Motus in fine velocior. Nel processo di unificazione di forze avverse, il moto è più veloce verso la fine della trasformazione. Dritto verso lo scisma tedesco

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Dopo l’articolo di Renato Farina Vogliono sostituire la scienza alla Rivelazione. I vescovi tedeschi sfidano il Papa, che va da Fazio su Libero Quotidiano del 5 febbraio 2022 [QUI], adesso che Papa almeno non è “andato” da Fazio ma si è concesso “soltanto” in remote, condividiamo il contributo di Luisella Scrosati La Chiesa tedesca invia la sue “tesi” sproloquio a Roma su La Nuova Bussola Quotidiana di oggi, 7 febbraio 2022.

Scrive Farina:
«Sotto gli occhi di tanti fedeli semplici e stupefatti, che sperano sempre in un magnifico altolà di Papa Francesco, si sta procedendo alla demolizione della Chiesa, quella che duemila anni fa fu fondata – così si ostinano a dire i Vangeli – da Gesù Cristo. Basta così, dice la corrente ecclesiastica data per vincente dalla stampa di tutto il mondo. Il vecchio fondatore Nazareno è stato a suo tempo molto bravo, ha fatto il massimo, ma ha già dato. Bisogna riscriverne la dottrina. Occorre una rifondazione. Nuovi soggetti meno propensi a credere ai miti, come quello della resurrezione, e all’intangibilità del “depositum fidei”, si prendono volentieri questo incarico. (…) Costoro pensano che sia fallito Gesù Cristo come l’Unione Sovietica, e che l’avvenimento di incarnazione, predicazione, morte e resurrezione vada destrutturato, e poi rimesso insieme seguendo il magistero non della Rivelazione e della Tradizione, ma quello della scienza».
«Un cardinale importante, che è il capo delle Conferenze Episcopali Europee, occupa una posizione chiave nel prossimo sinodo dove sarà estensore della piattaforma di discussione generale e si chiama Jean-Claude Hollerich, S.I. (sta per gesuita), lo ha spiegato ufficialmente [Il Cardinal Hollerich, S.I.: «La Chiesa deve cambiare radicalmente». «Periremo se non ci posizioniamo diversamente». «L’omosessualità è peccato? Cambiamo la dottrina» – 4 febbraio 2022]: “La Chiesa Cattolica Romana deve cambiare radicalmente». Non si parla neanche di riforma, di vita nuova da invocare come dono dello Spirito Santo, ma di mettere mano al tesoro, di sfilacciare la veste inconsutile che portava Cristo sul Calvario: «Penso che sia ora di fare una revisione fondamentale della dottrina”. Ha aggiunto: “Periremo se non ci posizioniamo diversamente». Posizionarsi…».

San Michele Arcangelo Voivoda, icona russa della Scuola di Mosca, Inizio XIX sec., 37,5 x 34,2 cm.

Mi sono ricordato di alcuni articoli di quattro anni fa, con un elemento in comune: motus in fine velocior, il moto è più veloce verso la fine. Uno di questi articoli in particolare, molto significativo, riporto qui:
«Non sono solo ammutolito, ormai non mi meraviglio più di nulla in questo pontificato; stavolta sono spaventato. L’accelerazione di questi ultimi giorni è sorprendente, come se fossimo di fronte ad una scadenza urgente e non si volesse perdere tempo con “supposte” alla glicerina diplomatiche. Dopo i preliminari di interpretazione ambigua, siamo passati a qualcosa che non necessita più interpretazioni, sono dichiarazioni di guerra alla fede cattolica, a Gesù Cristo, alla Immacolata. Prima le dichiarazioni di stima a Lutero (Bruno Forte), poi le dichiarazioni di un teologo preferito dal Papa (Andrea Grillo) che spiega (senza smentite dalla Santa Sede) che la “transustanziazione non è un dogma”, poi ancora la sorprendente ed inquietante correzione pubblica del Papa al Card. Sarah, infine la conferenza sul riavvicinamento tra Chiesa e massoneria, la cui locandina rappresenta un inquietante Cristo con il compasso in mano. Certo dopo le esternazioni sul riavvicinamento con i fratelli massoni del Card. Ravasi, non ci si dovrebbe meravigliare, ma Ravasi è Ravasi, quando non parla aramaico e greco antico, è persino possibile intenderlo senza capirlo…
Io ora sono spaventato soprattutto per la sequenza ravvicinata degli eventi; come se fossimo vicini ad una scadenza (quella delle visioni di Leone XIII? le profezie di La Salette? di Santa Brigida? della Madonna di Akita? di San Vincenzo Ferrer?… ). Che cosa dobbiamo quindi attenderci come prossima mossa? Dobbiamo immaginare che il prossimo “riavvicinamento” sia con il serpente tentatore della Genesi cui si dovrà chiedere scusa “giustificando “le sue “buone intenzioni” di portare la conoscenza ad Adamo e Eva? Si dovrà conseguentemente rimproverare San Michele Arcangelo per averlo cacciato a calcioni? Si dovrà magari anche chiedere a Maria Santissima di scusarsi per avergli schiacciato la testa? O addirittura chiedere a Gesù stesso di farlo, per non essersi lasciato tentare nel deserto, aprendosi così ad un dialogo multiculturale e pluralistico vantaggioso ad entrambi? Io comincio ad avere realmente paura. Ho ripreso a leggere la preghiera-esorcismo a San Michele Arcangelo scritta da Leone XIII (recitata dopo la Santa Messa fino al 1964, poi inspiegabilmente “cancellata”) [*]. Mi domando se avrò le forze di reagire mancando l’assistenza della mia Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana, anzi sentendola sempre più contro i Vangeli e la Verità che mi hanno insegnato. I Cardinali e i Vescovi che ancora credono nelle Verità di Cristo devono fare qualcosa subito! Temo siamo ai tempi ultimi. Pezzo grosso ma terrorizzato…» (Stilum Curiae, 29 ottobre 2017).

