#23maggio: la memoria di tutti

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Trent’anni dall’esplosione della feroce violenza di Cosa nostra che uccise Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli ‘angeli custodi’ che li scortavano. Palermo si prepara a rivivere il dolore di tutti, con un ventaglio di manifestazioni che hanno culmine oggi, giorno della strage di Capaci, con la ‘Fondazione Falcone’ protagonista nell’organizzare il rito della memoria.

Il tema scelto per questa occasione speciale dalla Fondazione Falcone è la ‘memoria di tutti’ per ricordare così chi non c’è più, uomini e donne delle istituzioni, politici, magistrati, sacerdoti, sindacalisti e giornalisti, semplici cittadini morti per un Paese libero dalle mafie, ma anche chi è vivo e con il suo impegno si batte ogni giorno per la democrazia e la giustizia.

Oggi, giorno dell’anniversario dell’attentato di Capaci, dalle ore 10 e fino al pomeriggio, al Foro Italico a Palermo, nel cuore della città storica dove sono nati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la ‘Fondazione Falcone’ accoglie il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, delegazioni di scuole d’Italia, esponenti delle istituzioni del Paese, alcuni dei protagonisti dei drammatici giorni degli attentati del ’92 e artisti, musicisti, esponenti del mondo della cultura, testimoni di un Paese che vuole guardare al futuro senza dimenticare.

Tra le ore 10 e le ore 11.30, in diretta su Rai1,  sul palco speciale allestito al Foro Italico partecipano alla giornata dedicata alle commemorazioni e alla promozione sociale della memoria del XXX anniversario della strage di Capaci il Capo dello Stato Sergio Mattarella, la presidente della ‘Fondazione Falcone’ Maria Falcone, esponenti delle istituzioni come i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi, dell’Interno Luciana Lamorgese, della Giustizia Marta Cartabia, dell’Università Maria Cristina Messa, degli Esteri Luigi Di Maio e il capo della Polizia Lamberto Giannini, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il procuratore di Roma Francesco Lo Voi.

Presentando le iniziative Maria Falcone ha ringraziato la Rai per lo spazio e l’impegno dedicati alle commemorazioni delle stragi: “Trent’anni sono il tempo di una generazione. I ragazzi di oggi nel 1992 ancora non erano nati, perciò ora più che mai è importante coltivare la memoria di fatti e persone che hanno cambiato la storia di questo nostro Paese.

A loro abbiamo voluto dedicare questa speciale occasione. Anche quest’anno abbiamo avuto al nostro fianco le scuole italiane, gli insegnanti che, pur tra mille difficoltà, hanno lavorato per portare tra i ragazzi la cultura della legalità e del rispetto dei valori della democrazia e della giustizia e hanno raccolto il nostro invito: dar vita alla loro creatività realizzando un lenzuolo dedicato a una vittima delle mafie”.

Alessandro De Lisi, curatore generale del progetto ‘SpaziCapaci-Comunità Capaci’, ha spiegato il progetto artistico: “La pandemia e l’isolamento sociale ci hanno spinto a prendere la rincorsa e percorrere un nuovo spazio capace di accogliere una più ampia partecipazione diretta delle città, laddove l’isolamento della cultura nelle stanze protette del sistema dell’arte non era più tollerabile: abbiamo liberato l’arte contemporanea dal lockdown del mercato e abbiamo fatto appello agli artisti di lavorare sugli spazi capaci di indicare a tutti, comprensibili e dirette, le piccole storie della vita dei protagonisti che sono stati assassinati per mano mafiosa e per interessi ad essa afferenti.

Spazi Capaci è il primo progetto in Italia di potenziamento sociale attraverso l’arte per la formazione e la partecipazione culturale contro le mafie e per la memoria risvolto ai giovani dati dopo il 1992 e alle scuole, come anche alla popolazione che vive nei luoghi delle installazioni: opere, artisti, progettisti, elementi concreti della cultura internazionale invitano studenti e cittadinanza a rivivere gli spazi più importanti delle città colpite dal tritolo e dalle stradi di Cosa nostra nel 1992 e nel 1993, da Palermo a Milano”.

E’ un invito a far rumore per sconfiggere la mafia: “Oggi,  che la mafia ha deciso di immergersi nel rassicurante silenzio della finanza e del mercato del lavoro più fragile occorre far più rumore, come tamburi di Palermo, per rivelarne la pericolosa presenza, in Sicilia come al nord, fino al Brennero e ben più su in Europa. Grande il contributo quest’anno da parte della comunità alpina ladina e altoatesina, a sottolineare l’urgenza di ‘nazionalizzare’ un nuovo approccio alla formazione permanente e urbana per la cultura della lotta alle mafie, da nord a sud senza confini.”.

Anche il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, nell’editoriale de ‘Lavialibera’ ha affermato che non è possibile dimenticare chi è stato ucciso dalla mafia: “Sarebbe un crimine trasformare questa ricorrenza in un’occasione per spendere parole vuote, al solo scopo di timbrare un anniversario che invece pesa ancora, e non poco, sulla coscienza dell’Italia intera.

Per celebrare questo trentennale non servono allora parole leggere, ma scelte e gesti pesanti. Come se ne videro nel periodo subito successivo agli omicidi di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Senza dimenticare la morte indiretta della giovanissima testimone di giustizia Rita Atria, che si suicidò sconvolta per l’accaduto. Fu una reazione di peso quella di tanti siciliani, e dei cittadini di Palermo in particolare, che fisicamente si strinsero intorno a quelle bare, nella piazza della cattedrale, con affetto e con rabbia. E poi dalle finestre, dai balconi gridarono in maniera inequivocabile il loro no alle logiche di mafia, e sì alla giustizia dello Stato”.

E’ un invito per una nuova primavera: “Falcone e Borsellino, ma anche Carlo Alberto dalla Chiesa e Pio La Torre (uccisi dieci anni prima insieme a Emanuela Setti Carraro, Domenico Russo e Rosario Di Salvo), come tanti altri uomini e donne delle istituzioni, sono morti per difendere una giustizia intesa non come ideale astratto, ma bisogno concreto, garanzia di vita piena e serena per i cittadini tutti.

Quelle morti alimentino le nostre scelte di vita, che in questi trent’anni hanno dato frutto, ma non abbastanza. Non abbastanza! Facciamo fiorire una nuova primavera di coraggio, che dia nuovi frutti di speranza! Coltiviamola con tutte le nostre forze, consapevoli dei limiti e della contraddizioni che affronta chi abbandona la strada agevole della retorica per imboccare quella tortuosa dell’impegno”.

L’edizione odierna è caratterizzata da una forte presenza social e da due campagne lanciate sulle pagine facebook e Instagram della Fondazione Falcone: @fondazionefalcone.

(Foto: Fondazione Falcone)

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