Papa Francesco invoca la Madre di Dio per la pace

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Papa Francesco ha concluso il mese di maggio dedicato a Maria con un Rosario per la pace dalla basilica di Santa Maria Maggiore, di fronte alla statua di Maria Regina Pacis, in collegamento con i santuari mariani di tutto il mondo.

La statua di Maria Regina Pacis fu voluta da papa Benedetto XV, realizzata dallo scultore Guido Galli per chiedere alla Vergine la fine della Prima Guerra Mondiale nel 1918; anche oggi papa Francesco chiede alla Madonna di porre fine al conflitto tra Ucraina e Russia: “Cessi la guerra, regni duratura la pace”.

Dopo aver deposto una corona di fiori ai piedi della statua della Madre di Dio il papa ha rivolto una preghiera per la fine della preghiera: “Questa sera, al termine del mese a Te particolarmente consacrato, eccoci di nuovo dinnanzi a Te, Regina della pace, per supplicarti: concedi il grande dono della pace, cessi presto la guerra, che ormai da decenni imperversa in varie parti del mondo, e che ora ha invaso anche il continente europeo”.

La pace è soprattutto un dono dello Spirito Santo, invocando la Madonna: “Siamo consapevoli – dice Bergoglio nell’invocazione alla Madonna – che la pace non può essere solo il risultato di negoziati né una conseguenza di soli accordi politici, ma è soprattutto dono pasquale dello Spirito Santo. Abbiamo consacrato al tuo Cuore Immacolato le nazioni in guerra e domandato il grande dono della conversione dei cuori”.

Infine ha chiesto l’intercessione presso il Figlio per la riconciliazione: “Siamo certi che con le armi della preghiera, del digiuno, dell’elemosina, e con il dono della tua grazia, si possano cambiare i cuori degli uomini e le sorti del mondo intero. Oggi eleviamo i nostri cuori a Te, Regina della Pace: intercedi per noi presso il Tuo Figlio, riconcilia i cuori pieni di violenza e di vendetta, raddrizza i pensieri accecati dal desiderio di un arricchimento facile, su tutta la terra regni duratura la tua pace”.

Maria, che visitò Elisabetta, è evocata come ‘donna missionaria nel portare e condividere la gioia dell’annuncio e donna di carità nel mettersi a servizio dei più fragili’, poi nella guida delle decine di ‘Ave Maria’ si sono alternati una famiglia ucraina, in rappresentanza di tutte le famiglie che sperimentano le violenze e i soprusi della guerra, alcuni cappellani militari, per coloro che portano speranza e conforto alle popolazioni colpite;

una volontaria e un volontario, per quanti continuano a svolgere il loro prezioso servizio a favore degli altri anche in situazioni di grande pericolo e precarietà; una famiglia siriana e una venezuelana, per chi soffre ingiustamente a causa dei conflitti; alcuni profughi, per le persone hanno dovuto lasciare le proprie case e, accolte in altri paesi, cercano di ricostruire la propria vita.

(Foto: Santa Sede)

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