Tonino Solarino: «Perché la persecuzione al Card. Becciu?». «Numerose sono le domande senza risposta!»
Condividiamo di seguito dal sito Faro di Roma [QUI] un contributo molto importante sul “caso Becciu”, a firma di Tonino Solarino [*].
Perché la persecuzione al Card. Becciu?
Troppi interrogativi irrisolti nel processo per il Palazzo di Londra
Sono da sempre stato convinto dell’innocenza del Card. Becciu. Lo sono ancora di più dopo aver letto rigorosamente tutta la documentazione a cui è stato possibile accedere e aver seguito gli interrogatori.
È evidente, a chi segue come osservatore neutrale, che l’accusa di peculato e di avere dato soldi ai fratelli è falsa.
È evidente che mai il Card. Becciu ha fatto azioni contro il Card. Pell per danneggiarlo.
È evidente che la Marogna era stata autorizzata dal Papa a svolgere un ruolo di “intelligence” per trattare segretamente (sic) la liberazione di religiose.
È evidente che per il Palazzo di Londra gli errori o gli eventuali atti corruttivi sono stati commessi dopo che il Card. Becciu non era più Sostituto della Segreteria di Stato e che il progetto era economicamente e socialmente interessante se non fosse stato fatto “abortire”.
È evidente che mai Becciu ha preso un soldo nel suo ruolo di Prefetto della Congregazione dei Santi.
È evidente che il Card. Becciu è stato “scuoiato” di fronte all’opinione pubblica mondiale con accuse false e inconsistenti…
Numerose sono le domande senza risposta!
Chi ha orchestrato questa diabolica campagna mediatica giudiziaria? Esponenti dello IOR per gestire i fondi della Segreteria di Stato?
Esponenti del potentissimo ordine dei cavalieri di Malta di cui il Card. Becciu era commissario per ripristinare una governance “pulita”?
Vescovi e cardinali per questioni interne ed equilibri in vista del prossimo conclave? Vendette di personaggi a cui Becciu ha impedito ingiustizie?
Altri interrogativi si aggiungono: Perché il Papa ha dato credito ad un gruppo editoriale, non proprio benevolo nei confronti della Chiesa, e non ad un fedele collaboratore, che come lo stesso Papa ha ammesso, lo ha servito con intelligenza e fedeltà in tante questioni delicate? Veramente il ”chiacchiericcio”, più volte condannato dal Papa, ha pesato più della verità” come è accaduto anche a danno dell’Arcivescovo di Parigi?
Perché l’Avvocato Diddi e lo stesso Pignatone sono stati chiamati a ricoprire ruoli così importanti e delicati senza avere alle spalle nessuna storia di impegno ecclesiale e senza, come nel caso di Diddi, specifica competenza nell’ambito del diritto canonico?
Perché il Papa, non solo si è reso, suo malgrado, protagonista della “crocifissione preventiva” di Becciu, ma vi ha, forse inconsapevolmente, ulteriormente contribuito cambiando con i “rescripta” le norme a favore dell’accusa e a danno dei diritti degli imputati?
Come mai i superiori di Becciu, a cominciare dal Segretario di Stato, che sempre hanno avallato formalmente l’operato di Becciu si sono costituiti parte civile?
Una domanda soprattutto urla ed esige una risposta: come mai Mons. Perlasca che, come si evince dalla documentazione e dalle testimonianze, è stato il principale protagonista degli errori (?) o degli imbrogli (?) e comunque di iniziative, alcune delle quali non autorizzate dai superiori, è stato sollevato da ogni addebito?
Come mai ad un “promotore di giustizia” viene permesso ripetutamente di stuprare la Caritas, la diocesi tutta di Ozieri e il suo vescovo, trattato come l’ultimo dei vassalli, alla ricerca di un reato inesistente che come è evidente serviva solo a screditare il Card. Becciu e il fratello Tonino, che nella Diocesi di Ozieri è da sempre a fianco dei poveri? Oggi è evidente a tutti che tutto è stato speso per i poveri e solo per i poveri e che il Card. Becciu, non solo non ha distratto un centesimo per fini diversi, ma ha contribuito con risorse personali.
Dopo più di due anni, questi e altri interrogativi restano senza risposta con l’assordante silenzio non solo di quella stampa che ha gridato allo scandalo infliggendo sofferenza gratuita al cardinale e ai suoi familiari, ma con il triste silenzio della stampa cattolica e dei tanti Don Abbondio che vi operano.
Tonino Solarino
[*] Antonino (Tonino) Solarino (Ispica, 25 maggio 1961), psicologo psicoterapeuta, insegnante, formatore e politico, fu eletto Consigliere della Provincia di Ragusa con il Partito Popolare Italiano nel 1994, ricoprendo anche la carica di Presidente del Consiglio provinciale dal luglio 1994 al maggio 1996; nel 1998 è nuovamente rieletto alla Provincia di Ragusa. Confluito alla Margherita nel 2002, fu candidato Sindaco di Ragusa alle comunali del 2003 alla guida di una coalizione di centro-sinistra. Fu eletto Sindaco al secondo turno con il 54,23%. Durante il suo mandato si verificò una crisi di governo, che comportò dimissioni di massa, rimpasti di giunta e l’incrinamento dei rapporti con gli alleati dei Democratici di Sinistra di Peppe Antonio Calabrese. Rassegnate le dimissioni, il 18 novembre 2005 il comune viene commissariato. Con lo scioglimento della Margherita, Solarino decise di non iscriversi al neonato Partito Democratico, nonostante in un primo momento ne fosse rimasto nell’orbita politica. Si iscriverà solo nel 2018, ma soltanto per pochi mesi, uscendone già nel febbraio 2019. Nel 2020, aderisce a Democrazia Solidale, venendo eletto Presidente regionale per la Circoscrizione Sicilia.