Papa Francesco alla Federazione Italiana dell’Autismo: promuovere la cultura dell’inclusione

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Sabato 2 aprile si è celebrata la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, istituita nel 2007 dall’assemblea generale dell’Onu. La ricorrenza richiama l’attenzione sui diritti delle persone colpite da disturbi nello spettro autistico.

Fu proposta dalla rappresentante del Qatar alle Nazioni Unite, la sceicca Mozah bint Nasser al-Missned, consorte dello sceicco Hamad bin Khalifa al-Thani, emiro del Qatar, e sostenuta da tutti gli stati membri. Fu approvata dal consiglio Onu il 1 novembre 2007 e adottata il 18 dicembre 2007, quando venne fissata in calendario. La prima fu celebrata il 2 aprile 2008, nel 60^ anniversario della Dichiarazione dei diritti umani.

Ecco cosa è l’autismo secondo il nel portale ‘I health you’: “I disturbi dello spettro autistico sono problematiche neurologiche di origine multifattoriale sulla cui insorgenza la ricerca è ancora in corso. Si caratterizzano per l’alterazione delle modalità con cui le persone interagiscono, comunicano, apprendono e si comportano.

Le tipologie che rientrano nella categoria ‘autismo’ sono numerose. Le principali sono disturbo autistico, sindrome di Asperger, disturbo pervasivo dello sviluppo, disturbo disintegrativo dell’infanzia sono classificate nel manuale diagnostico e statistico di riferimento per i disturbi psichiatrici, sotto un’unica voce, ma fino al 2013 venivano distinte come patologie differenti”.

Secondo i dati forniti dal ministero della Salute si stima che in Italia 1 bambino su 77 di età compresa tra i 7 e i 9 anni abbia avuto diagnosi di disturbo dello spettro autistico. Colpiti di più i maschi, in misura 4,4 volte superiore rispetto alle femmine.

E da Cascia suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia e presidente della Fondazione Santa Rita da Cascia onlus, ha incontrato i genitori dei ragazzi del Centro diurno ‘La Semente’ di Spello (PG), gestito da ANGSA Umbria (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) con l’assessorato alla Sanità della Regione Umbria:

“Aver incontrato nel nostro monastero i ragazzi del Centro ‘La Semente’ di Spello ha emozionato noi monache, soprattutto perché avremmo voluto farlo prima ma il covid ce l’ha impedito. Il legame con questa bella realtà umbra che si occupa di autismo, è nato nel 2020 in piena pandemia, quando abbiamo teso loro la mano per garantire il servizio anche a domicilio, chiedendo alla Fondazione ‘Santa Rita da Cascia onlus’ di intervenire.

Oggi, conoscerli c’ha fatto vedere i frutti della nostra donazione e capire quant’è importante continuare a cercare nuovi bisogni, vicini e lontani, a cui rispondere concretamente con l’amore che Rita ci insegna”.

Il lavoro della Fondazione ‘Santa Rita da Cascia onlus’ nel 2020 ha permesso alle agostiniane di devolvere 50.000 mila euro al Centro diurno ‘La Semente’ di Spello, come ha dichiarato Paola Carnevali Valentini, Presidente di ANGSA Umbria:

“L’aiuto ricevuto ha fatto davvero la differenza quando il nostro impegno ventennale in sostegno ai giovani adulti autistici e alle famiglie, propedeutico all’inserimento nel mondo del lavoro, rischiava di fermarsi a causa del covid. Invece, abbiamo superato la crisi e nel 2021 sono stati realizzati anche nuovi servizi, come psicoterapia e ippoterapia. Perché quando la fede si concretizza in atti d’amore reali, il mondo diventa un posto migliore dove continuare a sperare”.

Mentre venerdì scorso papa Francesco ha incontrato i membri della Federazione Italiana dell’Autismo, congratulandosi per promuovere la cultura dell’inclusione:

“La disabilità, in ogni sua forma, rappresenta una sfida e un’opportunità per costruire insieme una società più inclusiva e civile, dove i familiari, gli insegnanti e le associazioni come la vostra non siano lasciati soli ma siano sostenuti.

Per questo è necessario continuare a sensibilizzare sui vari aspetti della disabilità, abbattendo i pregiudizi e promovendo la cultura dell’inclusione e dell’appartenenza, fondata sulla dignità della persona”.

Il papa ha sottolineato il valore della dignità: “E’ la dignità di tutti quegli uomini e quelle donne più fragili e vulnerabili, troppo spesso emarginati perché etichettati come diversi o anzi inutili, ma che in realtà sono una grande ricchezza per la società. In effetti, si rimane positivamente sorpresi scoprendo tanti casi di persone con disabilità che fanno una buona esperienza lavorativa, offrendo così una testimonianza significativa a tutti noi”.

Inoltre ha proposto la figura di santa Margherita da Città di Castello: “Ma non c’è solo l’ambito del lavoro, c’è tutta la vita della persona, diremmo la sua ‘vocazione’. Pensiamo all’esempio di Santa Margherita da Città di Castello, la giovane con disabilità che mise la sua vita nelle mani del Signore per dedicarsi completamente alla preghiera e all’assistenza dei poveri…

La parabola evangelica del buon samaritano indica la strada per una società più fraterna. E su questa strada le persone con disabilità non sono solo oggetto di cura, ma anche soggetto, questo è molto importante! Il samaritano può essere la stessa persona con disabilità, con autismo, che si fa prossimo all’altro, ponendo i propri talenti al servizio della comunità”.

L’altro punto segnalato dal papa è la partecipazione: “Un aspetto essenziale della cultura dell’inclusione è la possibilità per le persone con disabilità di partecipare attivamente. Non chiuderle, no, partecipare. Metterle al centro vuol dire, oltre che abbattere le barriere fisiche, anche far sì che possano prendere parte alle iniziative della comunità civile ed ecclesiale dando il loro contributo.

A tale scopo, si tratta di sostenere il loro progetto di vita attraverso l’accesso all’educazione, all’occupazione e agli ambiti del tempo libero, in cui socializzare ed esprimere la propria creatività. Questo richiede un cambiamento di mentalità”.

Infine un invito all’economia solidale come forma inclusiva: “Come ci sono una cultura dello scarto e un’altra dell’inclusione, così ci sono un’economia che scarta e un’economia che include. E questo è di tutti i giorni: c’è lo scarto e l’inclusione, in tutta la vita, anche nell’economia.

Da sempre, a partire dalla prima comunità cristiana di Gerusalemme, attraverso tante e molteplici esperienze, il Vangelo ispira a mettere la fraternità al centro dell’economia, perché poveri, emarginati e persone con disabilità non vengano esclusi. Mettere la fraternità al centro dell’economia; non l’egoismo, non il profitto personale, la fraternità”.

(Foto: Santa Sede)

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