Il desiderio di papa Francesco di andare a Kiev

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Mentre in Ucraina continuano i massacri della guerra dall’aereo di ritorno da Malta papa Francesco ha espresso ai giornalisti il suo desiderio di andare in Ucraina, perché ‘sta vincendo lo schema di guerra e non di pace’, sottolineando la crudeltà della guerra:

“Sempre la guerra è una crudeltà, una cosa inumana e va contro lo spirito umano, non dico cristiano, umano. E’ lo spirito di Caino. Io sono disposto a fare tutto quello che si possa fare; e la Santa Sede, soprattutto la parte diplomatica, il card. Parolin, mons. Gallagher, stanno facendo di tutto, di tutto; non si può pubblicare tutto quello che fanno, per prudenza, per riservatezza, ma siamo al limite del lavoro. Fra le possibilità c’è il viaggio.

Ci sono due viaggi possibili: uno, me lo ha chiesto il Presidente della Polonia di inviare il card. Krajewski a visitare gli ucraini che sono stati ricevuti in Polonia. Lui è andato già due volte, portando due ambulanze, ed è rimasto lì con loro ma lo farà un’altra volta, è disposto a farlo.

L’altro viaggio che qualcuno mi ha domandato, più di uno: io ho detto con sincerità che avevo in mente di andarci, ho detto che la disponibilità sempre c’è, non c’è un ‘no’ a priori, sono disponibile”.

Ed ha sottolineato che ogni guerra nasce da un’ingiustizia, perché si fabbricano le armi: “Ogni guerra nasce da un’ingiustizia, sempre. Perché è lo schema di guerra, non è lo schema di pace. Per esempio, fare investimenti per comprare le armi. Mi dicono: ma ne abbiamo bisogno per difenderci. E questo è lo schema di guerra.

Quando finì la Seconda Guerra Mondiale, tutti hanno respirato e detto ‘mai più la guerra: la pace!’, ed è incominciata un’ondata di lavoro per la pace, anche con la buona volontà di non fare le armi, tutte, anche le armi atomiche, in quel momento, dopo Hiroshima e Nagasaki. Era una grande buona volontà”.

Il papa ha ribadito che il pensiero umano è orientato alla guerra: “Noi non possiamo non siamo capaci di pensare un altro schema, perché non siamo più abituati a pensare con lo schema della pace. Ci sono stati dei grandi: Ghandi e tanti altri, che menziono alla fine di Fratelli tutti, che hanno scommesso sullo schema della pace. Ma noi siamo testardi! Siamo testardi come umanità. Siamo innamorati delle guerre, dello spirito di Caino. Non a caso all’inizio della Bibbia c’è questo problema: lo spirito ‘cainista’ di uccidere, invece dello spirito di pace”.

Inoltre ha ricordato le sue visite nei cimiteri di guerra: “Vi dico una cosa personale: quando sono andato nel 2014 a Redipuglia e ho visto i nomi, ho pianto. Davvero, ho pianto, con amarezza. Uno o due anni dopo, per il giorno dei Defunti sono andato a celebrare ad Anzio, e anche lì ho visto i ragazzi che nello sbarco di Anzio sono caduti: c’erano i nomi, tutti giovani.

E anche lì ho pianto. Davvero. Non capivo. Bisogna piangere sulle tombe. Io rispetto, perché c’è un problema politico, ma quando c’è stata la commemorazione dello sbarco in Normandia i Capi di governo si sono riuniti per commemorarlo; ma non ricordo che qualcuno abbia parlato dei trentamila soldati giovani che sono rimasti sulle spiagge.

Si aprivano le barche, uscivano ed erano mitragliati lì, sulle spiagge. La gioventù non importa? Questo mi fa pensare e mi fa dolore. Io sono addolorato per questo che succede oggi. Non impariamo. Che il Signore abbia pietà di noi, di tutti noi. Tutti siamo colpevoli!”

Comunque papa Francesco è stato soddisfatto del viaggio maltese: “Sono stato contento della visita, ho visto le realtà di Malta, un entusiasmo della gente impressionante, sia a Gozo sia a Malta, La Valletta e le altre località. Un entusiasmo grande sulle strade, sono rimasto stupito. E’ stata un po’ breve”.

E si è soffermato sui migranti: “Il problema dei migranti è grave perché sia Grecia, Cipro, Malta, Italia, Spagna, sono i Paesi più vicini all’Africa e al Medio Oriente e sbarcano qui, arrivano qui. I migranti vanno accolti sempre! Il problema è che ogni governo deve dire quanti ne può ricevere normalmente perché possano vivere lì. Per questo ci vuole un’intesa con i Paesi dell’Europa, che non tutti sono disposti a ricevere i migranti”.

Ha chiesto all’Europa di essere collaborativa con le nazioni che accolgono i migranti: “Almeno non lasciare tutto il peso a questi Paesi limitrofi che sono così generosi, e Malta è uno di loro. Oggi sono stato nel centro di accoglienza dei migranti e le cose che ho sentito lì sono terribili: la sofferenza di questi per arrivare qui e poi i lager che ci sono sulla costa libica, quando sono mandati indietro. Questo sembra criminale. E per questo credo che è un problema che tocca il cuore di tutti”.

Il papa ha chiesto gesti di solidarietà come quelli che si stanno facendo con gli ucraini: “Così come l’Europa sta facendo con tanta generosità posto agli ucraini che bussano alla porta, così anche agli altri che vengono dal Mediterraneo.

Questo è un punto con cui ho finito la visita e mi ha toccato tanto, perché ho sentito le testimonianze, le sofferenze, che sono più o meno come quelle che sono in quel libro piccolino che è uscito, Hermanito, in spagnolo, ‘Fratellino’, e tutte le via crucis di questa gente. Uno che ha parlato oggi ha dovuto pagare quattro volte. Vi chiedo di pensarci, su questo”.

(Foto: Santa Sede)

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