Gigi e Anna Chiara De Palo: La famiglia? Una realtà sostenibile aperta alla vita

Condividi su...

Da mercoledì si apre il X incontro mondiale delle famiglie, con appuntamenti ed eventi che culmineranno domenica 26 con la messa presieduta dal Papa. Tra gli organizzatori per la diocesi di Roma i coniugi Gigi De Palo e Anna Chiara Gambini, rappresentanti della Pastorale familiare della diocesi di Roma che raccontano:

“Roma e i romani si stanno già tempo preparando per accogliere questo X Incontro mondiale delle famiglie. La pandemia ha un po’ complicato i piani, ma le famiglie sono abituate a vedere che le cose non vanno mai come se le aspettavano… Molte volte, infatti, vanno diversamente e non è detto che sia in negativo”.

Partendo proprio da questo racconto abbiamo chiesto a Gigi De Palo, che è anche presidente del Forum delle associazioni familiari, di narrarci il clima dei preparativi: “In tutte le parrocchie le famiglie incontrate erano entusiasta perché ancora riecheggia nella memoria la Giornata Mondiale della Gioventù del 2000 e l’invito a questa Giornata Mondiale delle Famiglie è in un certo senso rivolto anche a tutti quei giovani di Tor Vergata che sono cresciuti, hanno messo su famiglia, si sono sposati, hanno figli.

Le famiglie sono veramente la risorsa inesauribile della nostra città e del nostro Paese perché silenziosamente risolvono problemi, creano legami, fanno da ammortizzatori sociali, generano ricchezza e futuro”.

Perché l’enciclica ‘Amoris Laetitia’ è una proposta di ‘una bellezza contagiosa’ della famiglia?

“Amoris laetitia è stata un grande regalo, per un motivo semplice: ci ha aiutato da fare un ragionamento non più difensivo sulla famiglia ma propositivo. Fino a qualche anno fa, io per primo, pensavamo alla famiglia come a qualcosa di pesante, di noioso, grigio e monotono; adesso c’è un racconto nuovo della famiglia come un’avventura, un’occasione di dialogo e divertimento, senza edulcorare… Io ho cinque figli e le difficoltà non mancano”.

Il papa nel messaggio agli Stati della natalità, svoltisi a maggio, aveva invitato ad avere il coraggio di scegliere la vita: in quale modo?

“Papa Francesco ha invitato ad avere il coraggio a scegliere la vita: in quale modo? Il messaggio del papa è stato un messaggio non formale e molto caldo, dove mette in luce una criticità enorme: stiamo costringendo i giovani ad abbassare il desiderio e la prospettiva dei loro sogni. Questo significa andare contro la generatività, perché di fatto, come ha detto il prof. Rosina, gli italiani vogliono una famiglia e vogliono i figli.

Il problema è che non vengono messi nelle condizioni di realizzare questi sogni. Quindi si abbassa notevolmente il livello. Questo è un modo verso il quale implicitamente esprimiamo una negazione alla vita ed alla realizzazione dei sogni. E’ un no anche alla nascita dei bambini, perché non crea le condizioni affinché ciò possa avvenire; automaticamente si sta mettendo in discussione quest’opportunità”.

Come la famiglia può essere sostenibile?

“Di sua natura la famiglia è sostenibile, perché al suo interno ha un dialogo intergenerazionale con nonni, figli e nipoti. Il tema vero è la sostenibilità intergenerazionale, perché se non nascono più i figli crolla il welfare ed il sistema pensionistico. Crolla la sanità gratuita, come l’abbiamo oggi. Allora ci rendiamo conto che la sostenibilità non può essere solamente ambientale, ma anche generazionale.

Ben venga quella ambientale, ma anche quella intergenerazionale. Purtroppo c’è una narrazione totalmente falsa, che mostra come la nascita di un figlio, in un certo senso, inquinerebbe. E’ tutto il contrario: un figlio non inquina; ciò che inquina è l’individualismo, è il consumismo. Un figlio ti aiuta a vivere ed a seminare il futuro in maniera più sostenibile ed attenta all’ambiente, perché vuoi assicurare un futuro buono, bello e sostenibile”.   

L’assegno unico è stato approvato: la famiglia si può accontentare del risultato ottenuto?

“Non basta. L’assegno unico è la struttura fondamentale sulla quale costruire una casa. Però questa casa va costruita. L’assegno unico sono le fondamenta. Per far ripartire la natalità non è sufficiente l’assegno unico. Serve tutta una serie di situazioni: serve un family act realmente finanziato; servono politiche familiari come ci sono nell’Europa; serve che si mettano risorse nel PNRR, in cui però si parla pochissimo di famiglia e di natalità.

Assegno unico abbinato al piano per le nascite nel PNRR e family act finanziato: questo è sufficiente per rendere la famiglia un soggetto attivo. L’assegno unico è solo l’inizio. Ed aggiungo anche la modifica dell’ISEE, che oggi è un indicatore assolutamente iniquo nei confronti delle famiglie.

Negli Stati generali della natalità tutte le forze politiche hanno dichiarato di voler modificare. A tal proposito il Forum delle Famiglie non si accontenta. Dobbiamo creare le premesse perché le famiglie, che sono il tesoro del Paese, possano essere messe in condizioni di portare frutto”.

Perché in Europa esistono sistemi di welfare che dimostrano che si può invertire la rotta?

“In Europa c’è stato un investimento diverso; per esempio in Germania c’è stato un assegno unico che non tiene conto dell’Isee, che è un grande problema in Italia perché non è una fotografia reale. In Europa c’è una serie di tutele maggiori nei confronti delle famiglie e c’è una visione diversa dove il figlio non viene visto come un problema, la famiglia non viene vista come la situazione da aiutare, ma tutte le risorse che vengono messe per le famiglie non sono un costo ma un investimento”.

(Tratto da Aci Stampa)

Free Webcam Girls
151.11.48.50