[*] «San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro le malvagità e le insidie del demonio sii nostro aiuto» – 24 gennaio 2022.

La Chiesa tedesca invia la sue “tesi” sproloquio a Roma
di Luisella Scrosati
La Nuova Bussola Quotidiana, 7 febbraio 2022

A 180 Km/h dritti verso lo scisma. Sono queste la velocità e la direzione che il Sinodo tedesco, giunto alla sua terza assemblea generale, ha preso nella riunione dello scorso 3-5 febbraio. 174 voti a favore (con 6 astenuti) e solo 30 contrari spingono il documento più ampio votato in questi giorni (8 documenti in 9 ore), dedicato alla “donna nei servizi e nei ministeri della Chiesa”. Tra i favorevoli anche circa i 2/3 dei vescovi tedeschi presenti all’assemblea.

Uno sproloquio di luoghi comuni, ricostruzioni storiche tutt’altro che precise, slogan sulla parità dei sessi, che intendono denunciare l’oppressione della donna da parte del sacerdote maschio, adorazione della nuova fonte della Rivelazione, cioè la Modernità, e interpretazioni per così dire “allegre” del Concilio Vaticano II [per una più dettagliata analisi delle diverse questioni, si veda il libro della Bussola Vi dichiaro celibi e casti].

Come si nota, per esempio, nella domanda di prendere in considerazione l’ordinazione delle donne, basandosi sul fatto che il Vaticano II avrebbe posto come priorità l’azione della Chiesa di portare il Vangelo in tutto il mondo. Insomma, siccome le vocazioni maschili crollano, bisogna aprire alle ordinazioni diaconali e presbiterali delle donne; altrimenti addio evangelizzazione. Il che suona tra l’altro più clericalista del clericalismo a cui si era dichiarata guerra. Oppure come quando si evoca il medesimo Concilio Ecumenico, con l’infelice decisione di istituire il diaconato uxorato (in verità a Concilio concluso), con il Motu Proprio di Paolo VI Sacrum Diaconatus Ordinem, per affermare che l’ammissione del diaconato permanente uxorato era una promessa per la successiva apertura al diaconato femminile. Dove sta scritto che il diaconato permanente maschile avrebbe dovuto aprire a quello femminile? Ovviamente da nessuna parte, ma tutto fa brodo per cercare di mettere l’ormai debolissima Congregazione per la Dottrina della Fede con le spalle al muro.

Come sia possibile che più dell’80% dei partecipanti al Sinodo abbia potuto approvare affermazioni come quella che segue, è davvero difficile spiegarselo: «Dio prende la vita di un uomo perché l’uomo possa partecipare alla vita divina. Chi, in questo contesto teologico, ritiene importante l’indiscusso sesso biologico di Gesù come maschio corre il pericolo di mettere in dubbio la salvezza della donna da parte di Dio, perché è salvata solo quella natura umana che Dio ha assunto». Boh. Sarà un modo per riaprire alla Corredenzione mariana?

Lassù in Germania paiono non capire che, incarnandosi, Dio ha assunto la natura umana – che in quanto “natura” non è né maschile né femminile -; e in questo senso l’ha oggettivamente salvata. Ecco perché san Paolo può affermare che «non c’è più uomo né donna, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal. 3, 28). Diverso è invece il sacerdozio ministeriale (in persona Christi capitis), che si colloca nella relazione sponsale tra Dio ed il suo popolo, compiuto nello sposalizio tra Cristo e la Chiesa, come aveva chiaramente spiegato la Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1976 (vedi qui): «bisogna ammettere che, nelle azioni che esigono il carattere dell’Ordinazione ed in cui è rappresentato il Cristo stesso, autore dell’Alleanza, sposo e capo della Chiesa, nell’esercizio del suo ministero di salvezza […], il suo ruolo deve essere sostenuto (è questo il senso originario della parola persona) da un uomo: il che a questi non deriva da alcuna superiorità personale nell’ordine dei valori, ma soltanto da una diversità di fatto sul piano delle funzioni e del servizio». Che è come dire che nel matrimonio essere uomo o donna non è la stessa cosa…

