Una legge che rafforza il ruolo del Vaticano nel mondo

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L’ha spiegato molto bene il professor Giuseppe dalla Torre, presidente del Tribunale Vaticano: lo stato si aggiorna continuamente per essere al passo con i tempi. Nella conferenza di presentazione di tre nuove leggi in materia penale il giurista ha anticipato che a settembre ci saranno altre novità. Nuove leggi e integrazioni su temi finanziari. Non sono leggi che nascono oggi, e non sono nemmeno leggi che “correggono” la mens giuridica vaticana che rimane quella voluta nel 1929, liberale, garantista e attenta alla persona. Ma i tempi, e i reati, non sono più gli stessi e per questo la legge si adegua.
Un lavoro che si è del resto sviluppato attraverso i decenni di vita dello Stato della Città del Vaticano, uno sviluppo naturale che ha fatto addirittura scuola in alcuni casi soprattutto per il diritto civile.

La parte penale, che recepiva il codice Zanardelli di fine ‘800, era ovviamente datata, nonostante gli aggiornamenti del 1969 voluti da Paolo VI e alcune modifiche  successive che ammorbidivano le sanzioni.

Quello che oggi fa il legislatore vaticano, come ha ricordato dalla Torre, è riformulare le fattispecie e introdurre la responsabilità e punibilità delle persone giuridiche. Anche questo è un “ammodernamento” che segue le necessità contemporanee per alcuni nuovi reati. Lo si fa in tutti gli stati moderni e democratici.

Non solo. Un vero cambiamento è l’allargamento delle competenze dei giudice dello Stato anche alla Santa Sede.

Qualcuno lo ha definito un “vulnus” nel diritto canonico, vera legislazione fondamentale in Vaticano, ma in effetti, ha spiegato il Presidente del Tribunale Vaticano, si tratta di un delega che i Giudice dello Stato ha per seguire, in certi casi specifici, anche alcuni reati nell’ ambito della Santa Sede. E la delega la da il Papa che è a capo sia dello Stato che della Santa Sede.

Si tratta quindi di un esercizio del ministero petrino completo.

Tra i reati ovviamente saltano agli occhi quelli più odiosi come quelli contro i minori di 18 anni e quelli finanziari.

Ma soprattutto vale ricordare i punti nei quali la legge vaticana è migliore e più attenta alla persona di quella di altre nazioni. Ad esempio l’ergastolo. Sparisce come pena dalla legislazione vaticana. E pensare che, come ha ricordato dalla Torre, da Strasburgo è arrivata una condanna al Regno unito proprio perché l’ergastolo è ancora vigente. In Italia sappiamo che c’è un grande dibattito a questo proposito. Del resto la mentalità giuridica vaticana è di attenzione alla persona e ormai la tendenza internazionale è ad intendere la pena come emendativa e non vendicativa.

Da qui anche il principio del giusto processo, cioè giusto nei tempi e nelle garanzie difensive.

Molti di questi principi del resto erano applicati nei fatti, ma la reciprocità internazionale necessita anche di testi scritti, soprattutto per le regole di estradizione e di perseguibilità.

Un lavoro complesso che ha richiesto diversi mesi per conciliare diritto “civile” e “canonico”, ma

che ha preferito escludere l’idea della separazione dei fori per non creare difformità di interpretazione sulle stesse fattispecie di reato. Del resto sono perseguiti coloro che vengono elencati nella legge, e non tutti coloro che sono sottoposti all’ordinamento canonico. Solo, in pratica, chi è riconducibile alla Santa Sede.

La domanda che si potrebbe fare è: si va verso un’unificazione di Stato della Città del Vaticano e Santa Sede? Potrebbe significare un ulteriore rafforzamento del ruolo internazionale del Vaticano e quindi della Chiesa nelle istanze mondiali. Con leggi sempre più moderne, in certi casi all’avanguardia, il Vaticano ha più voce in capitolo tra gli stati.

La legge è in vigore dal primo settembre e il motu proprio che la promulga è firmato Francesco. Un’altra eredità che Bergoglio ha ricevuto da Ratzinger. Risulta sempre più evidente la continuità dei due pontificati nella sostanza, al di là delle differenze personali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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