Un Papa autentico. La svolta di Bergoglio sulla strada di Wojtyła. 25 marzo 2022: la Consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolata di Maria

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La celebrazione. Dichiarazione del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, 15 marzo 2022: «Venerdì 25 marzo, durante la Celebrazione della Penitenza che presiederà alle ore 17:00 nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco consacrerà all’Immacolato Cuore di Maria la Russia e l’Ucraina. Lo stesso atto, lo stesso giorno, sarà compiuto a Fatima da Sua Eminenza il Cardinale Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, come inviato del Santo Padre». Consacrando Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, Francesco ricalca nettamente i predecessori. Così spiazza i circoli progressisti che lo osannavano.

I pastorelli. La consacrazione era stata chiesta dalla Madonna ai tre pastorelli di Fatima il 13 maggio 1917.

Il nuovo linguaggio. Bergoglio ha cambiato registro e si è allontanato dal linguaggio trendy dei circoli progressisti parigini e newyorchesi: ha predicato contro il gender, spiegato che l’aborto è come ingaggiare un killer.

La prima pagina. Soltanto tre giornali nel mondo hanno dato un risalto cosmico, da prima pagina, alla decisione del Papa. Gli altri sono sconcertati. Di colpo Francesco è uguale, identico, a tutti i Papi degli ultimi cento anni.

Una chiesa della città di Mariupol fortemente danneggiata dai bombardamenti russi (LaPresse).

Dev’essere impazzito. I quotidiani più importanti d’Italia e del mondo devono essersi passati questo messaggio per telepatia. E nessuno ha voluto la notizia in prima pagina. Consacrazione? Cuore Immacolato? Sarebbe questa l’alta strategia papale per la pace? Ovvio sia stata giudicata laicamente irrilevante. Persino nociva per l’immagine di un Papa fino a un attimo prima idolatrato perché sensato, conforme al pensiero politically correct.

In realtà è da circa un anno, che Bergoglio ha cambiato registro e si è allontanato dal linguaggio trendy dei circoli progressisti parigini e newyorchesi: ha predicato contro il gender, spiegato che l’aborto è come ingaggiare un killer, criticato la globalizzazione e il governo mondiale che schiacciai popoli e li omologa. Da un anno conferma gli insegnamenti di Montini-Wojtyła-Ratzinger, ma si poteva lasciar passare, alla fine ci avrebbero pensato i cardinali tedeschi a raddrizzarlo. Ma stavolta no, e i tenutari del giomale unico mondiale hanno deciso: non è più lui, non può essere Francesco quello che invece di telefonare a Biden, Purin, Xi, Zelenski, Macron (il quale ultimo – sia detto tra parentesi – ha telefonato a tutti, forse anche al sottoscrittto, ma non al Vescovo di Roma, forse perché non ha puntato il dito contro nessuno); non può essere Francesco il Papa che per ottenere la pace e far rinfoderare i missili ipersonici nucleari propone «la consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria».

Le parole

Ha usato proprio queste parole identiche a quelle di tutti i Papi del XX secolo. Soprattutto non le ha buttate lì, essendo il Pontefice romano, come condimento cattolico a un ragionamento geopolitico mondano. No. Per lui la geopolitica celeste, il riferimento a un Dio che si è incarnato attraverso una ragazza ebrea, è l’ultima risorsa dell’umanità quando l’orrore della guerra ha spezzato le dighe della ragione, e la storia obbedisce a istinti che stanno per condurre più in là dell’abisso. Invece di radunare un vertice tra potenti, convoca l’umanità a guardare alla «Vergine Madre» (Dante) per domandare il miracolo. Chiede a chi vuole e può di unirsi dalle proprie dimore il 25 marzo a lui in San Pietro o al suo Cardinale elemosiniere a Fatima, nella richiesta che la salvezza venga dall’alto, da una giovane donna dal cuore puro.

Ma dai? Sul serio? Via dalle prime pagine. Una notiziola di colore. Colore da madonnaro, ovvio. Ancora non ci si crede. Possibile che consacrarsi al cuore di Maria sia la risorsa più razionale che un Papa sveglio e à la page come Bergoglio può escogitare? Ma certo. E questo il cristianesimo romano e apostolico, in fondo così umano: resta solo da chiedere l’impossibile a chi l’impossibile ha sperimentato. Implorare l’impossibile – cioè la pace – dalla donna che duemila anni fa recepì perfettamente il discorso dell’Angelo Gabriele che le rivelava l’assurdo destino cui era chiamata. Lei credette, perché «nulla è impossibile a Dio». E lei nei millenni ne è stata è il riflesso popolare. Fino alla chiarezza estrema del messaggio di Fatima del 13 maggio 1917 a Francesco, Giacinta e Lucia, di professione apprendisti pastori. Si noti: il 1° agosto di quell’ anno Benedetto XV inviò la lettera in cui definì «inutile strage» da far cessare subito quella guerra, insensata come tutte.

