Dopo i Motu proprio a getto continuo, spunta un nuovo tipo di documento pontificio: il Decreto fantasma

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Il Sismografo, l’aggregatore para-vaticano diretto da Luis Badilla ha pubblicato oggi, 22 febbraio 2022 una breve nota dal titolo “Il mistero del Decreto che esonera dall’obbligo di rispettare la Traditionis custodes“, in riferimento al Comunicato ufficiale e al Decreto di Papa Francesco, diffusi ieri dalla Fraternità Sacerdotale San Pietro. Ne abbiamo dato notizia nello stesso giorno [Papa Francesco conferma che gli Istituti tradizionali hanno il diritto di continuare ad usare i libri liturgici del 1962].

Con il Comunicato ufficiale di ieri, la Fraternità Sacerdotale San Pietro ha informato che Papa Francesco venerdì 4 febbraio 2022, in un’udienza a due membri della Fraternità, a seguito di una loro lettera del 28 dicembre 2021 (a cui hanno ricevuto una risposta il giorno dopo), «ha chiarito che Istituti come la Fraternità Sacerdotale San Pietro non sono interessati dalle disposizioni generali del Motu proprio Traditionis custodes, poiché l’uso dei libri liturgici antichi è all’origine della loro esistenza ed è previsto dalle loro costituzioni». Inoltre, nel Comunicato si legge: «In seguito, il Santo Padre ha emanato un decreto firmato di suo pugno e datato 11 febbraio, giorno in cui la Fraternità è stata solennemente consacrata al Cuore Immacolato di Maria, con cui conferma, per i membri della Fraternità, il diritto di usare i libri liturgici in vigore nel 1962, e cioè: il Messale, il Rituale, il Pontificale e il Breviario Romano».

Il Sismografo annota, che del menzionato Decreto pontificio non ne ha dato notizia la Sala Stampa della Santa Sede, non ne ha parlato Vatican News e neanche L’Osservatore Romano: «Nessuno si è sbilanciato. Tutti tacciono. Il fatto è che il Decreto con il quale il Papa ha esonerato la Fraternità Sacerdotale San Pietro dall’obbligo di applicare e rispettare il Motu proprio Traditionis custodes è una notizia che ha diffuso solo la Fraternità. Pensiamo che si tratta di una comunità di persone molto serie e responsabili e quindi prendiamo per buono l’annuncio dell’esistenza, con tanto di firma e sigillo papale, di questo decreto per ora tanto riservato da apparire quasi “clandestino”. Abbiamo solo la trascrizione del testo originale in latino [e in spagnolo. V.v.B.] e alcune traduzioni di lavoro in altre lingue. Nuova singolare figura giuridica? Non lo sappiamo. Si dice che il Pontefice ha parlato al plurale nel caso degli Istituti ex-Ecclesia Dei e ciò potrebbe far pensare a nuovi altri decreti simili. Abbiamo cercato all’interno degli archivi del sito Vatican.va e non abbiamo trovato traccia di questo documento molto importante per tutta la Chiesa”. Il Sismografo conclude: «Fino ad ora però nessuno ha potuto prendere visione almeno di una copia autorizzata del documento».

In attesa che il “Decreto fantasma” si materializzerà dall’ectoplasma, abbiamo ottenuto maggiori dettagli sull’Udienza concessa dal Papa alla FSSP, da una significativa intervista del sacerdote francese Don Benoit Paul-Joseph, il Superiore del distretto di Francia della FSSP a proposito dell’Udienza concessa dal Papa lo scorso 4 febbraio, rilasciata a Anne Le Pape per il quotidiano francese Présent e ripresa dal sito Le Forum Catholique [QUI]. Di seguito ne riportiamo la traduzione italiana.

