici della fede Cattolica quali sono i modernisti che infestano la Chiesa. Se per restare graniticamente Cattolici è necessario prendersi le scomuniche dei modernisti, ecco, noi siamo ben felici di esser scomunicati da loro, perché coi modernisti e col modernismo non vogliamo avere nulla a che fare. Sappiamo fin troppo bene, che se tra noi e loro c’è qualcuno fuori della Chiesa, questi sono loro, non certo noi. Loro hanno le chiese. Noi abbiamo la fede che vale più di tutte le chiese. Anche se addolora vedere le chiese costruite dai nostri padri in mano ai nemici della fede dei nostri padri.

È una constatazione amara come il fiele: la stragrande maggioranza dei nostri Vescovi e dei nostri sacerdoti sono modernisti e quindi sono eretici. Mettersi sotto l’autorità di tali Vescovi e seguire tali sacerdoti significa mettersi nelle mani di eretici.

I più sono eretici materiali, forse, e non formali. Ma questa distinzione non annulla il potere mortifero del veleno dell’eresia.  Nella realtà della vita quotidiana di fede non c’è nessuna differenza tra eresia materiale e formale, perché l’eresia è come la cicuta: uccide anche se non si ha consapevolezza di bere un veleno. Ucciderebbe anche se il suo sapore fosse quello della bevanda più deliziosa e rinfrescante che esista al mondo.
I santi ci hanno lasciato l’esempio: se un vescovo o tutti i vescovi cadono nell’eresia… non bisogna seguirli e bisogna continuare a professare ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e professato. A qualunque costo. Nelle litanie si prega affinché il Papa e tutti gli ordini ecclesiastici siano conservati nella santa religione. Significa che tutti, anche i Papi ed i Vescovi possono cadere in eresia [1].

Noi non giudichiamo né il Papa né i Vescovi.

Ci limitiamo a constatare che essi insegnano dottrine già condannate come eretiche dalla Chiesa.

Ci limitiamo a constatare che essi non difendono l’ortodossia della fede come dovrebbero.

Ci limitiamo a constatare che essi hanno distrutto le tradizioni liturgiche per costruirne di nuove.

Ecco perché noi non ci sottomettiamo a questi pastori. Aspettiamo che i loro successori tornino all’ortodossia e restaurino le tradizioni liturgiche. Fino a quando non lo faranno noi continuiamo a professare tutto quello che tutta la Chiesa, tutti i Papi, tutti i Vescovi professavano fino all’ultimo Concilio. E continuiamo a seguire la liturgia che tutti i Papi, tutti i Vescovi seguivano fino all’ultimo Concilio, e nei limiti a noi permessi, facciamo quell’opera di restauro liturgico che è tuttora necessaria.

Sant’Ermenegildo preghi per noi.

E a Mons. Lefebvre va il nostro sentito ringraziamento, con le stesse parole che il Cardinale Silvio Oddi disse con voce stentorea davanti alla sua tomba: “Grazie, monsignore, per tutto ciò che ha fatto per la Chiesa Cattolica”. Siamo certissimi che verrà un giorno in cui tutta la Chiesa, i Papi ed i Vescovi lo ringrazieranno e per certi aspetti un Papa lo ha già fatto: Benedetto XVI disse infatti che Mons. Lefebvre è stato “un grande uomo di Chiesa” e la sua figura è “venerabile”. Perché ebbe un solo fine, agì per un solo scopo, perseguì un unico obiettivo: restare integralmente cattolico. Ecco perché resistette pubblicamente a Paolo VI e poi a Giovanni Paolo II, come San Paolo resistette pubblicamente a San Pietro.

Traditionis Custodes – Bollettino del monastero benedettino antimodernista

Postscriptum

Sorge il dubbio, quando si aggiunge un aggettivo: antimodernista, non è che si è fuori dalla “carità cristiana”? Quando si usano le classificazioni umane forse si è lontani da quello che si vuole predicare” (F.C.).
Traditionis Custodes – Bollettino del monastero benedettino antimodernista: «L’antimodernismo serve per restare cattolici, atteso che il modernismo voleva proprio distruggere la fede cattolica, come pubblicamente esposto dal corifeo italiano del movimento ereticale, il Buonaiuti. Di fronte ad un virus bisogna adottare misure antivirali. Di fronte all’eresia bisogna essere anti eresia. E il modernismo è la cloaca di tutte le eresie. La carità cristiana non consiste nell’aprirsi alle eresie, ma, al contrario, nell’opporvisi».

