‘Volontari due volte’: l’azione pro-sociale nella Società di San Vincenzo De Paoli

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Venerdì 25 febbraio in presenza a Roma o su zoom https://us06web.zoom.us/j/81475367460?pwd=eDBzUEpXUitvYUFzaTlza0VjTWZ6UT09 (ID riunione: 814 7536 7460 Passcode: 788819) saranno presentati i risultati della ricerca diretta dal sociologo prof. Andrea Salvini, docente all’Università di Pisa.

Scopo della ricerca è stato quello di comprendere meglio l’identità, la natura, le forme e le caratteristiche dell’azione volontaria, attraverso un’indagine tra i membri della nostra organizzazione, ovvero una delle più grandi e consolidate OdV (Organizzazione di Volontariato) dell’Italia.

L’analisi dei risultati ha confermato l’esistenza di una forte vocazione alla base del servizio svolto nel sostegno e contrasto alle povertà, ma ha messo in luce anche molti aspetti critici comuni al volontariato d’ispirazione cattolica, alle dinamiche che lo attraversano, innescando una riflessione più ampia sul rapporto tra fede e volontariato organizzato e sulle trasformazioni in atto.

Nella prefazione alla ricerca il presidente nazionale dell’associazione, Antonio Gianfico, ha spiegato l’idea della ricerca: “La linfa vera dell’associazione sono i volontari che operano sui territori, nelle periferie più lontane, che con il proprio fare, giorno dopo giorno, rendono grande la nostra organizzazione. L’alchimia corretta per una governance efficace è basata, quindi, sulla consapevolezza che il cuore della San Vincenzo è il singolo confratello che si riconosce all’interno di una grande famiglia, la Società di San Vincenzo De Paoli”.

Quindi la ricerca è sorta da una necessità: “Su tale premessa è nata l’idea di realizzare questa indagine che ha cominciato a prendere forma nel 2018, quando si è avvertita la necessità di capire dove stiamo andando, quale ruolo stiamo occupando in una società che cambia sempre più velocemente dal punto di vista sociale, economico e in particolare in un periodo storico interessato da una grande trasformazione del volontariato, vedi la riforma del Terzo Settore. Era necessario chiamare in causa più confratelli possibile per dare risposta a questi interrogativi”.

Introducendo il volume il prof. Salvini ha sottolineato che il volontariato è un ‘valore sociale’: “Una variabilità che costituisce una ricchezza per le comunità territoriali, un ‘capitale sociale’ che esprime una significativa propensione dei cittadini a dedicare il proprio tempo e le proprie capacità a servizio delle fasce più deboli della popolazione.

Tuttavia, la differenziazione delle risorse collettive diviene capitale sociale solo nella misura in cui si riduca la frammentazione e la ‘disconnessione’ tra i soggetti organizzati, e si moltiplichino le esperienze di lavoro comune, mediante la compartecipazione ad attività progettuali condivise”.

Ha sottolineato la natura della Società di san Vincenzo de Paoli: “La Società di San Vincenzo De Paoli è una grande associazione di volontariato di ispirazione cattolica; questa circostanza consente di aprire una serie di finestre tematiche, a carattere teorico e sostantivo, di notevole rilevanza sociologica.

La SSVP è una organizzazione fondata su una sostanziale dualità nel modo di interpretare la propria presenza sul territorio, in quanto combina una forte vocazione religiosa con un chiaro orientamento secolare. Questa dualità chiama in causa il rapporto tra fede e impegno volontario, la cui natura agisce come fattore di ‘mediazione’ all’interno delle dinamiche di adesione, di appartenenza, di identificazione e di orientamento all’azione da parte delle socie e dei soci.

Dal loro punto di vista, la dimensione simbolica assume un peso molto più consistente rispetto a quella ‘razionale’ relativa alla gestione organizzativa; di conseguenza, l’associazione nel suo complesso è molto più impegnata sul versante della legittimazione interna piuttosto che su quella dell’innovazione e del rapporto con i sistemi esterni”.

Ed ha delineato la missione dell’organizzazione cattolica: “La sua ‘missione’ è, dunque, duplice: da una parte, costituire un luogo in cui i credenti possano sperimentare e ‘sfidare’ la propria fede, al di là degli orizzonti delle istituzioni ecclesiali; dall’altra offrire al territorio un insieme di risorse che possano contribuire ad alleviare specifiche situazioni di disagio, integrandosi con i servizi che sono realizzati nelle comunità servite.

Proprio per questo duplice aspetto, secolare e religioso, possiamo dire che le socie e i soci della SSVP sono volontari due volte: volontari per fede e volontari per coscienza sociale e civile, due dimensioni che si integrano e si traducono in una fitta rete di azioni ed interazioni rivolte verso le situazioni di difficoltà delle comunità”.

Ecco il motivo per cui i volontari della Società di San Vincenzo de Paoli sono’volontari due volte’:  “Proprio per questo duplice aspetto, secolare e religioso, possiamo dire che le socie e i soci della SSVP sono volontari due volte: volontari per fede e volontari per coscienza sociale e civile, due dimensioni che si integrano e si traducono in una fitta rete di azioni e interazioni rivolte verso le situazioni di difficoltà delle comunità.

Dall’analisi è emerso che, come accade per ogni grande organizzazione di volontariato in questa particolare congiuntura storica, vi sono aspetti di unicità e originalità che necessitano di essere confermati e potenziati, ed elementi di criticità che meritano un’attenta riflessione, da parte della base e della leadership della Società, dato che la loro considerazione potrebbe consentire di raccogliere in modo efficace le sfide poste dai cambiamenti sociali e normativi che coinvolgono il volontariato, e garantire all’organizzazione occasioni non contingenti di ulteriore sviluppo e innovazione”.

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