Cei: accogliere i profughi ucraini

Condividi su...

La guerra in Ucraina, che sta provocando morte e distruzione oltre ad alimentare tensioni e inquietudini a livello internazionale, è stata al centro delle riflessioni e delle preghiere del Consiglio Episcopale Permanente che si è riunito a Roma sotto la guida del card. Gualtiero Bassetti, il cui mandato scade a maggio.

Nel ribadire la disponibilità all’accoglienza dei profughi e nell’invocare un iter veloce di riconoscimento della protezione temporanea, i vescovi si sono soffermati sulla pace, richiamando il magistero pontificio e i documenti della CEI sul tema.

Inoltre, hanno formulato la richiesta di manifestare la solidarietà della Chiesa che è in Italia alla Chiesa ucraina con un gesto concreto, la cui realizzazione è stata affidata al discernimento del Presidente, e di vivere un momento di preghiera per la pace durante le celebrazioni della Domenica delle Palme.

I Vescovi del Consiglio Permanente hanno quindi approfondito il tema dell’accoglienza dei profughi, in maggioranza donne e minori, sollecitati dalla testimonianza del direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, che ha guidato una delegazione al confine con l’Ucraina, in Romania, Moldavia e Polonia per manifestare la solidarietà della Chiesa che è in Italia.

Proprio mentre erano in corso i lavori del Consiglio Permanente, centinaia di cittadini ucraini sono arrivati in Italia, grazie ai voli umanitari organizzati da Caritas Italiana in collaborazione con Solidaire e il supporto di Open Arms, e presi in carico da una ventina di Caritas diocesane.

Mentre si è apprezzata la scelta di un’accoglienza diffusa sul territorio e l’impegno di famiglie, parrocchie e istituti religiosi, comunità greco-cattoliche ucraine, con il coordinamento delle Caritas e il sostegno della Migrantes, in collaborazione con le Prefetture e la Protezione civile, è stato auspicato un iter veloce di riconoscimento della protezione temporanea, per permettere l’inserimento nel mondo del lavoro e l’autonomia, la partecipazione degli alunni alla vita scolastica – in Italia o attraverso il collegamento con le scuole in Ucraina – la tutela sanitaria, la mobilità nel territorio europeo.

 A questo proposito, si è richiamata l’esigenza di un unico modello convenzionale per tutti i rifugiati che continuano ad approdare nelle nostre terre, evitando disparità di trattamento e avviando un superamento dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) per una scelta di servizi di accoglienza personalizzati nei Comuni.

Una preoccupazione particolare è stata segnalata in ordine ai minori non accompagnati o accompagnati da figure adulte o parentali diverse dai genitori, perché sia attivato da subito il percorso con i servizi sociali e il Tribunale dei minori per un affidamento familiare.

Durante i lavori, i vescovi si sono concentrati sul Cammino sinodale che in tutte le Diocesi italiane ha permesso di attivare percorsi di ascolto e coinvolgimento di numerose persone e realtà, facendo riscoprire il senso di appartenenza alla comunità e mostrando il volto di una Chiesa accogliente e attenta. In vista delle prossime tappe, il Consiglio ha approvato il cronoprogramma elaborato dal Gruppo di Coordinamento nazionale che contiene le linee operative per raggiungere gli obiettivi prefissati per il primo anno.

Un approfondimento ha riguardato lo stato dell’arte delle attività di prevenzione, formazione e accoglienza per le vittime di abusi promosse attraverso i Servizi diocesani per la tutela dei minori e i 140 Centri d’ascolto già costituiti. Al riguardo, i vescovi intendono promuovere una migliore conoscenza del fenomeno per valutare e rendere più efficaci le misure di protezione e prevenzione. Nel riaffermare l’impegno a favore dei sofferenti e dei loro familiari, il Consiglio Permanente ha auspicato l’avvio di un dialogo costruttivo e scevro da polarizzazioni sterili sul fine vita.

Ad oggi, a fronte di una sostanziale coincidenza numerica tra i Servizi diocesani costituiti e le 226 Diocesi italiane, si rileva come già in 140 di esse siano stati attivati anche i cosiddetti Centri di ascolto, raggiungendo un’incidenza di presenza territoriale che supera il 70% del totale. Al riguardo, i Vescovi intendono promuovere una migliore conoscenza del fenomeno per valutare e rendere più efficaci le misure di protezione e prevenzione.

Free Webcam Girls
151.11.48.50