La Chiesa invoca san Charbel per la pace

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Lunedì 21 marzo papa Francesco ha ricevuto  il presidente della Repubblica del Libano, Michel Aoun, il quale si è successivamente incontrato con il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Durante i colloqui è stata sottolineata l’importanza delle buone relazioni diplomatiche che intercorrono tra la Santa Sede e il Libano, delle quali quest’anno ricorre il 75° anniversario,soffermandosi sulle gravi problematiche socio-economiche che il Paese sta vivendo e sulla situazione dei rifugiati, auspicando che l’aiuto della Comunità internazionale, le prossime elezioni legislative e le riforme necessarie possano contribuire a rafforzare la coesistenza pacifica tra le varie confessioni religiose che vivono nel Paese dei Cedri.

Mentre martedì 22 marzo il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha presieduto nella chiesa dell’Immacolata – Monastero di San Charbel a Roma, affidata ai monaci libanesi maroniti, la Santa Messa in rito latino in occasione della ricorrenza mensile di San Charbel alla presenza del presidente della Repubblica del Libano, Michel Aoun:

“La ricorrenza mensile della memoria di San Charbel convoca ancora in questa Chiesa divenuta un polmone spirituale della città di Roma tanti fedeli, che hanno trovato nel monastero dei religiosi libanesi maroniti un luogo ove alimentare il proprio cammino di fede, attraverso la preghiera, la celebrazione dei sacramenti, e la richiesta di grazie al Signore per l’intercessione di un figlio illustre del Libano e della Chiesa Maronita.

Potremmo dire che il Paese dei Cedri ha fatto così un dono alla città e alla Chiesa di Roma, portando anche qui la luce che promana dalla testimonianza di vita di San Charbel, come già è accaduto in moltissimi altri luoghi del mondo”.

Nell’omelia il prefetto ha sottolineato il bisogno di stabilire relazione: “Se siamo consapevoli di questo ogni giorno, allora siamo capaci di stabilire relazioni giuste gli uni con gli altri, e di edificare una società giusta.

Diversamente facciamo aumentare solo lo scontro e la litigiosità: il dramma però, di cui ci sarà richiesto conto, è che se accade questo la comunità cristiana, non solo in Libano, anziché essere la lampada posta in alto per fare luce nell’oscurità, diventa motivo di scandalo e confusione per gli altri fratelli e sorelle in umanità.

San Charbel, nella notte dell’incomprensione dei fratelli e del peccato dell’umanità, ha tenuto sempre accesa la fiaccola di Dio, alimentandola con l’olio della preghiera, della consegna di sé e del sacrificio. Ci aiuti oggi e sempre, a seguire i suoi passi”.

Infine ha invitato i libanesi a pregare in comunione con il papa per la pace in Ucraina: “Il Libano soprattutto è protetto dalla preghiera di Maria, la Tutta Santa, con i santuari a Lei dedicati e le sue imponenti statue che ci fanno sentire quasi fisicamente sotto il suo manto materno: sono certo che anche ad Harissa, a Magdouche, a Zahle e in tanti altri luoghi venerdì i figli e le figlie del Libano si uniranno al Santo Padre nella consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria.

Se un popolo nella prova, come quello Libanese, saprà offrire la sua preghiera per un altro popolo che soffre, certamente il Signore ricolmerà della sua benedizione coloro che lo invocano, perché hanno mostrato di essere fratelli nella prova e nel dolore, e lo saranno ancora di più nella pace e nella riconciliazione che supplichiamo vengano presto”.

(Foto: Congregazione delle Chiese orientali)   

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