Oggi è iniziato ad Orán il processo a carico del Vescovo Zanchetta, che respinge le accuse. I due ex seminaristi confermano quanto denunciato

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Come abbiamo anticipato il 17 febbraio 2022 [Lo “strano caso Zanchetta”. Al via il processo in Argentina a carico del Vescovo emerito di Orán. La Santa Sede non ha inviato i fascicoli del processo canonico richiesti su istanza della difesa], questa mattina, 21 febbraio ha avuto inizio come previsto il processo penale a carico del Vescovo emerito di Orán e amico di Papa Francesco, Mons. Gustavo Óscar Zanchetta, accusato di abusi sessuali nei confronti di GFLG e MC, al momento dei fatti seminaristi del Seminario San Giovanni XXIII di Orán.

Una “strana coincidenza” nel “strano caso Zanchetta”. Nel giorno di oggi, esattamente tre anni fa, il 21 febbraio 2019 iniziò in Vaticano l’incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa”, durante il quale – alla presenza dei Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo e dei responsabili dei diversi ordini religiosi – si è parlato per tre giorni degli abusi sessuali compiuti dagli ecclesiastici sui bambini e sugli adolescenti. Al di là delle parole di condanna anche molto dure, non si affrontò però in modo ampio e sistematico il problema degli abusi sessuali – che non riguarda solamente i bambini e adolescenti, ma anche molti adulti vulnerabili e molte donne religiose – e il Papa non annunciò alcuna misura concreta, come invece si aspettavano diverse associazioni di vittime che criticarono in modo molto esplicito l’esito dell’incontro. «Mentre i cattolici del mondo invocano un cambiamento concreto, il Papa offre promesse tiepide, che abbiamo già sentito», disse per esempio Anne Barrett Doyle, leader di BishopAccountability, un gruppo che mappa e tiene traccia dei vari episodi di abusi sessuali nella Chiesa Cattolica Romana. Marie Collins, che quando aveva tredici anni aveva subito abusi sessuali da un cappellano durante un ricovero in ospedale in Irlanda, e che nel 2017 si è dimessa dalla Pontificia commissione per la tutela dei minori istituita nel 2014 da Papa Francesco proprio per affrontare questo problema, disse di essere delusa dal summit in Vaticano.

La prima denuncia nei confronti di Zanchetta fu depositato il 6 febbraio 2019 in riferimento ad abusi sessuali subiti nel 2017, nel Seminario Giovanni XXIII e in un’abitazione privata nella città di Los Toldos. Poco più di un mese dopo, è stata depositata la seconda denuncia per episodi sessuali e comportamenti inappropriati nella parrocchia di San Antonio, nel Seminario Giovanni XXIII e nel vescovado. Il denunciante ha affermato che gli eventi si erano ripetuti dal 2016. Fu un’inchiesta della giornalista Silvia Noviasky sul quotidiano El Tribuno di Salta a far scoppiare il caso [gli articoli su El Tribuno in riferimento a Zanchetta QUI].

Nella richiesta di rinvio a giudizio, l’Unità per i Crimini contro l’Integrità Sessuale della Procura di Orán, rappresentata dai procuratori Maria Soledad Filtrín Cuezzo e Sergio Federico Obeid, aveva scritto che secondo la perizia psichiatrica Zanchetta «denota una personalità con tratti psicopatici, indicatori di manipolazione, emozioni superficiali e poca capacità empatica» ed «è legato da interrelazioni disparate, esercitando il potere sull’altro».

La corte della II Sezione del Tribunale di Orán, composta dai giudici María Laura Toledo Zamora, Raúl Fernando López e Héctor Fabián Hoyos, ha disposto che le udienze – che dovrebbero proseguire fino a venerdì prossimo – si terranno a porte chiuse. L’Ecclesiastical Abuse Survivors Network (associazioni di vittime sopravvissute agli abusi ecclesiastici) ha contestato questa decisione, ma la corte ha stabilito che ci saranno solo delle comunicazioni al termine delle udienze.

