Il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori in visita in Ucraina

Condividi su...

Fino al 16 aprile il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, fra Massimo Fusarelli, accompagnato dal ministro provinciale di Assisi, fra Francesco Piloni, ha effettuato una visita in Romania, Ucraina e Polonia.

Il Ministro Generale, in rappresentanza di tutta la sua famiglia e realtà francescana, dei fratelli consacrati, amici della famiglia laicale e dei volontari tutti, sarà così presente nel territorio del conflitto e paesi limitrofi per ascoltare, accogliere ed essere segno di prossimità per tutti coloro che oggi vivono e soffrono le ferite profonde della guerra.

Fino al 12 aprile il Ministro Generale ha partecipato ad una delegazione internazionale di leaders religiosi per un ‘Pellegrinaggio Interreligioso di solidarietà con il popolo ucraino, con l’obiettivo della missione, organizzata del Peace Department e Elijah Interfaith Institute cogliendo l’ispirazione dl Glocalities, di dimostrare con l’esempio che in tempi di guerra e di divisione possiamo e dobbiamo continuare ad appellarci ai più alti valori dell’umanità che ci uniscono e che accomunano tutte le fedi religiose.

La delegazione di leaders religiosi, che hanno effettuato la visita ai campi dei rifugiati e alla città di Chernivtsi, era composta dall’arcivescovo emerito di Canterbury, Rowan Williams (Regno Unito), il rabbino Jonathan Wittenberg (Regno Unito), il Gran Mufti Mustafa Ceric (Bosnia), l’arcivescovo Nikitas Lulias (arcivescovo ortodosso del Regno Unito), Grand Imam Yahya Pallavacini (Italia), Swami Sarvapriyananda (Hindu, India/USA) e la badessa buddista Giác Nghiêm (Francia).

Apice della visita della delegazione è stato l’evento pubblico di martedì 12 aprile, nel teatro principale di Chernivtsi in Ucraina. E’ un evento che riveste una importanza storica, come ha affermto James Sternlicht, fondatore di Peace Department:

“In questo momento, in un mondo attanagliato da una profonda oscurità, dobbiamo unirci per guarire l’umanità”, a cui fa eco il rabbino Goshen-Gottstein, fondatore e direttore esecutivo di Elijah Interfaith Institute: “Per quanto ne so, questa è la prima volta in assoluto che una delegazione interreligiosa ha intrapreso una missione di amicizia e solidarietà, entrando in un paese in guerra. Ciò è tanto più notevole se si considera l’alto livello dei rappresentanti religiosi”.

In seguito la delegazione ha fatto una breve visita ai Frati francescani della Transilvania nel santuario mariano di Csíksomlyó e quindi a Suceava in Romania e poi a Chernovtsy in Ucraina.

Dal 13 aprile, il Ministro Generale ha vistato una casa dei frati di rito greco cattolico e due case dei frati della provincia di San Michele, incontrando anche lì i rifugiati e le persone che hanno bisogno di assistenza, concludendo la visita in Polonia con l’incontro a Kalwaria con i frati ed i rifugiati che vi hanno trovato accoglienza.

Nel frattempo l’opera francescana del Coro Antoniano ha raccontato la ‘missione’ a Leopoli: “E’ stato un viaggio lungo e molto intenso, ma il desiderio di fare del bene ci ha dato la forza per affrontarlo. Al confine la situazione era molto complicata. Le persone che provavano a lasciare il proprio Paese, la propria casa, erano tantissime”.

E’ stato un racconto di ciò che è stato visto: “Quante mamme e quanti nonni si incamminavano a piedi, con le valigie in mano e i bambini tra le braccia. Erano stanchi e impauriti, ma la speranza di mettere in salvo i propri figli metteva la fatica in secondo piano. Non avremmo mai immaginato di vedere scene così tristi. Avremmo tanto voluto fare qualcosa per ognuna di quelle persone.

 Per le strade i militari stazionavano in posti di blocco preparati con i sacchi di sabbia e cemento. Sembrava di essere in un brutto film, invece purtroppo era la realtà. Vedere in prima persona quello che stava accadendo ci ha fatto capire ancora di più l’importanza di questo viaggio in Ucraina. Non siamo partiti per fare gli eroi, siamo partiti perché la voglia di aiutare era tanta ed è stata questa a guidarci”.

Anche a Leopoli la situazione non è migliore: “Le campane non suonano più, suonano solo per dare l’allarme in caso di bombardamenti, così da consentire a tutti di trovare un riparo. Molte persone hanno lasciato la loro casa perché non era più un posto sicuro e a loro il convento di san Giuseppe delle suore Benedettine ha aperto le sue porte. E’ proprio lì che ci siamo diretti e abbiamo consegnato i nostri sostegni.

Suor Chiara e suor Maria ci hanno accolto con grande gioia e ci hanno coinvolto nella vita del convento. Nella tristezza del momento c’è una cosa ci ha molto emozionato: vedere che la situazione all’interno del convento era serena e che i bambini avevano una grandissima voglia di giocare, di correre e di sorridere, nonostante ciò che succedeva intorno a loro.

Per i grandi era un po’ diverso, tra di loro la tensione si percepiva, quasi si toccava. I bimbi invece non hanno mai perso la loro energia. Alcuni di loro ci hanno anche aiutato a scaricare i pacchi e sono riusciti a trasformare anche quello in un momento di gioco e di divertimento. Facevano a gara a chi avrebbe portato prima gli scatoli all’interno del convento. Quanto si sono divertiti! Porteremo sempre nel nostro cuore i loro sorrisi”.

 Ed infine un ringraziamento per chi ha collaborato: “Siamo molto felici di aver portato a termine questa missione ed essere riusciti a regalare un sorriso e una speranza in un momento triste e difficile come questo.

Se tutto ciò è stato possibile è soprattutto merito della generosità e della grande umanità di tutti coloro che hanno donato beni e medicinali. A tutti vogliamo quindi dire un grazie infinito.Sono questi piccoli gesti a rendere possibile un futuro fatto di serenità e di speranza in cui ci riconosciamo tutti come fratelli, fratelli nella pace”.

(Foto: Antoniano)

Free Webcam Girls
151.11.48.50