La tenerezza della Comunione con le mani giunte – Parte Seconda: “È volontà di Dio”

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La tenerezza della Comunione con le mani giunte – Parte Prima: “Com’era, come sta diventando e la Comunione Spirituale” – 24 settembre 2021

Ho pensato a lungo se raccontare o no le ragioni per cui sono assolutamente intollerante nei confronti della Comunione sulle mani, dato che ne contengono di personalissime. Invero, oggi le esporrò a maggior Gloria di Dio che supplichiamo indomiti, fino all’Avvento del Suo Regno: i tempi sono maturi e Amen.

Sul modo corretto di ricevere l’Ostia

Cominciò così.

Quando, anni fa, l’uso della Comunione sulle mani è iniziato a diventare generalmente praticato, cosa a cui istintivamente non ho mai aderito, a causa dello sconcerto che mi suscitava quel misterioso dolore che provavo nell’anima, solo ad assistere alla scena e che diventava sempre più acuto, man mano che il barbaro costume si diffondeva, non sapendo a chi rivolgermi, data la confusione imperante, audacemente e confidenzialmente, tentai l’approccio diretto col “Capo”: (“Verrà il tempo in cui Mi adorerete in Spirito e Verità”).

Ero nella mia stanza. Di pomeriggio, in adorazione davanti al Crocifisso.

Prima di iniziare la recita del Santo Rosario, supplicai Gesù Cristo di farmi conoscere la Sua Volontà, circa il modo corretto di riceverLo nella Santa Eucarestia e cosa avrebbe voluto esattamente che facessi.

Ad un certo punto, non ricordo bene a quale decina del Santo Rosario, il silenzio si impose.

Interrompo le Ave Maria.

Chiudo gli occhi e dal Crocifisso raggiungono la mente del mio cuore le seguenti perentorie parole:

ALLA COMUNIONE, VAI PER PRIMA
INGINOCCHIATI A TERRA
STAI CON LE MANI GIUNTE
RICEVIMI SULLA LINGUA
CAMBIA SPESSO CHIESA
TI MANDO A DARE L’ESEMPIO!


Nessun dubbio. Era un ordine!

Sul momento tenni per me questo diktat non confidandolo a nessuno per un lungo periodo.

Per nessuna ragione avrei infatti pubblicamente voluto attribuire a Lui quelle parole, almeno fino a quando non si fosse verificata la circostanza che mi avrebbe dato la certezza, cosa che più avanti accadde, che quelle parole fossero proprio le Sue.

Comunque da allora, cominciai ad eseguire dettagliatamente quell’ordine in ciascuna chiesa in cui mi recassi, per partecipare alla Santa Messa.

Così al momento della Comunione andavo per prima presso l’altare, mi inginocchiavo a terra, congiungevo le mani, ricevevo Gesù sulla lingua, cambiavo spesso chiesa, allo scopo di dare l’esempio, così come mi era stato ordinato di fare.

Diverse umiliazioni mi costò, la pratica di questo pio esercizio, da parte di sacerdoti privi di fede, ma tanta era la convinzione di essere nella Verità, che mi sono sempre apparse come carezze.

E che battaglie abbiamo dovuto fronteggiare, io e tanti altri, per veder rispettato dai ministri che celebrano il novus ordo, il sacrosanto diritto di ricevere l’Eucarestia, così come la Chiesa ha sempre fatto. Incuranti del depositum fidei, dell’Esortazione apostolica postsinodale Sacramentum caritatis del 22 febbraio 2007 di Papa Benedetto XVI, che conferma l’Istruzione Redemptionis sacramentum del 25 marzo 2004 [redatta, per disposizione di Papa Giovanni Paolo II, dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti d’intesa con la Congregazione per la Dottrina della Fede, approvata dallo stesso Pontefice il 19 marzo 2004, il quale ne ha disposto la pubblicazione e l’immediata osservanza] e incuranti dell’Aquinate, celebrato giusto qualche giorno fa, che fin dalla notte dei tempi sostenne che solo le cose sante possono toccare il Corpo di Dio, indicando come uniche cose sante: il calice, il corporale e le mani del sacerdote; incuranti di tutto ciò si ostinano ad obbligare i fedeli ad oltraggiare Cristo stesso, ma non prevarranno!