Zanchetta è arrivato questa mattina mezz’ora prima dell’inizio dell’udienza, accompagnato dal suo difensore argentino, l’avvocato Enzo Giannotti e – nella veste di consulenti – dagli avvocati canonisti Javier Belda Iniesta e Francesco de Angelis, che lo stanno assistendo nel processo canonico davanti alla Congregazione per la Dottrina della Fede. «Veniamo ad accompagnarlo perché qui anche le questioni canoniche saranno prese in considerazione», ha detto Belda. Il canonista ha anche riferito che sono pervenuti dal Vaticano i fascicoli richiesti dalla difesa di Zanchetta per produrre documentazione a sua difesa al fine di giungere alla verità. Il processo, originalmente previsto per il 12 ottobre 2021 fu rimandato su richiesta dell’accusa, in attesa di ricevere gli atti del processo penale canonico in Vaticano. Secondo Belda si tratta degli atti dell’indagine previa portata avanti nel processo canonico in Vaticano, inviati alla procura argentina e inseriti nel fascicolo dell’accusa.

Il 17 febbraio Silvia Noviasky aveva scritto su El Tribuno (notizia di cui siamo venuti a conoscenza soltanto successivamente alla pubblicazione del nostro articolo della stessa data): «A pochi giorni dal processo per abusi sessuali che dovrà affrontare l’ex Vescovo di Orán Gustavo Zanchetta, il Vaticano ha finalmente inviato la documentazione richiesta dalla Giustizia. Il dibattito orale originalmente previsto per ottobre, era stato sospeso su richiesta del difensore ufficiale del sacerdote, Enzo Gianotti. Tuttavia, non avendo alcuna informazione sulla documentazione richiesta alla gerarchia ecclesiastica, i giudici avevano deciso che il dibattito orale si sarebbe svolto comunque».

A questo punto ci duole dover contestare per l’ennesima volta la non comunicazione da parte della comunicazione istituzionale della Santa Sede, visto la totale assenza di informazioni sul procedimento canonico a carico di Zanchetta, sia nel caso dell’indagine previo della Congregazione per i Vescovi, sia nel caso del processo canonico davanti alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

La prima udienza davanti ai giudici del Tribunale di Orán è iniziata con le dichiarazioni di Zanchetta, che ha respinto tutti le accuse. Ha spiegato di aver avuto un «buono e sano rapporto con tutti i seminaristi». Ha spiegato di aver avuto colloqui con i seminaristi perché nel suo ruolo di vescovo doveva conoscerli, soprattutto «per sapere se avrebbero svolto il loro ruolo di sacerdoti». Ha aggiunto che «non c’è mai stata alcuna connotazione sessuale». Ha anche detto che come vescovo ha visitato alcune case in cui fu invitato dai parenti dei seminaristi, che gli hanno confidato i loro problemi familiari e storie di vita. Fu così che scoprì che GFLG era stato maltrattato da bambino da uno zio e ha detto di aver discusso di questo problema con lui. Ha affermato che dietro la denuncia dei due seminaristi c’è «un’altra connotazione». Alludendo al fascicolo dell’indagine previo canonico, osservando che tre sacerdoti gli avevano detto che la denuncia «riguardava la vendetta».

Dopo aver terminato le sue dichiarazioni, i procuratori dell’Unità per i Crimini contro l’Integrità Sessuale di Orán, Maria Soledad Filtrín Cuezzo e Pablo Rivero hanno invitato Zanchetta e la difesa a lasciare l’aula, in modo che potesse iniziare la testimonianza delle vittime. I due ex seminaristi hanno confermato davanti alla corte le dichiarazioni rese in fase istruttoria. Uno di loro ha detto che Zanchetta ha fatto «proposte amorevoli» e ha richiesto «massaggi». L’imputato è stato informato successivamente delle dichiarazioni rese dai denuncianti.

Domani sono previste le testimonianze di altri ex seminaristi e funzionari del Vescovado di Orán (in totale più di 20), tra cui Luis Amancio Díaz, l’ex Cancelliere che nel 2015 denunciò di aver trovato sul cellulare di Zanchetta foto pornografiche.

El Tribuno del 21 febbraio 2019, oggi esattamente 3 anni fa.

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