La Chiesa di Cristo: sinodale, ‘in uscita’, missionaria

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Il brano del vangelo ci porta sul mare di Cafarnao; dove Gesù ammaestra la folla, seduto sulla barca di Pietro ed addita la via della salvezza. La vita ha un significato profondo; è bella ed armoniosa se si vive conforme alla propria vocazione. Vivere la vita significa attuare quel progetto mirabile che Dio ha avuto nel creare l’uomo e nel conferire a ciascuno talenti e carismi diversi per il bene del singolo e della società.

Siamo persone elevate dalla grazia a figli di Dio, come tali il ruolo di ciascuno e sociale ed ecclesiale oltre che individuale; ciascuno deve rispondere a Dio e alla propria coscienza in questa chiave. Il brano del Vangelo, la pesca miracolosa, è significativo: Gesù sale sulla barca di Pietro per parlare alla gente che si accalca; sulla barca con la quale gli apostoli avevano lavorato tutta la notte senza pescare nulla.

Terminato il discorso, con una mossa travolgente, che sbigottisce Pietro, Gesù invita l’apostolo a prendere il lardo e a gettare le reti per la pesca. Pietro, da marinaio provetto, evidenzia: abbiamo lavorato tutta la notte senza pescare nulla; Pietro, da uomo di fede, obbedisce a Gesù, butta le reti per la pesca ed ecco una quantità enorme di pescato. Davanti ad un fatto così eclatante, Pietro esclama: ‘allontanati, da me, Signore, sono un uomo peccatore’.

Gesù lo incoraggia: Pietro, non temere; d’oggi innanzi sarai pescatore di uomini. Pietro lascia tutto: la barca, le reti, il padre e segue Gesù; diverrà l’apostolo prediletto, il capo della Chiesa nascente; a Lui Gesù dirà: ‘Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa’. 

Il Vangelo mira ad evidenziare attraverso la pesca miracolosa che il miracolo più eclatante di Gesù non è tanto l’abbondanza del pescato quanto la risposta generosa di Pietro; quando Dio chiama, bisogna rispondere con generosità e tempestività: così fecero Pietro e gli Apostoli, così fece Paolo quando da persecutore della fede cristiana, folgorato dalla grazia divina, divenne l’apostolo prediletto, l’uomo di cui disse Gesù.

‘Ne farò un vaso di elezione’. Pietro è l’immagine del vero credente e diventa destinatario di una missione sublime: vicario di Cristo Gesù in una Chiesa che, come una barca in un mare tempestoso non affonderà mai: ‘Le porte degli inferi non prevarranno’. Nella Chiesa, come nella società civile, tutti insieme costituiamo una famiglia.

Dotati da talenti diversi per numero e qualità, siamo chiamati ad un ruolo di complementarietà, dove l’uno completa l’altro come le diverse cellule dello stesso corpo o gli organi dello stesso organismo, tutti diversi ma l’uno completa l’altro; così nella Chiesa, la famiglia delle famiglie, ciascuno ha un compito non di rappresentanza ma di partecipazione. Spesso si parla di crisi nella Chiesa; è proprio vero, ma è crisi di crescenza, che deve servire a purificare e rinnovare la Chiesa.

Da una concezione  strutturata in chiave gerarchica, che dall’alto guarda in basso (Pontefice, vescovo, Parroco, sacerdote, popolo di Dio), dove chi è sopra comanda e chi sta sotto deve solo obbedire, è necessario invece passare ad una concezione triangolare di Chiesa, come auspica il concilio Vaticano II, una Chiesa dove tutti: clero e popolo, pastori e fedeli sono chiamati ad un ruolo di servizio, a seconda dei carismi ricevuti dallo Spirito Santo che con il Battesimo ci ha innestati a Cristo.

Nella Chiesa non ci sono ‘padroni’ ma ‘collaboratori’, tutti fratelli, tutte pecorelle dell’ovile di Cristo, tutti in comunione con tutti. Chi è Vescovo, chi è parroco, deve servire la Chiesa; non gerarchia ma diaconia: servizio, ministero. Dirà Gesù: ‘Mmi chiamate Signore e maestro ed io vi ho lavato i piedi, così è necessario tra di voi che l’uno lavi i piedi all’altro’.

Il Pontefice, papa Francesco, ha voluto indire quest’anno il ‘sinodo popolare’, un cammino sinodale per sentire, ascoltare quello che lo Spirito Santo ispira, suggerisce alla Chiesa; questo ‘camminare insieme’ deve attuare e manifestare la natura vera della Chiesa come popolo di Dio, pellegrino e missionario;  è un processo ecclesiale che offre ad ogni cristiano l’opportunità di esprimersi, essere ascoltato per contribuire alla costruzione del popolo di Dio in questo terzo millennio.

E’ necessario prendere coscienza che la logica di Dio non è la logica del potere ma dell’amore. Dio ha dato a ciascuno un cuore per amare, una mente per pensare, e braccia per agire; dalla pesca miracolosa impariamo a pescare, a produrre, a portare un valido contributo per una Chiesa in uscita, una Chiesa missionaria con le porte aperte; una Chiesa chiamata ad amare, a servire, ad essere la grande famiglia di Dio.

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