Il Blog MiL-Messainlatino.it: “Don Spritz”, il “Supremo” e le “nozze” (che non lo sono)
Il 28 ottobre 2021, durante la conduzione di una puntata de La vita in diretta, commentando l’applauso dei senatori dopo la votazione negativa del Ddl Zan liberticida, inutile, dannoso e pericoloso, il giornalista 49enne Alberto Matana [1] ha fatto “coming out” in diretta: «Da adolescente ho vissuto l’omofobia sulla mia pelle». Il 25 febbraio 2022, in un’intervista per il Corriere della Sera, ha dichiarato: «Ho un compagno e vorrei sposarmi, ma per i figli forse è tardi». Poi, l’11 giugno 2022 si è unito civilmente (mentre i giornali sparlano di “matrimonio”) al compagno Riccardo Mannino, avvocato cassazionista 55enne.
«Non vorrei sembrare polemico, ma che un sacerdote parli esplicitamente di “matrimonio” in riferimento a un’unione civile, mi suggerisce un modo di parlare piuttosto equivoco… Gesù, durante i suoi 3 anni di predicazione, invitò a parlare chiaro e a non dare scandalo. Le parole hanno un significato ben preciso – Don Marco Pozza [2] lo sa bene -, ma utilizzarle in modo da far sembrare qualcosa che non è, non corrisponde né allo spirito di verità, né alla carità cristiana.
P.S.: a ragion del vero, do atto del fatto che poi Don Marco ha aggiustato il tiro, correggendo il suo post con l’espressione “unione civile”. Ciò nonostante, trovo che i suoi “auguri” alla nuova coppia – fatti pubblicamente – siano fuori luogo: San Giovanni Battista condannò “pubblicamente” la condotta di Erode Antipa che conviveva con la cognata Erodiade, non augurò loro che la vita gli sorridesse, e questo gli costò la vita» (Nevio Manente in un post Facebook QUI).
L’intervistatore di fiducia di Francesco, Don “Spritz” Marco Pozza, sponsorizza e loda l’unione gay del giornalista Matano
MiL-Messainlatino.it, 13 giugno 2022
“Penso che la risposta più bella è sempre quella di Papa Francesco: chi sono io per giudicare? Bisogna amarsi per come si è, a prescindere dalle sue scelte, dalle tendenze sessuali e dalle passioni” (Don Marco Pozza, Don Spritz).
Noi poveri fedeli “paesani” ci chiediamo perché il novello intervistatore di fiducia del Papa Francesco, Don Marco Pozza (QUI intervistato, la sua storia [L’incredibile storia del prete più anticonformista d’Italia: Don Marco Pozza]), soprannominato Don Spritz, faccia outing dottrinale e si congratuli per le “nozze” del giornalista Alberto Matano [vedi Facebook QUI].
QUI l’articolo sulla vicenda, con l’invito e gli indirizzi mail per protestare (NB. come potrete notare dall’articolo, nella prima versione – poi probabilmente corretta [effettivamente corretto, da “suo matrimonio” in “loro unione civile”. V.v.B.] – Don Spritz parlava di “nozze”, dimenticando che in Italia NON esistono nozze gay, perché va contro la Costituzione).
Possibile che buona parte degli amici del S. Padre siano pro gay (o gay)?
Possibile che 5 su 7 cardinali USA siano pro omosessualità?
Possiamo lamentarci ed esprimere il nostro dolore?
Sommessamente possiamo chiedere che Don Pozza, che si vanta di andare sempre in borghese e con le scarpe da ginnastica (vedere l’articolo di Vanity Fair [QUI]), smetta di essere ricevuto a S. Marta e intervistatore del Papa? E magari sospeso per le sue dichiarazioni?
O è chiedere troppo?
Infine, possiamo chiedere una dispensa papale per i poveri adulteri eterosessuali? O vale solo per i sodomiti?
Luigi
[1] Alberto Matano, giornalista, autore e conduttore televisivo, negli anni dell’università comincia a scrivere sul quotidiano Avvenire, poi, dopo la laurea in giurisprudenza conseguita presso la Sapienza nel 1995, collabora con l’agenzia televisiva Rete News a Montecitorio. Nel 1996 supera la selezione per la Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia. La carriera televisiva comincia nel 1998 all’Agenzia ANSA nella redazione di Bloomberg Tv. Diventa giornalista professionista nel gennaio 1999. Il primo contratto in Rai è al Giornale Radio, qui segue i principali avvenimenti della politica italiana e i vertici istituzionali e diventa giornalista parlamentare ASP. Nel 2007 Gianni Riotta lo chiama al TG1. Qui ottiene la nomina a caposervizio della Redazione Interni. Dal 2013 al 2019 conduce l’edizione delle 20:00. Nel 2012 fa parte del cast di Unomattina Estate. L’anno successivo diventa conduttore di Speciale Tg1 in diretta. Ha condotto l’edizione 2015 del Premio giornalistico Marco Luchetta e I nostri angeli da Trieste. Sempre su Rai 1 ha presentato dal 2015 al 2017 il programma Nostra madre Terra da Assisi e dal 2016 presenta il Premio di giornalismo Biagio Agnes da Sorrento, prima con Francesca Fialdini e poi con Mara Venier. Sulla stessa rete ha inoltre condotto Tg1 Referendum, sei puntate in access prime time con un confronto tra diversi esponenti politici sul referendum costituzionale del 2016. Successivamente è diventato autore e conduttore di Sono innocente, docufiction che racconta le storie di persone arrestate ingiustamente in onda su Rai 3, in prima serata, dal 7 gennaio 2017. Il programma verrà rinnovato anche per una seconda edizione, in onda nel 2018. Durante i mesi di febbraio e marzo 2019, è stato richiamato a Rai 3 per condurre un late show di intrattenimento: Photoshow. Ha anche partecipato a diverse puntate della quattordicesima edizione di Ballando con le stelle su Rai 1, in qualità di opinionista, alternandosi con altri colleghi. Nella stagione 2019-2020 ha condotto il rotocalco pomeridiano di Rai 1 La vita in diretta, in coppia con Lorella Cuccarini. Dal settembre 2020 continua la conduzione di La vita in diretta, questa volta in solitaria e con il ruolo di capo autore. Fa parte anche del cast della quindicesima edizione dello show Ballando con le stelle, in qualità di opinionista.
[2] Marco Pozza è un presbitero incardinato nella Diocesi di Padova, nato il 21 dicembre 1979, ordinato sacerdote il 6 giugno 2004. Il sito della Diocesi di Padova [QUI] non indica la sua residenza. Perché no? Sarà vero che si trova a Roma (e se è vero, perché), nonostante come suo incarico viene indicato “Cappellano Casa di Reclusione” (Due Palazzi di Padova) che dovrebbe frequentare assiduamente?