L’età media degli italiani sale a 46 anni

Condividi su...

Il Covid allenta la presa sugli italiani, che tornano a sposarsi e a emigrare, ma pesa ancora sulla mortalità, specie al Sud; mentre le culle non sono mai state così vuote. La fotografia scattata dall’Istat per il 2021 immortala un Paese in ripresa, anche se continua a scontare problemi strutturali e le ricadute della pandemia.

La nota più dolente sono le nascite scese al minimo sotto quota 400.000: infatti sono 399.400 i bimbi nati nel 2021, circa 5.000 in meno del 2020, sebbene la parte finale dell’anno faccia registrare segnali di ripresa della natalità. Secondo i dati Istat ci sono 105.000 over 65 in più nell’ultimo anno, e gli ultrasessantacinquenni costituiscono il 23,8% della popolazione totale contro il 23,5% dell’anno precedente.

 L’allentamento delle restrizioni ha dato nuovo slancio anche alle migrazioni: 286.000 italiani si sono trasferiti all’estero nell’ultimo anno, con un saldo negativo tra arrivi e partenze pari a 157.000 persone. La crisi demografica prosegue da anni, e la pandemia non ha fatto altro che aggravarla.

E’ dal 2006 che in Italia i numeri di nascite e decessi non sono in equilibrio; nel 2021 ci sono stati 7 neonati e 12 morti ogni mille abitanti. A livello complessivo i decessi sono stati 709.000, il 4,2% in meno rispetto al 2020 su cui si era abbattuta la scure del Covid: l’anno scorso il virus ha fatto 59.000 contro le 99.000 dell’anno precedente.

La popolazione residente è in riduzione costante dal 2014 quando risultava pari a 60.300.000. Al 1^ gennaio, secondo i primi dati provvisori, la popolazione scende a 58.983.000 unità, cosicché in 8 anni la perdita cumulata è pari a 1.363.000. La variazione relativa della popolazione è dunque pari al -4,3 per mille, in moderato miglioramento rispetto al 2020 (-6,8 per mille).

Scomposta nelle singole componenti tale variazione si deve a un saldo migratorio con l’estero pari a +2,7 per mille, a un ricambio naturale pari al -5,2 per mille e, infine, alle  voci riguardanti le ordinarie operazioni di allineamento e revisione delle anagrafi (saldo per altri motivi) responsabili di un -1,7 per mille.

In un quadro tendenziale dove le diseguaglianze territoriali tornano a essere evidenti, la crisi demografica colpisce maggiormente il Mezzogiorno (-6,5 per mille) e, in particolar modo, regioni come Molise (-12 per mille), Basilicata (-9,5) e Calabria (-8,6), sempre più sul procinto di essere coinvolte in una situazione da cui appare difficile poter uscire.

Ben 34 delle complessive 38 Province del Mezzogiorno presentano un tasso di variazione annuale della popolazione peggiore di quello nazionale (-4,3 per mille) e in 9 di queste la riduzione relativa è a doppia cifra: si va dal -10,6 per mille riscontrato nella Provincia di Oristano al -15,4 per mille in quella di Isernia, con in mezzo circoscrizioni importanti come Nuoro, Campobasso, Enna, Potenza, Benevento, Caltanissetta e Crotone.

Secondo il Sistema di Sorveglianza Nazionale integrata dell’ISS, nel corso del 2021 sono stati registrati 58.705 decessi attribuibili a Covid-19, in calo rispetto ai 77.165 del 2020. Tuttavia, nel 2020 una quota addizionale minima di decessi (16.000) può essere attribuita ad altre patologie concorrenti o a una parziale sottocopertura di casi Covid-19 letali.

Tale conteggio, che complessivamente dà luogo ad un eccesso di mortalità pari a 93 mila unità nel corso del 2020, lo si evince ipotizzando rischi di morte costanti pari a quelli osservati nel 2019 (647.000 decessi attesi rispetto a 740.000 rilevati).

Però se si fosse procreato con la stessa intensità e col medesimo calendario di fecondità del 2019, quando si registrarono 420.000 nascite, nel 2021 se ne sarebbero osservate circa 405.000, anziché 399.000. Dunque, il solo effetto strutturale legato al processo di invecchiamento e riduzione della popolazione femminile in età feconda comporta un calo, a parità di calendario riproduttivo, di almeno 15.000 nascite.

L’ulteriore calo di 6.000 nascite sul 2020 è frutto della reale contrazione dei livelli riproduttivi espressi, sui quali gli effetti pandemici hanno inevitabilmente esercitato una funzione.

Il numero medio di figli per donna si attesta nel 2021 a 1,25 figli per donna, dunque in lieve rialzo rispetto all’1,24 del 2020, nonostante l’ulteriore declino delle nascite. In prospettiva, al fine di contrastare la perdurante bassa natalità il Paese avrebbe bisogno non solo di fare molti più figli di quanti se ne facciano normalmente, ma anche di incrementare la base potenziale di chi potrebbe farli.

Anche perché avere figli è sempre più una scelta rinviata nel tempo e, in quanto tale, ridotta rispetto a quanti idealmente se ne desiderano. L’età media al parto ha raggiunto i 32,4 anni (+0,2 sul 2020), un parametro che segna regolari incrementi da molto tempo (30,5 nel 2002).

Anche sul piano territoriale le variazioni su base annuale della fecondità sono di modesta entità, per quanto nel Nord e nel Centro il numero medio di figli per donna cresca, rispettivamente, da 1,27 a 1,28 e da 1,17 a 1,18. Stabile è invece il Mezzogiorno, fermo a 1,24 figli per donna come nel 2020. In particolare, Basilicata (1,10 figli per donna), Molise (1,08) e Sardegna (0,99) rimangono saldamente ancorate sul valore di rimpiazzo della sola madre (cioè a un figlio per donna) che non, idealmente, a quello della coppia di genitori.

Le neo-madri del Nord e del Centro, rispettivamente con età medie al parto di 32,5 e 32,8 anni, continuano a presentare un profilo medio per età più anziano rispetto a quelle del Mezzogiorno (32 anni). Ciononostante proprio in quest’ultima ripartizione si trovano le neo-madri mediamente più anziane del Paese, quelle sarde (33 anni) e lucane (33,1).

Inoltre nel 2021 i matrimoni sono  tornati alla normalità grazie a 179.000 celebrazioni (3 per mille abitanti), quando nel 2020 se ne riscontrarono appena 97.000 (1,6 per mille). Non si tratta di un livello, quello espresso nel 2021, precisamente analogo a quello del 2019 (184.000 matrimoni) ma senz’altro in linea col trend discendente degli anni antecedenti la pandemia (270.000 matrimoni nel 2002).

Free Webcam Girls
151.11.48.50