Papa Francesco invita a costruire il futuro con i migranti

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“Il senso ultimo del nostro ‘viaggio’ in questo mondo è la ricerca della vera patria, il Regno di Dio inaugurato da Gesù Cristo, che troverà la sua piena realizzazione quando Lui tornerà nella gloria. Il suo Regno non è ancora compiuto, ma è già presente in coloro che hanno accolto la salvezza… Il suo progetto prevede un’intensa opera di costruzione nella quale tutti dobbiamo sentirci coinvolti in prima persona”.

Per il messaggio della 108^ Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebra domenica 25 settembre, papa Francesco invita a ‘costruire il futuro con i migranti e i rifugiati’, affrontando il tema della diseguaglianza, come ha detto p. Fabio Baggio, sotto-segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale con la responsabilità della Sezione Migranti e Rifugiati e dei Progetti speciali:

“Ma ‘costruire con’ significa anche riconoscere e promuovere il contributo dei migranti e dei rifugiati a tale opera di costruzione, perché solo così si potrà edificare un mondo che assicuri le condizioni per lo sviluppo umano integrale di tutti e tutte.

Nel suo messaggio Papa Francesco fa ampio riferimento alla visione profetica di Isaia 60, nella quale l’arrivo degli stranieri è presentato come un’opportunità di arricchimento sociale ed economico per la Nuova Gerusalemme… Si tratta indubbiamente di un grande potenziale che va riconosciuto e valorizzato”.

I migranti sono un’occasione di costruire ponti per il futuro: “Il Santo Padre evidenzia come la presenza di migranti e rifugiati rappresenta anche un’occasione di crescita culturale e spirituale per le comunità che le accolgono…

Dal Messaggio si evince come i migranti e i rifugiati cattolici siano una vera ‘benedizione’ per le Chiese locali, in quanto permettono di vivere più pienamente la cattolicità… Secondo il Santo Padre, ‘costruire il futuro’ è un imperativo che si declina in prima persona plurale.

E’ un dovere e un impegno di tutti e tutti che deve cominciare da subito… Non c’è tempo da perdere se davvero vogliamo che il progetto di Dio sul mondo si realizzi davvero”.

Il card. Card. Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento e membro del dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha incentrato l’intervento sulla necessità di costruire il futuro con i migranti ed i rifugiati:

“Il Papa ci invita a riflettere sul legame profondo che c’è tra la dimensione della vita eterna verso la quale ci muoviamo e il presente della storia che appare così confuso e preoccupante a motivo di quello che sta succedendo (guerre, emarginazioni, disuguaglianze). Sembra ci sia una distanza abissale tra l’annuncio della Dimora celeste affidato alla chiesa, carico di speranza, e la storia abitata dagli uomini”.

Ed ha raccontato la sua esperienza di vescovo della diocesi di Agrigento: “L’esperienza che ho fatto come vescovo di Agrigento mi permette di confermare questi principi che animano il messaggio di papa Francesco. Tutto ciò che avveniva a Lampedusa con il continuo arrivo di migranti ha scosso non solo quella comunità parrocchiale e la diocesi agrigentina ma, mi sento di dire, il mondo intero”.

Gli eventi aiutano a comprendere il principio della fraternità:  “Quando ti trovi di fronte a questi fatti ti accorgi che solo il principio della fraternità ti può aiutare. Se riesci a guardare negli occhi quell’uomo, quella donna o quel bambino capisci che è uguale a te, che è tuo fratello. In quell’istante cadono tutte le distinzioni, le diatribe politiche, le logiche dei numeri o le normative di questo o di quel paese”.

Il principio della fraternità cambia la visione: “Costruire il futuro richiede questo sguardo sull’altro libero da ogni pregiudizio e da ogni privilegio. Il papa insiste molto sul fatto che questa prospettiva può rivelarsi una opportunità di crescita per tutti. La storia ci insegna che laddove il futuro lo si è costruito in una logica inclusiva, alla fine, ci hanno guadagnato tutti, non solo in termini di rispetto ma anche economicamente e culturalmente”.

Il messaggio si chiude con una preghiera: “Signore, rendici portatori di speranza, perché dove c’è oscurità regni la tua luce,e dove c’è rassegnazione rinasca la fiducia nel futuro. Signore, rendici strumenti della tua giustizia, perché dove c’è esclusione fiorisca la fraternità, e dove c’è ingordigia prosperi la condivisione.

Signore, rendici costruttori del tuo Regno insieme con i migranti e i rifugiati e con tutti gli abitanti delle periferie. Signore, fa’ che impariamo com’è bello vivere tutti da fratelli e sorelle. Amen”.

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