‘Diario della felicità 3’ un libro per conoscere Gesù attraverso le storie di quattro giovani

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Tutti cerchiamo la felicità, che lo sappiamo oppure no. Eppure, sembra così difficile trovare una felicità vera, una gioia talmente intima, talmente radicata nel profondo del cuore che nulla può scalfirla, neppure la malattia e la morte, neppure le offese e le persecuzioni.

Potrebbe anche venire da chiedersi: “Perché… esiste una felicità così? Davvero c’è qualcosa che può sorreggermi in qualunque prova della vita? Davvero c’è qualcosa che può donarmi pace e speranza anche di fronte alla sofferenza, alla cattiveria, alla morte, al lutto?”

Duemila anni fa, qualcuno è venuto a darci proprio questa ‘bella notizia’.Potremmo pensare, però, che quel qualcuno oggi non sia qui. Chi ci dice, oggi, che quella promessa non era fasulla? Qualche tempo fa, un frate ha detto: “Gesù si fa pane perché vuole che noi diventiamo altri Lui. Ci nutre, si lascia assimilare da noi, cosicché poi diventiamo le sue membra, i suoi occhi, il suo cuore nel mondo”.

Tutto questo lo avevano capito bene quattro giovani: Marianna Boccolini, Marco Bettiol, Giulia Gabrieli, Claudio Contarin, di cui parla il libro ‘Diario della felicità 3. Testimoni di amore genuino, una finestra aperta sul Cielo’, (Sr Dolores Boitor e Cecilia Galatolo, Mimep Docete, 10), disponibile dal 27 giugno nelle librerie e nei principali store online. Loro la felicità l’hanno trovata proprio nello stare con Gesù e nell’imitarlo… Questi giovani sono un’iniezione di speranza, un piccolo faro, in un mondo che la gioia la cerca, ma troppo spesso non la trova.

Marianna Boccolini

Vicina ai compagni più timidi, più soli, più emarginati, Marianna Boccolini insegna che la vita ha senso solo sappiamo amare. Volata in Cielo a 18 anni nel 2010, è di grande ispirazione per giovani e adulti, anche oltre il confine italiano.

Per lei era importante che i ragazzi a scuola sapessero mettere l’amicizia e non la competizione al primo posto. Diceva: “Non serve avere tutti nove se poi non ci vogliamo bene tra noi: non basta essere belle teste, bisogna essere belle persone”.

La madre, Maria Letizia, che pure ha vissuto un dolore straziante e ha nel cuore il solco della croce, oggi testimonia che la figlia vive, che è già è risorta. Quella vita spezzata troppo presto, dice, è in realtà perfettamente compiuta in Dio e Marianna, da lassù, sta realizzando il sogno più grande che aveva: “andare dove le persone soffrono di più”.

Nel libro scoprirete in che modo…

Claudio Contarin

“Ci sono momenti in cui pare di avere una montagna sulle spalle, momenti in cui non si sa dove appigliarsi, eppure la risposta è quello che tu ci hai dato tempo fa: la fede”, in questo abbandono fiducioso tra le braccia di Dio, che affettuosamente chiamava ‘Papà’, ha vissuto la sua breve ma ricca esistenza Claudio Contarin, un giovane cresciuto nel vicentino, nato in Cielo l’8 febbraio 2008.

Claudio cercava Dio in ogni cosa, lo coinvolgeva in tutto; dialogava coi santi con la semplicità di chi si sente loro amico. Si rendeva conto dei suoi sbagli, ma fiducioso chiedeva perdono e ricominciava daccapo. La sua vita spirituale ricca, intensa, può risvegliare anche in noi la sete di Dio.

Marco Bettiol

“Carissima mamma, raffinato fiore del mio giardino, luce e gioia del mio sguardo. È il primo anno che posso parlarti dopo otto di silenzio e ti dico che il mio cuore è gonfio d’amore per te”.

Sono le prima parole che Marco Bettiol, segnato da una grave disabilità, riesce a mettere per iscritto all’età di 8 anni, dopo un’infanzia passata senza poter esprimere ciò che pensa. Non potrà mai parlare, ma sarà chiamato ‘il poeta del liceo’, per la profondità dei pensieri che è in grado di comunicare attraverso la tastiera.

Lui che vivrà sempre nella croce, saprà godere della vita molto più di tante persone “sane”, facendosi dono proprio per chi ha la tristezza nel cuore. Lascerà questa terra il 15 ottobre 2010, lasciando però anche sulla terra un segno indelebile.

Giulia Gabrieli

“Il fatto è che la gente ha paura della malattia, della sofferenza. Ci sono molti malati che restano soli, tutti i loro amici spariscono, spaventati. Non bisogna avere paura!”

Sono parole di Giulia Gabrieli, giovane morta di cancro a soli 14 anni, che ha lasciato dietro di sé una scia di speranza, di gioia, di fiducia nella vita. Ha vissuto la malattia con la certezza di non essere sola e sapeva che la sua storia poteva avere solo un lieto fine… o vivere ancora (e le sarebbe piaciuto perché amava tantissimo la vita) oppure raggiungere quel Dio che le aveva acceso il cuore…

Ora è sì in Paradiso, ma continua a vivere anche qui. La sua storia di giovane testimone della fede è una delle più conosciute e amate in Italia. Che Dio ci aiuti a trovare, come lei, il nostro gancio in mezzo al Cielo.

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