Notizia nascosta

Rivolgersi al Cuore Immacolato come chiedeva la Madonna a Fatima, consacrare la Russia. Certo, tutto questo è suscettibile di disagi politici, di nervosismi degli apparati, ma trattasi di errore di prospettiva. Non è questo il punto che Pio XII (che ha ufficializzato la festa del Cuore Immacolato il 25 marzo, giorno del concepimento di Cristo), Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno sistematicamente rivendicato: quando l’essere umano (me e te) è onesto con sé stesso riconosce che la sua natura autentica è di essere bisognoso, il nulla incombe su di lui, e allora anche da ateo deve essere mendicante e chiedere il silenzio dei cannoni, il sorriso dei bambini e dei vecchi, il desinare povero ma sereno delle famiglie, a quella creatura «umile e alta» che nei millenni è stata ed è ancora «di speranza fontana vivace» (ancora la Divina Commedia, XXXIII Canto del Paradiso, ci soccorre). E così solo tre giornali nel mondo, a quanto ci risulta, hanno dato un risalto cosmico, da prima pagina, alla decisione del Papa che sintetizziamo con il titolo dell’Osservatore Romano di ieri pomeriggio: «II 25 marzo il Papa consacrerà Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria» (oltre a Libero, anche Avvenire).

Capiamo lo sconcerto. Francesco non sembra più il Bergoglio dei movimenti popolari che inventa slogan rivoluzionari sostenendo i limiti della proprietà privata, il diritto degli sfruttati a ribellarsi. Di colpo è uguale, identico, sia pure con il suo modo dolce e familiare di parlare, a tutti i Papi degli ultimi cento anni. Hanno un bel dire che la novità di questo Papa è il saper usare un linguaggio perfetto per il mondo d’oggi. Molto laico. Molto politico. La sinistra lo ritiene il suo leader mondiale per la dottrina sociale. Da destra lo si critica esattamente per questo. Ed ecco che dice alcune parole fuori squadra, dirette direttissime verso il cielo, antiche e comprensibili a chiunque. Il cuore chi non sa cosa sia, ben al di là della sua funzione di pompa: è il tutto della coscienza. Immacolato significa ovviamente senza macchia, ma la macchia è l’ombra che ci penetra anche nei momenti più teneri. Consegnandosi a quel cuore, significa essere accarezzati e perdonati come figli. E questo ce lo dice proprio Francesco che aveva definito la Madonna «influencer» per compiacere i giovani, mentre adesso non esita a ricalcare il messaggio di Fatima. Forse in modo ancora più netto dei predecessori.

«La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento».

«Alzammo gli occhi alla Madonna che ci disse con bontà e tristezza: “Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio cuore immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segnale che Dio vi dà del fatto che si appresta a punire il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedire tutto questo, sono venuta a chiedere la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolterete le Mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace. Altrimenti diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Infine il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace».

[Apparizione della Madonna a Fatima il 13 maggio 1917]

A Fatima la Madonna aveva chiesto espressamente questa consacrazione della Russia, in unione a tutti Vescovi, altrimenti avrebbe diffuso «i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte».

Giovanni Paolo II

Nel 1984 San Giovanni Paolo II usò queste parole: «O Madre degli uomini e dei popoli, Tu che conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, Tu che senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo contemporaneo, accogli il nostro grido che, mossi dallo Spirito Santo, rivolgiamo direttamente al Tuo Cuore: abbraccia con amore di Madre e di Serva del Signore, questo nostro mondo umano, che Ti affidiamo e consacriamo, pieni di inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini e dei popoli. In modo speciale Ti affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni, che di questo affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno». Ora Francesco precisa: Russia e Ucraina. La nostra Russia e la nostra Ucraina. Non è in ritardo. Ma è l’ultima ora probabilmente.

Benedetto XVI, che scelse il nome di Benedetto anche in onore del predecessore con il medesimo nome, visitò imprevedibilmente Fatima nel maggio 2010. Pregò e pregò. Poi sostenne due cose con i giornalisti: che il famoso e cosiddetto terzo segreto non aveva esaurito la sua minaccia, ma che comunque alla fine «la misericordia è più forte».

PS: nel tardo pomeriggio di ieri c’è stata una videochiamata tra Francesco e il Patriarca Kirill di Russia [QUI]. Buon segno.

Renato Farina

Questo articolo è stato pubblicato oggi su Libero Quotidiano.