Utilissimo, peraltro, per comprendere in che modo si sia imposta nella storia la distribuzione dell’Eucaristia sulla mano, è il più recente volume del sacerdote Don Federico Bortoli, dal titolo La distribuzione della comunione sulla mano. Profili storici, giuridici e pastorali, (Cantagalli 2018, pp. 352) [QUI] insieme alla sua conferenza intitolata L’imposizione della Comunione sulla mano[QUI], assolutamente da ascoltare.

Così, dall’osservazione del contrasto tra quanto dovrebbe essere e quanto accade, si vede chiaramente la misura del disastro in essere nella Chiesa, come molto evidente mi è apparso quella volta che un “sacerdote”, chiamiamolo così giusto per intenderci, si è spinto fino ad una certa aggressione fisica, spintonandomi lontano da sé , quando ha capito che l’Ostia non L’avrei ricevuta sulle mani!

Ma questa è un’altra storia e la raccontiamo un’altra volta.

La battaglia per la salvaguardia della Fede, che in tanti stiamo compiendo a maggior Gloria di Dio, non è mai finita. Ha solo conosciuto fasi a volte più, a volte meno critiche, ma dal recente attacco alla Messa Tradizionale, anche condannato senza timidezze dall’autorevole Arcivescovo Carlo Maria Viganò [QUI], si è fatta ancora più acuta.

Sì. Purtroppo è come se a misura che i sacerdoti si corrompano nello spirito, traggano sempre più godimento nella corruzione della liturgia, nello scandalizzare i piccoli, nell’offendere la Divina Maestà di Gesù Cristo, il Suo Cuore Tenerissimo e l’Immacolato Cuore della Santissima Madre. Gli stolti!

Ma sappiano costoro che nessun Cattolico, sul rispetto del Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, è disposto e mai lo sarà, a cedere di un millimetro!

Così, come la stessa che vi scrive mai potrebbe annacquare, compromettere o interrompere l’esecuzione di un ordine ricevuto dal Cielo su Quanto a Dio sta più a cuore: L’Ostia!

L’Ostia è Dio.
L’Ostia è Dio Vivo.
L’Ostia è Dio che attende nel Tabernacolo.


Cosa attende Gesù nel Tabernacolo? Attende giorno e notte di essere sprigionato dalla creatura per imprigionarsi nell’anima sua. E sia che ella dorma o che vegli, Egli è lì che brama trame d’amore per lei, sognando che quando andrà a liberarLo, per darGli residenza nel proprio cuore, la creatura si faccia colpire dai dardi infuocati che il Freccero d’Amore ha tramato per lei!

Chiuda gli occhi la creatura dopo aver ricevuto la Santa Eucarestia! Guardi chi è l’Ospite che si è degnato di visitarla! E voi sacerdoti, tacete dopo aver distribuito la Comunione: Dio vuole parlare alla sua creatura. Rispettate e fate rispettare il silenzio!

Ascoltiamo cosa ha da dirci Gesù nel segreto del cuore e cerchiamo di essere degni di tale Ospite, cosa impossibile senza il Sacramento della Riconciliazione! Facciamone frequente uso! E dopo averLo ricevuto, meglio morire, piuttosto che disgustarLo ancora.

L’Ostia è il Cuore del mondo.
L’Ostia è il Centro della Chiesa.
L’Ostia è il Centro della storia.
L’Ostia palpita ognora in tutti i Tabernacoli della Terra!

