Associazioni cattoliche sull’omicidio del consenziente: «Nella “gara per la morte” il Dm Speranza vìola il Parlamento»

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«Nella gara a chi taglia per primo il traguardo di procurare la morte, finora “limitata” alla competizione fra il referendum per l’omicidio del consenziente [*] e il testo Bazoli pendente in Aula alla Camera, irrompe il Ministro della Salute, con la bozza di decreto resa nota il 1° dicembre 2022, che sarà sottoposta alla Conferenza Stato-Regioni, di modifica della disciplina dei Comitati etici territoriali».

Così recita un comunicato di oltre 70 associazioni – tra le quali Alleanza Cattolica, Amci, Pro Vita & Famiglia, Centro internazionale Giovanni Paolo II e per il magistero sociale della Chiesa, Centro studi Livatino, Cism, Movimento per la vita e la Presidenza del Comitato scientifico Ucid – a commento della bozza di Decreto ministeriale che dovrebbe istituire i Comitati etici previsti dall’ormai datata legge 3/2018 (c.d. “Lorenzin”) in sostituzione dei circa 90 comitati territoriali. In tale bozza di Decreto ai nuovi Comitati si darebbe anche il compito di emanare i pareri nei casi di eutanasia negli ospedali.

Questo per confermare che il Ministro della “Salute” – del Governo Conte e del Governo Draghi – si occupa di tutto, tranne della salute degli Italiani. Come per ricordare che il protocollo “tachipirina e vigile attesa” ha tanti morti in bilancio.

«In un settore – quello, appunto, dei Comitati etici – finora dominato dal caos normativo, che ha visto nel corso degli anni la sovrapposizione di assetti differenti e la mancata attuazione della “legge Lorenzin” n. 3/2018 – proseguono le associazioni -, il Ministro della Salute pretende che un atto amministrativo, qual è un proprio decreto, salti a piè pari il Parlamento e dia (non chiesta, né dovuta) attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale n. 242/2019, come è scritto esplicitamente all’art. 1 co. 3 della bozza, “in relazione ai casi riguardanti richieste di suicidio medicalmente assistito”». Le oltre 70 associazioni ritengo l’intervento del ministro grave, perché «si sovrappone a una competenza che, come è scritto nella sentenza citata oltre che nella stessa Costituzione, la Consulta affida esclusivamente al Parlamento» – e non potrebbe essere diversamente – «fornisce della sentenza una interpretazione sulla quale la discussione alla Camera è appena iniziata, essendosi svolta solo in Commissione, senza che si sia entrati nel merito della estensione da dare a essa» e «stravolge la funzione dei Comitati etici».

«Ci attendiamo che i parlamentari fermino questa improvvida iniziativa con gli atti che i regolamenti loro consentono – l’auspicio delle organizzazioni –, e che in sede di Conferenza Stato-Regioni queste ultime ricordino al ministro i limiti delle competenze di ciascuno, specie se si tratta dei limiti che l’esecutivo ha verso il Parlamento». Infine, la richiesta che, «nel rispetto del principio di indisponibilità della vita umana, venga data piena attuazione alla sentenza della Consulta n. 242/2019 nella parte in cui auspica interventi sul fronte della terapia del dolore e delle cure palliative, disciplinati già da 12 anni da una legge dello Stato, la n. 38/2010».

Fonte: SIR.

[*] Dispositivo dell’art. 579 Codice Penale: «Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni». Il referendum Eutanasia legale non punta a rispettare la vita del prossimo bensì a non finire in carcere se lo ammazzi, liberalizzando «ogni forma di omicidio del consenziente, anche se determinato, ad esempio, da una depressione, da un fallimento finanziario, da una delusione sentimentale, da una momentanea fragilità psichica e anche se commesso con mezzi violenti». Non lo scrive qualche Cattolico, ma Luciano Violante su la Repubblica [QUI].

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