Papa Francesco riforma la curia con l’invito a predicare il Vangelo

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“Non presenterà nulla di nuovo rispetto quanto si sta vedendo finora. Forse qualche dettaglio, qualche cambiamento riguardo a dicasteri che si uniscono, due o tre dicasteri in più, ma è già stato tutto annunciato: per esempio, Educazione si unirà a Cultura. Propaganda fide si unirà al dicastero della Nuova Evangelizzazione. Ma è stato tutto già annunciato. Non ci sarà nulla di nuovo rispetto a quanto è stato promesso che si sarebbe fatto”: così aveva detto papa Francesco a settembre dello scorso anno durante l’intervista alla catena radiofonica spagnola Cope.

E nella festività di san Giuseppe, decimo anniversario di inizio pontificato, è stata emanata la Costituzione apostolica ‘Praedicate Evangelium’, che riforma la Curia Romana dal prossimo giugno: 14 delle 31 note si riferiscono alle sessioni, alle costituzioni e ai decreti del Vaticano II, e di queste ben 10 solamente ai capi della Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II, come aveva detto nel discorso del 22 dicembre 2016:

“Non c’è dubbio che nella Curia il significato della riforma può essere duplice: anzitutto renderla conforme alla Buona Novella, che deve essere proclamata gioiosamente e coraggiosamente a tutti, specialmente ai poveri, agli ultimi e agli scartati, conforme ai segni del nostro tempo e a tutto ciò che di buono l’uomo ha raggiunto, per meglio andare incontro alle esigenze dell’umanità che siamo chiamati a servire.

Al tempo stesso si tratta di rendere la Curia più conforme al suo fine, che è quello di collaborare al ministero proprio del Successore di Pietro”.

Nel preambolo della Costituzione apostolica papa Francesco invita la Chiesa all’annuncio del Vangelo: “A questo essa è stata chiamata: per annunciare il Vangelo del Figlio di Dio, Cristo Signore, e suscitare con esso in tutte le genti l’ascolto della fede. La Chiesa adempie il suo mandato soprattutto quando testimonia, in parole e opere, la misericordia che ella stessa gratuitamente ha ricevuto.

Di ciò il nostro Signore e Maestro ci ha lasciato l’esempio quando ha lavato i piedi ai suoi discepoli e ha detto che saremo beati se faremo anche noi così… Facendo così, il popolo di Dio adempie al comando del Signore, il quale chiedendo di annunciare il Vangelo, sollecitò a prendersi cura dei fratelli e delle sorelle più deboli, malati e sofferenti”.

Quindi l’annuncio del Vangelo è la missione della Chiesa: “Nel contesto della missionarietà della Chiesa si pone anche la riforma della Curia romana. Fu così nei momenti in cui più urgente si avvertì l’anelito di riforma, come avvenuto nel XVI secolo, con la Costituzione apostolica ‘Immensa aeterni Dei’ di Sisto V (1588) e nel XX secolo, con la Costituzione apostolica ‘Sapienti Consilio’ di Pio X (1908). Celebrato il Concilio Vaticano II, Paolo VI, riferendosi esplicitamente ai desideri espressi dai Padri Conciliari, con la Costituzione apostolica ‘Regimini Ecclesiae universae’ (1967), dispose e realizzò una riforma della Curia. Successivamente, Giovanni Paolo II promulgò la Costituzione apostolica ‘Pastor bonus’ (1988), al fine di promuovere sempre la comunione nell’intero organismo della Chiesa”.

Per tale motivo la Chiesa deve tenere conto che ogni cristiano è un discepolo missionario: “Non si può non tenerne conto nell’aggiornamento della Curia, la cui riforma, pertanto, deve prevedere il coinvolgimento di laiche e laici, anche in ruoli di governo e di responsabilità.

La loro presenza e partecipazione è, inoltre, imprescindibile, perché essi cooperano al bene di tutta la Chiesa e, per la loro vita familiare, per la loro conoscenza delle realtà sociali e per la loro fede che li porta a scoprire i cammini di Dio nel mondo, possono apportare validi contributi, soprattutto quando si tratta della promozione della famiglia e del rispetto dei valori della vita e del creato, del Vangelo come fermento delle realtà temporali e del discernimento dei segni dei tempi”.

Quindi la Costituzione apostolica, formata da 250 articoli, riforma i dicasteri, accorpandone alcuni od istituendone nuovi, ma anche formulando la valorizzazione dei laici: “Il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita è competente per la valorizzazione dell’apostolato dei fedeli laici, la cura pastorale dei giovani, della famiglia e della sua missione secondo il disegno di Dio, degli anziani e per la promozione e la tutela della Vita.

