Papa Francesco: la teologia morale guardi alla famiglia

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Mancano circa 30 giorni alla giornata mondiale della famiglia papa Francesco ha ricevuto i partecipanti ai partecipanti al convegno internazionale di teologia morale, promosso dalla Pontificia Università Gregoriana e dal Pontificio Istituto Teologico ‘Giovanni Paolo II’ per le scienze del matrimonio e della famiglia, che si è svolto a Roma fino al 14 maggio, sul tema ‘Pratiche pastorali, esperienza di vita e teologia morale: Amoris Laetitia tra nuove opportunità e nuovi cammini’, invitando i teologi ad ispirarsi alla famiglia:

“Amoris Laetitia raccoglie i frutti delle due Assemblee sinodali sulla famiglia: quella straordinaria del 2014 e quella Ordinaria del 2015. Frutti maturati nell’ascolto del Popolo di Dio, che è costituito in grandissima parte dalle famiglie, le quali sono il primo luogo in cui vivere la fede in Gesù Cristo e l’amore reciproco.

Perciò, è bene che la teologia morale attinga dalla ricca spiritualità che germina nella famiglia. La famiglia è la Chiesa domestica; in essa i coniugi e i figli sono chiamati a cooperare nel vivere il mistero di Cristo, attraverso la preghiera e l’amore attuati nella concretezza del quotidiano e delle situazioni, nella cura reciproca capace di accompagnare così che nessuno sia escluso e abbandonato”.

E’ un invito alla ‘creatività’ di fronte alle difficoltà che vive la famiglia: “Inoltre tante famiglie soffrono la mancanza di lavoro, di un’abitazione degna o di una terra dove vivere in pace, in un’epoca di grandi e rapidi cambiamenti… La stessa possibilità di costituire una famiglia oggi è spesso ardua e i giovani trovano tante difficoltà a sposarsi e ad avere dei figli.

Infatti, i cambiamenti epocali che stiamo vivendo provocano la teologia morale a raccogliere le sfide del nostro tempo e a parlare un linguaggio che sia comprensibile agli interlocutori, non solo ‘agli addetti ai lavori’; e così aiutare a ‘superare le avversità e i contrasti’ e favorire ‘una nuova creatività per esprimere nelle sfide attuali i valori che ci costituiscono come popolo nelle società e nella Chiesa, Popolo di Dio’. Sottolineo: nuova creatività”.

Quello del papa è un invito ad approfondire le riflessioni teologiche sul matrimonio: “In modo speciale, a tale riguardo, vorrei richiamare l’esigenza dell’inter- e trans-disciplinarità, già all’interno della teologia, oltre che tra teologia, scienze umane e filosofia.

Questo metodo non potrà che favorire l’approfondimento delle riflessioni teologiche sul matrimonio e la famiglia. Si potrà mostrare il reciproco legame tra la riflessione ecclesiologica e sacramentaria e i riti liturgici, tra questi e le pratiche pastorali, tra le grandi questioni antropologiche e gli interrogativi morali legati all’alleanza coniugale, alla generazione e alla rete complessa delle relazioni familiari”.

E nel cammino sinodale la famiglia è chiamata a costruire un ‘kairos’ per la teologia: “Il matrimonio e la famiglia possono costituire un ‘kairos’ per la teologia morale, per ripensare le categorie interpretative dell’esperienza morale alla luce di ciò che accade nell’ambito familiare.

Tra teologia e azione pastorale è necessario stabilire, sempre di nuovo, una circolarità virtuosa. La prassi pastorale non può essere dedotta da principi teologici astratti, così come la riflessione teologica non può limitarsi a ribadire la pratica…

Non per questo la morale evangelica rinuncia a proclamare il dono di Dio, da cui scaturiscono il compito e la dedizione. La teologia ha una funzione critica, di intelligenza della fede, ma la sua riflessione parte dall’esperienza viva e dal sensus fidei fidelium. Solo così l’intelligenza teologica della fede svolge il suo necessario servizio alla Chiesa”.

E’ un invito a ripensare la teologia morale: “Il matrimonio e la famiglia possono costituire un “kairos” per la teologia morale, per ripensare le categorie interpretative dell’esperienza morale alla luce di ciò che accade nell’ambito familiare. Tra teologia e azione pastorale è necessario stabilire, sempre di nuovo, una circolarità virtuosa.

La prassi pastorale non può essere dedotta da principi teologici astratti, così come la riflessione teologica non può limitarsi a ribadire la pratica… Non per questo la morale evangelica rinuncia a proclamare il dono di Dio, da cui scaturiscono il compito e la dedizione.

La teologia ha una funzione critica, di intelligenza della fede, ma la sua riflessione parte dall’esperienza viva e dal sensus fidei fidelium. Solo così l’intelligenza teologica della fede svolge il suo necessario servizio alla Chiesa”.

Infine il papa ha sollecitato i partecipanti a non ritornare indietro: “Oggi, questo tornare indietro si vede in tante figure ecclesiastiche che sorgono come i funghi, qui, lì, lì, e si presentano come proposte di vita cristiana.

Nella teologia morale c’è anche un tornare indietro con proposte casistiche, e la casistica che io credevo sepolta sotto sette metri, risorge come una proposta (un po’ travestita) del ‘fino a qui si può, fino a qui non si può, di qui sì, di qui no’. E ridurre la teologia morale alla casistica è il peccato di tornare indietro. La casistica è stata superata”.

E’ un richiamo al tomismo, come ha scritto nell’esortazione apostolica sulla famiglia: “La casistica è stata l’alimento mio e della mia generazione nello studio della teologia morale. Ma è propria del tomismo decadente. Il vero tomismo è quello dell’Amoris laetitia, quello che si svolge lì, spiegato bene nel Sinodo e accettato da tutti.

E’ la dottrina di San Tommaso viva, che ci fa andare avanti rischiando, ma in obbedienza. E questo non è facile. Per favore, state attenti a questo tornare indietro che è una tentazione attuale, anche per voi teologi della teologia morale”.

(Foto: Santa Sede)

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