La Santa Sede ha venduto il palazzo al numero 60 di Sloane Avenue a Londra

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Comunicato dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica

«Nei giorni scorsi l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha ultimato la vendita a Bain Capital del palazzo in 60 Sloane Avenue a Londra, con un incasso complessivo di 186 milioni di Sterline [circa 215 milioni di Euro]. La Segreteria per l’Economia ha seguito l’intera procedura nelle sue varie fasi. Le perdite riscontrate rispetto a quanto speso per l’acquisto dell’immobile sono state conferite alla riserva della Segreteria di Stato, senza che in nessun modo in questa circostanza sia toccato l’Obolo di San Pietro, e con esso le donazioni dei fedeli.

Per garantire la trasparenza e l’indipendenza del processo di valutazione, la Santa Sede si è avvalsa dell’assistenza del Broker immobiliare Savills, selezionato al termine di una procedura di gara avviata nel gennaio 2021 sotto la vigilanza di advisor immobiliari.

Nel settembre del 2021 l’APSA ha ricevuto un primo round di 16 offerte, oggetto di due diligence nei mesi successivi, seguito da un secondo round di 3 offerte, anch’esse oggetto di opportuni accertamenti. L’operazione si è perfezionata nei mesi scorsi con la scelta del compratore e, infine, con l’atto di compravendita».

Postscriptum

Il palazzo al numero 60 di Sloane Avenue a Londra fu comprato (in due fasi) dalla Segreteria di Stato “per 350 milioni di Euro”, scriveva il 28 febbraio 2022 Carlo Marroni su Il Sole 24 Ore, parlando di un “buco” finanziario di 217 milioni di euro: «Questo (per ora) il risultato dell’operazione di acquisto dell’immobile di Londra, Sloane Avenue 60, comprato nel 2014 (prima metà, poi tutto nel 2018) dalla Segreteria di Stato, e ora in fase di cessione a Bain Capital. (…) La perdita di 217 milioni di euro è stata quantificata dal Promotore di giustizia (la pubblica accusa del Vaticano) Alessandro Diddi. L’immobile di prestigio di Sloane Avenue era stato acquistato per un costo indicato di oltre 350 milioni, ed effettuato in due fasi, e che ha visto coinvolti i finanzieri Raffaele Mincione e Gianluigi Torzi».

Oggi, completata la vendita, secondo queste informazioni diffuse a suo tempo (resta il dubbio sulle fonti…), la “perdita” sarebbe (ufficialmente) non di 217 milioni di Euro, ma di circa 135 milioni di Euro, anche se sempre di una somma considerevole si tratta.

Comunque, le cose non quadrano e qualche pensiero al riguardo è doveroso. A questo punto è doveroso evidenziare che è risultato già dal processo in corso nel Tribunale vaticano, che non è vero che il palazzo al numero 60 di Sloane Avenue a Londra sarebbe stato comprato dalla Segreteria di Stato per 350 milioni di euro. È evidente che la formula “incasso complessivo” non esprime il valore attribuito all’immobile. Inoltre, l’esborso per la quota del fondo Athena di Mincione investita nel 45% dell’immobile era stato nel 2014 di circa 103 milioni di dollari (circa 66 milioni di sterline).

A pagina 39 del verbale dell’udienza del 31 maggio 2022 il Promotore di giustizia aggiunta Alessandro Diddi dice che il valore investito nell’immobile dalla Segreteria di Stato era di 100 milioni di dollari USA, ai quali devono poi essere aggiunti i 40 milioni di euro pagati a Mincione per rilevare il palazzo – valore del NAV (net asset value), cioè al netto dei debiti gravanti su immobile – con l’intermediazione di Torzi nel 2018.

Questo significa “spesi” più o meno 100 milioni di sterline o 140 milioni di dollari/euro (ipotizzando la parità sostanziale tra le due valute). Ora l’APSA dice di aver incassati 186 milioni di sterline e di aver avuto “perdite” (senza specificare quante)?

Il minimo che possiamo dire è che qualcosa non quadra e attendiamo la prossima udienza in tribunale con la speranza che si dissolva la nebbia in questa confusione megagalattica, che rende arduo a raccapezzarsi ancora, nonostante tutta la buona volontà. Nella nostra vita abbiamo imparato che la confusione c’è quando si vuole nascondere qualcosa, soprattutto la verita.

Un male pensiero viene spontaneo e a pensar male, viene qualche sospetto. E non c’è niente di male, visto che anche un papa indovinava a pensar male. Nel suo libro “Il potere logora… Ma è meglio non perderlo” edito da Rizzoli nel 1990, Giulio Andreotti riferisce di aver ascoltata nel 1939, durante gli studi di Giurisprudenza all’Università Lateranense, dal Cardinal Vicario di Roma Francesco Marchetti Selvaggiani, la frase pronunciata da Papa Pio XI: “A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina”. Quindi, forse le perdite riferiscono agli altri investimenti del fondo Athena di Mincione che non hanno nulla a che fare con il palazzo al numero 60 di Sloane Avenue? Certamente facciamo peccato a pensarlo, si dirà. Ma con Papa Pio XI siamo in buona compagnia e chi vivrà vedrà. Certo, se avessero detto di aver guadagnato con l’immobile, avrebbero dovuto chiedere scusa al Cardinal Becciu e a tutti gli altri nove imputati nel procedimento 60SA.

Poi, last but not least. Di significativa importanza è (l’ennesima) conferma che l’Obolo di San Pietro non è stato scalfito nella compravendita 60SA, peraltro fatto sempre sostenuto dal Cardinale Angelo Becciu, di cui abbiamo sempre affermato di non aver ragione di dubitare.

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