Nel perseguire le proprie competenze, il Dicastero intrattiene relazioni con le Chiese particolari, con le Conferenze episcopali, le loro Unioni regionali e continentali, le Strutture gerarchiche orientali e altri Organismi ecclesiali, promovendo lo scambio tra essi e offrendo la sua collaborazione affinché siano promossi i valori e le iniziative connesse a tali materie”.

Il papa chiede che tale dicastero collabori con le associazioni ecclesiali laicali: “Nell’animare e incoraggiare la promozione della vocazione e della missione dei fedeli laici nella Chiesa e nel mondo, il Dicastero collabora con le diverse realtà ecclesiali laicali in modo che i fedeli laici condividano nella pastorale e nel governo della Chiesa sia le loro esperienze di fede nelle realtà sociali, sia le proprie competenze secolari”.

Particolare attenzione è riservato alle giovani coppie: “Il Dicastero esprime la particolare sollecitudine della Chiesa per i giovani, promuovendone il protagonismo in mezzo alle sfide del mondo. Sostiene le iniziative del Romano Pontefice nell’ambito della pastorale giovanile e si pone al servizio delle Conferenze episcopali e delle Strutture gerarchiche orientali, delle associazioni e movimenti giovanili internazionali, favorendone la collaborazione e organizzando incontri a livello internazionale”.

Inoltre il papa sottolinea che tale dicastero approfondisca lo studio sul rapporto ‘uomo-donna’: “Il Dicastero si adopera per approfondire la riflessione sul rapporto uomo-donna nella rispettiva specificità, reciprocità, complementarietà e pari dignità. Offre il suo contributo alla riflessione ecclesiale sull’identità e la missione della donna e dell’uomo nella Chiesa e nella società promuovendone la partecipazione, valorizzando le peculiarità femminili e maschili ed anche elaborando modelli di ruoli guida per la donna nella Chiesa”.

Il dicastero è chiamato a valutare le proposte: “E’ compito del Dicastero, d’intesa con gli altri Dicasteri interessati, valutare e approvare le proposte delle Conferenze episcopali relative all’istituzione di nuovi ministeri e uffici ecclesiastici da affidare ai laici, secondo le necessità delle Chiese particolari.

Nell’ambito della propria competenza, il Dicastero accompagna la vita e lo sviluppo delle aggregazioni di fedeli e dei movimenti ecclesiali; riconosce o erige in conformità con le disposizioni della legge canonica quelli che hanno un carattere internazionale e ne approva gli Statuti, salva la competenza della Segreteria di Stato; tratta altresì eventuali ricorsi gerarchici relativi alla vita associativa e all’apostolato dei laici”.

Inoltre è chiamato a promuovere la pastorale familiare e la trasmissione della fede: “Il Dicastero promuove la pastorale del matrimonio e della famiglia sulla base degli insegnamenti del Magistero della Chiesa. Si adopera per garantire il riconoscimento dei diritti e dei doveri dei coniugi e della famiglia nella Chiesa, nella società, nell’economia e nella politica.

Promuove incontri ed eventi internazionali. In coordinamento con i Dicasteri per l’Evangelizzazione e per la Cultura e l’Educazione, il Dicastero sostiene lo sviluppo e la diffusione di modelli di trasmissione della fede nelle famiglie ed incoraggia i genitori ad una concreta vita di fede nella quotidianità. Promuove inoltre modelli di inclusione nella pastorale e nell’educazione scolastica”.

Ma sostiene anche la procreazione, studiando le cause della crisi matrimoniale: “Il Dicastero studia ed approfondisce, con il supporto di esperti, le maggiori cause di crisi dei matrimoni e delle famiglie, con attenzione particolare alle esperienze delle persone coinvolte nei fallimenti matrimoniali, con riguardo specialmente ai figli, al fine di favorire una maggiore presa di coscienza del valore della famiglia e del ruolo dei genitori nella società e nella Chiesa.

Il Dicastero sostiene iniziative in favore della procreazione responsabile, come pure per la tutela della vita umana dal suo concepimento fino al suo termine naturale, tenendo presenti i bisogni della persona nelle diverse fasi evolutive.

Il Dicastero promuove e incoraggia le organizzazioni e associazioni che aiutano la famiglia e le persone ad accogliere e custodire responsabilmente il dono della vita, specialmente nel caso di gravidanze difficili e a prevenire il ricorso all’aborto.

Sostiene altresì programmi e iniziative delle Chiese particolari, delle Conferenze episcopali e delle Strutture gerarchiche orientali volti ad aiutare le persone coinvolte in un aborto”.

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