Sorge il dubbio che tutto questo venga da un monastero (F.C.).
Traditionis Custodes – Bollettino del monastero benedettino antimodernista: «Infatti se si nota l’intitolazione della pagina e se si legge i post, si scoprirà che è una nuova fondazione monastica, vicina alla FSSPX, che segue la lotta antimodernistica avviata dall’Arcivescovo Lefebvre. Talmente nuova che abbiamo costruito tutto ex novo e i cui lavori non sono neppure ancora terminati del tutto. Alla protestantizzazione della fede operata dal modernismo e dai modernisti abbiamo preferito l’ortodossia cattolica. A qualunque costo. Perché siamo fieramente e fermamente cattolici. E, coll’aiuto di Dio, intendiamo morire tali».

Osservi un po’ la cosa da un altro punto di vista che fondamentalmente è il mio: quello storico. In tutta la sua storia il Cristianesimo ha sempre combattuto e si è posto in antitesi a qualcosa. Arianesimo, nestorianesimo, monofisismo, monotelitismo, nell’antichità; negazione della transustanziazione, luteranesimo, calvinismo, modernismo, dal basso medioevo all’epoca moderna. Un corpo che è sano necessariamente ha degli anticorpi. Uno che ha in casa qualcosa di valore sarà necessariamente in antitesi con qualche potenziale ladro o scassinatore! Si può essere d’accordo o meno ma è questo che succede e che ha caratterizzato pure la storia del Cristianesimo. Non lo si può negare né minimizzare nonostante oggi vada per la maggiore il cosiddetto inclusivismo che, però, se inteso come “insalata russa” non può assolutamente tenere. E, all’atto pratico, sostanzialmente nessuno “includerebbe” in casa sua chi gliela può svuotare (C.V.).
Traditionis Custodes – Bollettino del monastero benedettino antimodernista: «Ha detto bene: il cristianesimo in tutta la sua storia ha combattuto. Proprio come il corpo umano combatte i virus che lo aggrediscono. Se dunque la Chiesa ha combattuto molto è solo perché molto è stata aggredita. È questo il punto. I modernisti non vogliono che si combatta più. O, meglio, vogliono combattere solo tutto ciò ch’è cattolico…… perché il loro programma, come chiaramente diceva il corifeo italiano del modernismo, il Buonaiuti, è quello di protestantizzare il cattolicesimo.
Circa un anno fa, dopo la pubblicazione del Motu proprio del 16 luglio 2021, si cambiò il nome della pagina dandogli proprio il titolo di quel documento papale perché nella sua negatività quel titolo esprime una verità assoluta: i vescovi sono custodi delle tradizioni. Siccome ben sappiamo che ciò che da sessant’anni “custodiscono” i vescovi è la negazione stessa delle tradizioni ne consegue che allo stato attuale sono solo i tradizionalisti a esser rimasti gli unici veri custodi delle vere tradizioni.
Ci sono realtà che si definiscono “tradizionali” senza esser pure antimoderniste, o senza esserlo apertamente e convintamente.
La qualifica di “antimodernista” nel titolo di questa pagina per questa povera fondazione monastica costituisce motivo di vanto in quanto, nella catastrofica situazione attuale del cattolicesimo, significa difesa dell’ortodossia cattolica. Costi quel che costi.
Il giuramento antimodernistico è stato fatto nell’atto di fondazione di questo monastero e lo dovrà fare chiunque vorrà entrare qui».

[1] I Pastori possono sbagliare, possono essere criticati? Una risposta alla luce del “favor veritatis et salus animarum suprema lex” – 7 febbraio 2022

Fine.

Traditionis custodes – Indice [QUI].

Foto di copertina: le stampe realizzate a grandezza naturale per i mosaici del tamburo absidale della basilica oratorio del monastero benedettino antimodernista di Bazza Peltusa. Sono presentate nella sede dove andranno, per valutare proporzioni, misure etc. I colori della stampa non sono quelli reali, più sbiaditi. Una volta studiate le piccole variazioni si procederà a realizzare i mosaici, usando solo smalti veneziani, quindi materiali di altissima qualità. Il mosaico della Maiestas Domini in mandorla è ispirato sia all’immagine presente nella basilica di Saccargia e sia al mosaico presente dal IX secolo sulla tomba di San Pietro in Vaticano. Le figure della Madre di Dio nostra Signora e di San Giovanni Battista invece sono copiate dai mosaici dell’Arcibasilica lateranense di Roma. Le altre immagini dei santi sono composte ex novo coerenti con le precedenti.

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