Quando Wojtyła mandò un inviato a consacrare la Russia al Cuore Immacolata di Maria
di Luciano Regolo
Famigliacristiana.it, 16 marzo 2022


Nel 1984 il Vescovo slovacco Pavel Hnilica (1921-2006) fu mandato da Giovanni Paolo II in URSS per affidare la Russia alla Madonna. Il racconto di quella missione segreta. E la profezia di don Dolindo Ruotolo che anticipò l’avvento di Karol Wojtłla e la fine del comunismo.
Ha fatto il giro del mondo, consolidando negli anni il feeling tra Don Dolindo Ruotolo, Servo di Dio, e il popolo polacco, la notizia del documento firmato di suo pugno il 2 luglio 1965. Si tratta di una cartolina con l’effigie di «Maria Regina Gloriosissima» diretta a un diplomatico della Polonia, il Conte Vitold laskowski, in cui si presagisce l’avvento di Giovanni Paolo II e il crollo del Muro di Berlino, rispettivamente con 13 e 24 anni di anticipo. Il manoscritto, la cui copia fu autenticata il 24 marzo1979 dal Vescovo slovacco Pavel Hnilica, amico personale di Wojtyła, riguarda la fine del comunismo. Sono parole della Madonna che Don Dolindo riporta dopo averle sentite nel suo intimo: «Maria all’anima. Il mondo va verso la rovina, ma la Polonia, come ai tempi di [Giovanni, ndr] Sobieski, per la devozione, sarà oggi come i 20 mila che salvarono l’Europa e il mondo dalla tirannia turca [sotto le mura di Vienna nel 1683, ndr].  Ora la Polonia libererà il mondo dalla più grave tremenda tirannia comunista. Sorge un nuovo Giovanni, che con marcia eroica spezzerà le catene, oltre i confini imposti dalla tirannide comunista. Ricordalo. Benedico la Polonia. Ti benedico. Beneditemi. Il povero don Dolindo Ruotolo, Via Salvator Rosa 58, Napoli».
Questo prezioso documento per molto tempo si credette perduto. Ne fu invece trovata una copia nel 1978, proprio l’anno dell’elezione al soglio pontificio di Karol Wojtyła, il «nuovo Giovanni», da una delle figlie spirituali che proseguivano l’opera dell’Apostolato Stampa. La scoperta, dopo lunga ricerca sulla base di un vago ricordo, parve miracolosa: ma dove si trovava adesso l’originale? Erano passati ben 13 anni. telefonarono a vari monasteri, perché qualcuno aveva detto che questo Laskowski era un camaldolese. Fu poi rintracciato, grazie a una sorta di incessante tam-tam tra Napoli e Varsavia, il vero destinatario di quel messaggio, il Conte Vitold Laskowski, il quale spiegò che neppure lui possedeva più l’originale: lo aveva donato al Vescovo slovacco Pavel Hnilica, profugo negli anni della dittatura comunista.
Com’era prevedibile, tuttavia, il presule non ricordava dove avesse riposto anni addietro l’immaginetta-cartolina con lo scritto di Don Dolindo. Mise a soqquadro le carte, frugò ovunque, ma non la trovava. per questo nel 1979 autenticò la copia portatagli dalla figlia spirituale di Don Dolindo. Sul documento vi è anche il timbro del Vicariato romano. Verso il 2005, l’anno della morte di Giovanni Paolo II, l’originale fu finalmente ritrovato in una cassa da Suor Eugenia Giussani, una religiosa della Famiglia di Maria che assistette sino all’ultimo Monsignor Hnilica. Il Vescovo allora mi chiamò più volte: voleva venire di persona a Napoli per portarmela con le sue mani e pregare con me sulla tomba di Don Dolindo a San Giuseppe dei Vecchi. Ma non ce la fece: era già molto ammalato e morì nel 2006. L’immaginetta, tuttavia, mi fu portata ugualmente, dopo la sua scomparsa, da Suor Eugenia.
È impressionante pensare che proprio Monsignor Hnilica fu incaricato nel 1984 da Papa Wojtyła di recarsi segretamente in Russia per consacrarla al Cuore Immacolato di Maria, unendosi spiritualmente all’atto contestuale di tutti i Vescovi della terra per liberare l’Europa dell’Est dalle dittature comuniste. La specialissima missione si consumò il 24 marzo a Mosca, dove, mimetizzato in gruppo di turisti stranieri, dalla chiesa sulla piazza Rossa fece la solenne orazione, con i testi consegnatigli dal Papa stesso. Al suo rientro Giovanni Paolo II gli disse; «la Madonna ti ha guidato fin lì con la sua mano». E Hnilica rispose: «No, Santità, mi ci ha portato in braccio!». Insomma, la cartolina, per quella strana matematica di Dio, di cui parlava Don Dolindo, era finita proprio all’uomo che materialmente portò a Mosca la supplica al Cuore Immacolato di Maria chiesta dalla stessa Vergine ai tre pastorelli di Fatima nel 1917. Non così impressionante se si pensa che il messaggio sulla cartolina partiva dalla stessa Voce celeste.

La “Madonna della Tenerezza” l’8 gennaio 2022 ritorna nella Reale Basilica di Santa Chiara in Napoli. La Santa Messa cantata con brani di Don Dolindo Ruotolo – 21 dicembre 2021

Foto di copertina: La processione con la statua della Madonna di Fatima, in occasione del Pellegrinaggio di Papa Benedetto XVI a Fatima, 13 maggio 2010, ore 09.15 (Foto di Luca van Brantegem).

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