Vale la pena conoscere la vita straordinaria di Santa Laura, fondatrice delle suore missionarie “Lauritas”. La prima santa colombiana

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Il 26 maggio 1874 nasceva nella piccola Città di Jericó in Colombia Laura Montoya Upegui. Il 12 maggio 2013 Papa Francesco l’ha elevato agli onori degli altari come prima santa colombiana. Fin dall’infanzia Laura sperimentò la durezza della guerra, della morte, del rifiuto e della povertà in un paese lacerato dalla guerra civile e dall’odio anticlericale. Ma la chiamata di Dio e la sua fedeltà fece di lei uno “strumento di evangelizzazione prima come insegnante e poi come madre spirituale degli indigeni” (Papa Francesco).

La statua di Santa Laura con un bambino indigeno a Jericó, suo Paese natale in Colombia.

Proprio all’evangelizzazione e all’educazione degli indigeni dedicò la sua vita affrontando anche i sospetti e le critiche (quando non le ingiuste condanne) di una Chiesa ancora incapace di guardare ai più miseri con gli occhi di una madre sollecita. Agli indigeni Laura “infuse speranza, accogliendoli con l’amore appreso da Dio e portandoli a Lui con una efficacia pedagogica che rispettava la loro cultura e non si contrapponeva ad essa” (Papa Francesco).

La sua vita è pressoché sconosciuta al pubblico italiano. Ora per la prima volta viene pubblicata in lingua italiana una biografia – Laura Montoya, donna intrepida (Editrice Shalom 2022, 256 pagine) di Manuel Díaz Álvarez, tradotto da Miguel Cuartero Samperi che racconta la straordinaria vicenda di una donna, nel nascondimento e nel silenzio, spezzò le barriere dell’omertà, dell’indifferenza per amore a Cristo e agli emarginati.
Un libro tanto atteso dalla Congregazione delle Suore Missionarie dell’Immacolata e di Santa Caterina da Siena, fondate dalla Madre Laura e conosciute come suore missionarie “Lauritas”, che in tanti Paesi del mondo lavorano umilmente nei luoghi e nei contesti più ostici.

Il libro sarà presente nelle librerie, ma per sostenere le Missioni dei Madre Laura è possibile acquistare il libro direttamente dalle suore Lauritas, che si trovano a Roma in via Quirico Filopanti 8 [3714844020 oppure 3896835972]. È possibile ricevere il libro a casa scrivendo una email [QUI oppure QUI] e indicando il numero di copie e l’indirizzo postale di spedizione.

Per il pagamento effettuare un bonifico al conto delle suore Lauritas di Roma di 12 euro (10 euro per il libro e 2 euro per la spedizione in Italia) intestata a Maria Oliva Galvis Marin [IBAN: IT41E3608105138236294436299].

Santa Laura di Santa Caterina da Siena (Jericó, Colombia, 26 maggio 1874 – Medellín, Colombia, 21 ottobre 1949)

Maria Laura de Jesús Montoya y Upeguí, nata il 26 maggio 1874 nel piccolo paese di Jericó in Colombia, dato che la mamma si rifiuta di vederla prima del battesimo, la battezzano quattro ore dopo la nascita, in tutta fretta. Talmente in fretta che a papà manca il tempo di concordare con la moglie il nome da darle. È il parroco a scegliere per lei il nome di Maria Laura de Jesús: al papà stupito, che obbietta di non sapere se esista una “santa Laura”, sbrigativamente risponde che, in questo caso, la bambina avrebbe un motivo in più per farsi santa. Per il momento, però, la piccola Laura deve fare i conti con la sofferenza: non ha ancora tre anni quando suo papà muore assassinato, in quegli anni particolarmente sanguinosi della storia colombiana. Per sua fortuna ha accanto una mamma esemplarmente cristiana, che le insegna a perdonare e ogni giorno le fa recitare un “Padre nostro” per l’assassino di papà. La piccola orfana sente particolarmente “fame di affetto”, perché i nonni la accolgono, insieme alla mamma e alle sorelline, più per pietà che per amore. Non la mandano a scuola, perché la casa è troppo distante dal centro abitato ed è mamma ad insegnarle a leggere, scrivere e, soprattutto, ad amare Dio. Più grandicella, viene mandata in collegio e a sedici anni decide di diventare maestra. Studentessa-lavoratrice, per pagarsi gli studi va ad accudire gli ottanta malati del manicomio e ruba ore al sonno per studiare sui libri, presi in prestito dalla biblioteca magistrale. L’intelligenza prodigiosa di cui è dotata non solo le consente di superare brillantemente l’esame di ammissione, ma le permette anche di vincere una borsa di studio statale, grazie alla quale a 19 anni si diploma maestra. Prende con sé la mamma e per qualche anno va ad insegnare in varie scuole, giovane maestrina che non vuole soltanto insegnar nozioni ma anche trasmettere i valori cristiani.

Rimane orfana di padre a tre anni. Mandata in collegio qualche anno dopo, sviluppa una grande passione per l’insegnamento: si diploma maestra a 19 anni. Attratta dalla vita claustrale, viene sconsigliata dall’intraprenderla da parte dei suoi direttori spirituali, a causa del suo temperamento vivace. Dopo aver scoperto le condizioni di discriminazione in cui si trovano gli indigeni colombiani, decide di fare qualcosa per loro: con un gruppo di amiche e sua madre, si dedica con grande profitto ad annunciare il Vangelo tra le popolazioni indigene ancora prive della fede in Cristo e fonde la Congregazione delle Suore Missionarie di Maria Immacolata e di Santa Caterina da Siena, tra le quali Maria Laura professa i voti, cambiando nome in Suor Laura di Santa Caterina da Siena.

Dopo aver rivoluzionato il concetto di missione con nuovi mezzi pedagogici e nuovi metodi di evangelizzazione, trascorre i suoi ultimi nove anni sulla sedia a rotelle, sempre missionaria con il cuore e, comunque, anima della sua congregazione. Muore il 21 ottobre 1949, nel villaggio di Belencito vicino a Medellín in Colombia, quando le sue suore sono ormai quasi 500 e le novizie un centinaio, a servizio di 22 popoli indigeni. Negli anni questi numeri sono più che raddoppiati e la loro presenza è segnalata in 19 stati.

È stata canonizzata da Papa Francesco il 12 maggio 2013, prima donna colombiana a raggiungere il massimo onore degli altari, avverando così, in un certo senso, la profezia del suo sbrigativo ma illuminato parroco.

La tomba di Santa Laura nel Santuario Santa Laura Montoya a Medellín in Colombia.
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