I cattolici in preghiera per la pace in Ucraina: ogni guerra è una follia

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Ieri Mosca ha annunciato l’inizio del ritiro di truppe schierate ai confini con l’Ucraina, che avrebbero ‘completato’ le manovre nell’area, come ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: “La data del 15 febbraio del 2022 entrerà nella Storia come il giorno del fallimento della propaganda di guerra da parte dell’Occidente. Svergognati e annientati senza sparare un colpo”.

Contemporaneamente la Duma ha approvato a larga maggioranza una risoluzione per chiedere al presidente Vladimir Putin di riconoscere le autoproclamate repubbliche di Lugansk e Donetsk, le due regioni dell’Ucraina controllate dai secessionisti filorussi.

Di contro la Cnn riferisce però che, contrariamente a quanto annunciato da Mosca, l’ammassamento di truppe e dispositivi militari russi al confine con l’Ucraina sta proseguendo attraverso la geolocalizzazione di alcuni video che circolano sui social media e che documentano tali spostamenti. Alcuni dei video provengono da fonti ufficiali e sono stati analizzati da osservatori e confrontati con immagini satellitari.

Nel frattempo dopo le parole di papa Francesco all’Angelus di domenica scorsa contro ogni ipotesi di guerra, alcune associazioni e movimenti ieri hanno organizzato alcuni momenti di preghiera: dalla Comunità di Sant’Egidio è arrivato l’invito per un flashmob al Pantheon e per un incontro di preghiera a San Bartolomeo all’Isola Tiberina, come ha affermato il presidente Impagliazzo: ‘Occorre dire con chiarezza che oggi è una follia pensare al ritorno della guerra in Europa’.

Analoghe prese di posizione da parte dei missionari Orionini e delle Acli, che hanno chiesto ‘una seria azione delle diplomazie’: “Mai come in questo momento si avverte la necessità di una seria azione delle diplomazie, che sappiano comporre le divisioni, edificando una pace giusta.

Ma più ancora sono i popoli d’Europa ad essere chiamati in causa per far sentire la loro voce contro la guerra, dopo che per due volte, nel corso del XX secolo. il nostro Continente è stato origine di un conflitto devastante che si è poi propagato a tutto il mondo.

Per questo come Acli ci appelliamo al Governo italiano e all’Unione europea perché sappiano trovare una via di mediazione, e in questa prospettiva, con altre associazioni cattoliche, abbiamo promosso il convegno ‘Per una Repubblica libera da guerra e armi nucleari’ che si terrà sabato 26 febbraio a Roma”.

Proprio attraverso la voce di uno dei missionari orionini a Kiev, don Moreno Cattelan, arrivano informazioni sulla situazione che si sta vivendo nel Paese:

“Le notizie che arrivano dai mass-media sono allarmanti e creano un clima di allerta e preoccupazione. La Farnesina ha chiesto agli italiani di lasciare in Paese, in via precauzionale. Il Presidente e il governo ucraino hanno chiesto più volte in questi giorni di mantenere la calma e di evitare il panico.

Si sta creando un clima di terrore che non aiuta di certo la popolazione. Al momento è cruciale restare calmi, uniti all’interno del Paese, evitare azioni destabilizzanti che creino panico e divisione”.

Quindi ha invitato alla preghiera: “Ci sostiene la ragionevolezza e la speranza della pace! Vi invitiamo tutti alla preghiera. A tenere accesa la fiaccola della speranza. Quando la via diplomatica sembra difficile, o addirittura impossibile, noi cristiani sappiamo che la storia è guidata da Dio.

E sarà Dio a toccare i cuori dei potenti, dei capi dei governi, di chi ha potere decisionale perché anche questo conflitto possa essere risolto per il bene di tutti. Grazie a tutti per l’attenzione, la condivisa preoccupazione e la preghiera”.

Ed il Sermig ieri sera ha organizzato ieri un momento di preghiera all’Arsenale della Pace, dedicato all’Ucraina, come ha spiegato Ernesto Olivero: “Vogliamo dire con forza che la guerra non è la soluzione”.