Buona notizia per la Fraternità San Pietro
Intervista a Don Benoit Paul-Joseph, FSSP
a cura di Anne Le Pape
Présent, 21 febbraio 2022
(traduzione italiana a cura di MiL [QUI])

Reverendo, qual è il contesto del suo recente incontro con il Santo Padre?
Assieme a Don Ribeton, Rettore del Seminario europeo della nostra Fraternità, abbiamo scritto direttamente al Papa il 28 dicembre scorso per esprimere il nostro sgomento e la nostra incomprensione in seguito alla pubblicazione del Traditionis custodes e dei Responsa, facendo fiduciosamente appello alla sua sollecitudine. Ci ha risposto il giorno dopo (tutto è stato fatto tramite scansione, ma la lettera era effettivamente scritta di suo pugno), rassicurandoci e invitandoci ad incontrarlo per esporgli la nostra posizione. Così abbiamo contattato la sua segreteria e ci è stata indicata la data del 4 febbraio 2022, giorno in cui Don Ribeton ed io siamo andati a Roma.
Siamo stati ricevuti a Casa Santa Marta per quasi un’ora. Durante tutta l’udienza il Papa è stato molto gentile, manifestando una reale preoccupazione. Ha confermato oralmente ciò che ci aveva fatto intendere per iscritto, cioè che in realtà egli distingue la nostra situazione da quella dei sacerdoti che non sono membri delle comunità ex-Ecclesia Dei e che, nel nostro caso particolare, poiché il nostro Istituto ha la specificità di utilizzare i libri liturgici antichi, questo documento non era destinato a noi.

Quindi siete stati immediatamente rassicurati?
Sì, certamente. Il Papa ci ha anche fatto notare che nel Motu proprio, quando si menzionano gli Istituti ex-Ecclesia Dei, si indica che d’ora in poi saranno sotto un nuovo dicastero, quello per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, e il fatto che non siamo stati menzionati direttamente in questo documento, è stato fatto apposta dal momento che saremmo stati sottoposti ad una nuova giurisdizione. “Voi non siete interessati da queste restrizioni”, ci ha detto, “ma conservate il vostro diritto proprio, concesso alla vostra fondazione nel 1988”. Il Papa è stato veramente toccato dalla storia della nostra Fraternità, ossia dal fatto che i nostri fondatori si siano recati dal Santo Padre nel 1988 per esprimere il loro sgomento, come abbiamo fatto noi in questa occasione; l’ha trovato un atto di fede che merita di essere onorato e incoraggiato. Ci ha assicurato che potremo mantenere l’uso di tutti i libri liturgici, compreso il pontificale per le ordinazioni.

Quindi ora avete tutte le garanzie?
Gli abbiamo rispettosamente chiesto se tutto questo poteva essere formalizzato. Abbiamo ricevuto il documento ieri, sabato 19 febbraio, ed è per questo che non abbiamo voluto parlarne pubblicamente prima. Si tratta di un decreto che ripete il decreto della Commissione Ecclesia Dei del settembre 1988, confermando l’uso per la nostra Fraternità dei libri liturgici del 1962, decreto firmato questa volta dal Papa (il decreto del 1988 era firmato dalla Commissione Ecclesia Dei).

Quindi la vostra posizione è confermata per quanto riguarda i vescovi?
I vescovi sono liberi di accettarci o meno nelle loro diocesi, ma, dal momento in cui esercitiamo un apostolato in una diocesi, non ci può essere chiesto (sostenendo di dover essere obbedienti al successore di Pietro o all’ultimo documento), di usare i libri liturgici attuali, perché il nostro diritto è preservato da una deroga esplicita.

E le ordinazioni?
C’è ancora una piccola zona grigia: i vescovi non sono membri della Fraternità San Pietro. Recentemente è stato detto che non hanno più il diritto di usare l’antico pontificale, e questo può far esitare alcuni. Ma il Papa ci ha sentito parlare volentieri delle nostre future ordinazioni, e la sua posizione è chiara a questo proposito.

Sa se altri istituti avranno la vostra stessa sorte o non se ne è parlato durante questa visita?
Verbalmente, durante l’udienza, il Papa ha parlato, al plurale, per “gli istituti” già Ecclesia Dei. Non posso essere più preciso, questo è ciò che è emerso dalla discussione.

Indice degli articoli sul Motu proprio Traditionis custodesQUI.

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