Da Cascia al mondo: la festa lancia messaggi di unione e azione

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“Questo 22 maggio è stato davvero un dono di Dio, perché c’ha mostrato con la forza della gioia e della ritrovata unione di milioni di persone che la ricchezza di questo giorno siamo noi, che lo rendiamo vivo. Perciò la festa non finisce qui e oggi, ma cammina nel domani e ovunque attraverso ciascuno di noi: ci chiama ad agire per far fruttare ciò che abbiamo ricevuto dalle mani di Santa Rita e a costruire insieme una società fraterna, giusta e solidale”: ha commentato così suor Maria Rosa Bernardinis, priora del Monastero Santa Rita da Cascia, i festeggiamenti solenni in onore della santa degli impossibili che sono tornati a illuminare Cascia e il mondo interno.

La claustrale, infatti, si rivolge a tutti i devoti, una famiglia mondiale che dopo due anni si è ritrovata abbracciata ai piedi della sua Madre spirituale, anche grazie alla diretta streaming del monastero che ha raggiunto chiunque non potesse essere a Cascia. Nell’omelia del card. Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede che ha presieduto il Solenne Pontificale della Festa di Santa Rita, sul viale del Santuario è stato sottolineato la bellezza del perdono:

“Siamo davvero in tanti oggi a rendere omaggio a Santa Rita per deporre nelle ‘sue mani’ il proposito di imitarne le virtù, in particolar modo quelle del perdono, della pace, della carità e della sofferenza. All’intercessione di questa umile donna di Roccaporena affido le tante intenzioni del Santo Padre Francesco, che non cessa di far sentire quotidianamente la sua voce affinché si spezzi quanto prima l’inutile spirale di morte in Ucraina.

In questa terra di fede e di pace, qual è l’Umbria, auspico che siano ripresi presto i negoziati e si possa giungere finalmente alla tanto desiderata pace. La violenza, ci ricorda la vicenda di questa donna di fede, non risolve mai i conflitti, ma soltanto ne accresce le drammatiche conseguenze”.

Il segretario di stato vaticano ha descritto la santa casciana come donna saggia e di pace: “Davvero Rita è la donna forte e la vergine saggia che in tutti gli stati della vita indica quale sia la via autentica alla santità come sequela fedele di Cristo fino alla morte. Segregata dal mondo ed intimamente associata al Cristo sofferente, ella ha fatto rifluire nella comunità dei fratelli il frutto della sua profonda unione al Cristo morto e risorto. Carissimi, l’esempio di questa donna innamorata di Dio ci ricorda che è ora di riproporre a tutti con convinzione questa ‘misura alta’ della vita cristiana ordinaria“.

Riprendendo l’esortazione apostolica ‘Gaudete et Exultate’ di papa Francesco ha ribadito che la santità è fatta di gesti ordinari: “In altri termini, la via della santità non è fatta di gesti eroici, ma di gesti ordinari compiuti, però, in modo straordinario, come quelli di Santa Rita.

La vita della santa di Cascia e dei santi in genere è la massima glorificazione della natura umana, perché in essa più che mai la natura si è rivelata ‘narrazione della gloria di Dio’. In nessun altro caso come nella vita dei santi si comprende bene che vivere è lodare. La santità è lo stato di colui che giunge a mettere nella vita il più di divino possibile, portando al massimo le sue capacità naturali, intellettuali e morali”.

Parlando ancora della figura di Santa Rita da Cascia il porporato l’ha descritta come donna saggia: “Essa, soprattutto, non si lasciò vincere dal male, ma vinse con il bene il male. Ci conduca per mano perché ognuno di noi ritrovi la forza di continuare a sperare e a vincere ogni genere di male operando il bene”.

(Foto: Monastero Santa Rita da Cascia)

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