Anche l’Azione Cattolica Italiana e il Forum internazionale di Ac hanno raccolto l’invito di papa Francesco e dei vescovi italiani a pregare per la pace e chiedono a tutti di aderire, da oggi, all’iniziativa ‘Un minuto per la pace’: “Ogni giorno, ovunque ci troviamo, fermiamoci almeno un minuto, chiniamo il capo e preghiamo in comunione e nel silenzio dei cuori per la pace in Ucraina e in tutto il mondo. La pace è un bene troppo prezioso perché l’umanità vi rinunci…

La storia non è maestra di vita. Altrimenti non assisteremmo a quanto sta accadendo ad Est del confine dell’Unione europea, in terra di Ucraina… Non sono bastati 30 anni di ‘Guerra fredda’ e decenni di innumerevoli successivi vertici diplomatici, né la consapevolezza che molti dei protagonisti di questa crisi sono potenze nucleari, ad evitare l’accendersi di un focolaio di guerra che rischia di divampare con conseguenze potenzialmente devastanti, e non solo per gli sventurati abitanti di quella regione”.

La presidenza della Cei ha richiamato alla responsabilità: “I popoli sono chiamati a convivere in pace. La cooperazione e il dialogo, accompagnati dalla diplomazia, siano regola e stile delle relazioni internazionali. E nel giorno in cui ricordiamo i santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa, facciamo appello alle comuni radici nella fede cristiana, che è messaggio di pace, affinché nel Vecchio Continente ci sia sempre convivenza rispettosa, collaborazione sul piano economico, rispetto e dialogo duraturi.

La pace è un bene prezioso al quale l’umanità non può e non deve mai rinunciare. Invochiamo il Signore nostro Gesù Cristo, principe della pace, e la Vergine Santissima, particolarmente venerata in Ucraina nella Basilica della Madre di Dio di Zarvanytsia, perché sia risparmiato un terribile flagello. Invitiamo tutte le Chiese d’Italia ad unirsi a questa intenzione di preghiera”.

Mentre Pax Christi chiede di ‘fermare la guerra’ ed all’Italia il rispetto dell’art.  11 della sua Costituzione: “Per questo chiediamo all’Italia di essere fedele alla propria Costituzione che ‘ripudia la guerra’, e non far prevalere ‘fedeltà ad alleanze atlantiche’ come la Nato. Sappiamo bene che sono in gioco enormi interessi…

Chiediamo al nostro Governo e all’Europa tutta di prendere iniziative urgenti e significative con una posizione di neutralità attiva, per ottenere una de-escalation immediata della tensione e avviare la ricerca di un accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti di tutte le popolazioni coinvolte, chiarendo la propria indisponibilità a sostenere avventure militari. A tutti i Paesi coinvolti diciamo: fermatevi!”

Infine dalla Polonia mons. Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca, ha indirizzato una lettera ai vescovi ortodossi e cattolici della Russia e dell’Ucraina, ricordando la storia comune dei Paesi:

“Siamo legati da una storia comune e dalla santa fede cristiana. Uniamo perciò le nostre forze spirituali di fedeli in Cristo nelle diverse confessioni della Russia, dell’Ucraina e della Polonia, innalzando insieme un’accorata preghiera a Colui che è la Pace stessa per scongiurare lo spettro di un’altra guerra nella nostra regione”.

Il presidente dell’episcopato polacco ha sottolineato che ‘ogni guerra è una tragedia dell’umanità’ e muoiono in essa migliaia di persone, e molte, da entrambe le parti, rimangono menomate. Alla drammaticità della guerra tra Russia e Ucraina si aggiungerebbe il fatto che entrambi sono due popoli cristiani e slavi:

“Dal punto di vista umano e del giudizio Divino, questi due popoli dovrebbero avere molto in comune e tendere non all’odio, ma al rispetto e all’amicizia reciproci. Condizione indispensabile però è il rispetto del diritto dei popoli, compreso il diritto all’autodeterminazione e all’integrità territoriale”.

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