L’Ostia è il Testamento dell’Altissimo, per ottenerci il Quale, nutrimento dell’anima e salvezza nostra, ha effuso fino all’ultima goccia del Suo Preziosissimo Sangue.
L’Ostia avrà l’ultima parola sul mondo che si conclude.


Teniamo a mente che non si scherza con le cose di Dio, Unico Bene, che già il crederlo è beatitudine.

Riprendo.

Dicevo che non dissi nulla a nessuno dell’ordine ricevuto dal Cielo, fin quando un giorno non ricevetti la foto di una pagina tratta dal testo Dio parla all’anima della mistica tedesca Justine Klotz, che consiglio vivamente di visionare [QUI].

Leggendola mi accorsi che le indicazioni che Gesù dette a lei, circa il modo corretto di ricevere l’Ostia, corrispondevano a quelle da me ricevute e che, ad entrambe, le stesse parole erano state rivelate anche secondo lo stesso ordine.

Da allora le cose cambiarono. Era giunto il momento di parlare. La felice conferma mi autorizzò a fornire ai sacerdoti, che avessero erroneamente e invano preteso di consegnarmi la Comunione in mano, anche precise motivazioni personali oltre alla mole già esistente di documentazione antica e moderna, che abbiamo sopra sinteticamente elencato.

E così più volte feci.

Concludo.

Tra le diverse chiese in cui andai a dare l’esempio ne trovai una in cui il sacerdote, non proprio santo, ma abbastanza coraggioso, accettò, Dio lo benedica, di comunicarmi regolarmente secondo l’ordine Celeste che mi era stato impartito e che ebbi cura di rifergli nei dettagli, quindi: per prima, in ginocchio e sulla lingua.

Da allora sono passati due anni ed oggi grazie a quell’esempio che mi è stato ordinato di dare e grazie a quel sacerdote che si è prestato di collaborare al piano di Dio, quasi tutti i fedeli che frequentano quella parrocchia si inginocchiano nei pressi dell’altare, assistono alla Santa Messa col velo muliebre e ricevono non più l’Ostia sulle mani, ma sulla lingua e in ginocchio, nonostante nel frattempo abbiamo attraversato la psico-pandemia.

L’esempio! Come è importante l’esempio santo!

Ne siamo tutti affamati e Dio lo sa e così provvede. Siamo sempre docili alle sante ispirazioni!

E con prontezza eseguiamole.

C’è una responsabilità grande nei laici in questo periodo storico.

Sappiamo che il tale che amministra la Chiesa, contrariamente al Papa che detiene il munus, non si fa troppi scrupoli di coscienza nel seguire il mondo e che vescovi e sacerdoti sono stati obbligati a praticare questo uso barbaro e contrario alla Volontà di Dio.

Sappiamo pure che molte anime hanno sofferto nel sentirsi obbligate, contro la propria coscienza, a ricevere Gesù sulle mani, anche e soprattutto per il pericolo che si corre di disperdere a terra invisibili frammenti di Ostia, che inevitabilmente vengono calpestati da chi nella fila viene dopo. Volete voi calpestare Gesù sul pavimento? No?!

Allora, se anziché cedere su questo tema inalienabile o inventare le più assurde strategie per ovviare, ogni fedele nel momento della Comunione si fosse inginocchiato a terra ai piedi dell’altare, avrebbe per sé e per tutti, fornito ai sacerdoti un motivo valido per disobbedire agli ordini illeciti ricevuti e li avrebbe aiutati a servire Cristo secondo la Divina Volontà.

Siete in tempo. Fatelo!

Difendete Cristo, se ritenete di aver bisogno di essere difesi dal Leone della Tribù di Giuda!

Gratitudine, fratelli! Gratitudine al Re dei Re!

Il grande giorno si avvicina.

Oremus:
O mi Iesu, dimitte nobis debita nostra, libera nos ab igne inferni, conduc in cælum omnes animas, præsertim illas quæ maxime indigent misericordia tua. Deo gratias. Amen.


A presto.

Veronica Cireneo

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