La Chiesa Cattolica Romana in Germania in rotta di collisione con Roma. La Deutsche Kirche prosegue sul Sentiero sinodale verso lo scisma. Come nei tempi dell’eresiarca Lutero e Papa Leone X – 27 marzo 2021.
In un articolo pubblicato il 26 marzo 2021 sul
National Catholic Register, Edward Pentin rivela come Papa Francesco non abbia voluto che il Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, il Vescovo di Limburg Mons. Georg Bätzing (foto) fosse convocato a Roma da due cardinali di Curia. Il motivo era una sua intervista, in cui aveva fatto dei commenti contrari alla dottrina cattolica su una quantità di temi, come l’ordinazione sacerdotale delle donne, il celibato sacerdotale, l’intercomunione tra protestanti e cattolici, e la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso.

L’incomprensione dell’elemento fondamentale sponsale della relazione tra Cristo e la Chiesa è alla base delle incredibili richieste avanzate dal Sinodo in altri due documenti. Il primo (159 voti favorevoli, 26 contrari e 7 astenuti) contiene un appello a Roma perché riveda le regole della Chiesa latina relative al celibato, chiedendo che si convochi, a questo proposito, un Concilio universale. Tra gli “sponsor” di maggior peso per quest’apertura si trova il Vescovo di Limburg, nonché presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, Georg Bätzing, che si è dichiarato free-choice. La richiesta presente nel documento sul celibato presenta anche un “piano B”, indicando alla Santa Sede i passi intermedi che nel frattempo si potrebbero fare, per evitare di dare l’impressione di una rottura: ordinazione sacerdotale dei diaconi permanenti e di altri uomini che sono attualmente referenti pastorali o volontari, magari solo, per il momento, a livello locale; dispense più generose dal celibato in casi singoli, mantenendo la regola generale del celibato, ed allargando la competenza di dare queste dispense dalla Santa Sede ai Vescovi locali.

Nel testo si trovano anche la richiesta di concedere libertà di scelta ai sacerdoti già ordinati (peccato che con l’ordinazione avevano già scelto…) e di effettuare un “censimento” quantitativo e qualitativo dei sacerdoti sospesi o dispensati dal ministero sacerdotale a causa di una relazione intrapresa, per comprendere se vi sia la disponibilità a riprendere una professione pastorale ed eventualmente anche lo stesso ministero sacerdotale, facendo «il sacerdote come seconda professione». Perché in Germania il servizio alla Chiesa, anche quello sacerdotale, è un lavoro.

163 voti a favore, 42 contrari e 6 astenuti per il documento sul diaconato femminile. In esso si fa presente che in Germania è già pronto un esercito di diaconesse debitamente addestrate, dal momento che il corso di formazione per le diaconesse è già giunto alla sua terza edizione; corso, si tiene a precisare, con un programma di studio parificato a quello dei diaconi. Esperienza che, auspicano gli estensori del documento, può essere universalizzata e presa in considerazione dalla commissione romana sul diaconato femminile. Inoltre si fa presente che «la Conferenza Episcopale Tedesca richiede ora un indulto rispetto al can. 1024 del Codice di Diritto Canonico […] per aprire il ministero diaconale alle donne». Canone che, lo ricordiamo, prevede che «riceve validamente la sacra ordinazione esclusivamente il battezzato di sesso maschile».

Due richieste di palese rottura sono state pertanto messe nero su bianco ed indirizzate al Papa, forti del sostegno della stragrande maggioranza dei vescovi tedeschi e dell’accresciuta debolezza dei potenziali oppositori della CDF. E forse sarà un caso che, tra la seconda e la terza assemblea del Sinodo, si sia gettato fango sui veri oppositori: da Voderholzer [La prima valutazione della visita di Papa emerito Benedetto XVI a Regensburg del Vescovo Rudolf Voderholzer – 22 giugno 2020] a Woelki [Cardinale Woelki: la prima “Assemblea sinodale tedesca, un parlamento della Chiesa quasi protestante”. Video originale – 1° febbraio 2020], fino a Benedetto XVI [Michael Hesemann ha letto le carte: «Su Benedetto XVI fake news, che poggiano su una deliberata disinformazione». La vecchia «strategia della calunnia» – 26 gennaio 2022]?

Dopo l’autoaccusa durissima, la chiara assunzione di responsabilità e la richiesta di perdono, il Cardinal Marx rimane a suo posto – 28 gennaio 2022.
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