“Scempio indecoroso, osceno e blasfemo”. Anche quest’anno Sanremo si conferma il Festival della blasfemia anticristiana. “La decadenza delle élite italiane”

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I fatti di cronaca che attirano la nostra attenzione – e a cui dedichiamo attenzione come comunicatori – non devono farci dimenticare la festività odierna, denominata fino alla recente riforma del calendario liturgico “Festa della Purificazione della Santissima Vergine Maria”, in ricordo del momento della storia della sacra Famiglia, narrato al capitolo 2 del Vangelo di Luca, in cui Maria, in ottemperanza alla legge, si recò al Tempio di Gerusalemme, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, per offrire il suo primogenito e compiere il rito legale della sua purificazione. La riforma liturgica del 1960 ha restituito alla celebrazione il titolo di “Presentazione del Signore”, che aveva in origine. L’offerta di Gesù al Padre, compiuta nel Tempio, prelude alla sua offerta sacrificale sulla Croce.

Uomo dei dolori che conosci il patire…

«La Croce continua ad insegnarci che solo chi è disarmato può trasformare i cuori, solo chi ama tutti può arrivare nel profondo, solo la bontà incatena la violenza, solo il perdono neutralizza il male» (Suor Lucia Brasca, FMA).

Durante la prima serata sul palco dell’Ariston è andata in scena la dissacrante rappresentazione del sacramento del battesimo, che uno dei cantanti – Achille Lauro – si è “auto-somministrato” davanti a un coro gospel che cantava “Alleluja! Alleluja!” rievocando la dinamica di una liturgia.

«Sanremo. L’odio scatenato contro il Cristianesimo dalle affermazioni blasfeme contro il battesimo e la domenica, sono il sintomo della codardia di questa povera gente in cerca di visibilità. Immaginate se le stesse offese venivano rivolte agli ebrei ed ai musulmani… La Abc News giustamente ha sospeso l’attrice afroamericana Whoopi Goldberg, conduttrice di The View, dopo le critiche suscitate dalla sua affermazione che la Shoah “non riguarda la razza”. In Italia tutto tace. A Sanremo si può tra gli applausi, attaccare il Cristianesimo» (Don Salvatore Lazzara).

«360 milioni di cristiani nel mondo soffrono persecuzioni, mutilazioni, stupri e violenze a causa di quel Battesimo che oggi a Sanremo 2022 viene vilipeso per edonismo e profitto economico. Osceno essere costretti a pagare il canone Rai per tale immondizia. #AchilleLauro» (Filippo Savarese).

Nel mondo 360 milioni di cristiani soffrono persecuzioni, violenze, stupri, furti e ingiustizie di ogni tipo solo perché sono cristiani: solo a causa del loro battesimo, quel battesimo che ieri sul palco di Sanremo è stato gratuitamente vilipeso per puro sensazionalismo, e ovviamente per il profitto economico collegato all’audience generata.

Siamo stanchi di essere costretti a pagare un canone Rai che regge in piedi questa baracca!

E non finisce qui. Durante la terza serata salirà sul palco un ospite travestito da donna che ha dichiarato alla stampa di volersi fare megafono della propaganda LGBT, cioè quella a favore del liberticida Ddl Zan, del matrimonio gay, delle adozioni gay e dell’utero in affitto.

Anche questo avverrà grazie al canone che siamo tutti costretti a pagare alla Rai. Adesso basta!

Firma subito la petizione per chiedere alla Rai di smetterla di usare il nostro canone per mandare in scena rappresentazioni blasfeme anticristiane e propaganda ideologica Gender e LGBT durante il Festival di Sanremo 2022!

Non col mio Canone! Basta blasfemia anticristiana e propaganda Gender a Sanremo! Firma la petizione di Pro Vita e Famiglia Onlus: QUI.

«Difficile decidere cosa sia più scandaloso: Achille Lauro che utilizza le immagini della fede cristiana provocatoriamente, per attirare su di sé l’attenzione, o il fatto vergognoso che la televisione italiana glielo permetta?» (Michelangelo Nasca).

In merito all’esibizione di Achille Lauro durante la prima puntata del Festival di Sanremo 2022, il Vescovo di Ventimiglia-San Remo prende posizione in maniera forte contro l’ennesimo atto di vilipendio della fede cattolica e di blasfemia verso il deposito e le radici culturali e spirituali di questo Paese, mentre la RAI non rappresenta più il servizio pubblico.

Riportiamo il Comunicato Stampa diramato da Mons. Antonio Suetta, Vescovo di Ventimiglia-San Remo [QUI] e seguito dal vergognoso controcanto di Don Carmelo La Magra, Parroco di Racalmuto.

«Una triste apertura del Festival della Canzone Italiana 2022 ha purtroppo confermato la brutta piega, che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso.
La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante.
Il brano presentato, già nel titolo – Domenica – e nel contesto di un coro gospel, alludeva al giorno del Signore, celebrato dai cristiani come giorno della fede e della risurrezione, collocandolo in un ambiente di parole, di atteggiamento e di gesti, non soltanto offensivi per la religione, ma prima ancora per la dignità dell’uomo.
Non stupisce peraltro che la drammatica povertà artistica ricorra costantemente a mezzi di fortuna per far parlare del personaggio e della manifestazione nel suo complesso.
Indeciso se intervenire o meno, dapprima ho pensato che fosse conveniente non dare ulteriore evidenza a tanto indecoroso scempio, ma poi ho ritenuto che sia più necessario dare voce a tante persone credenti, umili e buone, offese nei valori più cari per protestare contro attacchi continui e ignobili alla fede; ho ritenuto doveroso denunciare ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permette situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga; ho ritenuto affermare con chiarezza che non ci si può dichiarare cattolici credenti e poi avvallare ed organizzare simili esibizioni; ho ritenuto infine che sia importante e urgente arginare la grave deriva educativa che minaccia soprattutto i più giovani con l’ostentazione di modelli inadeguati.
Sono consapevole che la mia contestazione troverà scarsa eco nel mondo mediatico dominato dal pensiero unico, ma sono ancora più certo che raggiungerà cuori puliti e coraggiosi, capaci di reagire nella quotidianità della vita ad aggressioni così dilaganti e velenose. Soprattutto sono convinto di dover compiere il mio dovere di pastore affinché il popolo cristiano, affidato anche alla mia cura, non patisca scandalo da un silenzio interpretato come indifferenza o, peggio ancora, acquiescenza.
Vero è, come dice il proverbio, che “raglio d’asino non sale al cielo”, ma stimo opportuno sollecitare le coscienze ad una seria riflessione e i credenti al dovere della riparazione nella preghiera, nella buona testimonianza della vita e nella coraggiosa denuncia.§
Sanremo, 2 febbraio 2022.
✠ Antonio Suetta
Vescovo di Ventimiglia-San Remo».

«Con il battesimo apparteniamo a Cristo. Siamo fondati in una comunione intramontabile con Dio e tra di noi. È il battesimo la sorgente di ogni forma di consacrazione e anche la forza per separarci dalla mondanità» (Papa Francesco).

Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Il Direttore de L’Osservatore Romano, Dott. Andrea Monda risponde così a Fiorello: «Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro. In punta di piedi. Perché Sanremo è Sanremo. L’Osservatore è L’Osservatore. E in questo caso si limita ad osservare che, volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico. Niente di nuovo. Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta» (Trasgressioni a Sanremo, Lettere dal Direttore, L’Osservatore Romano, 2 febbraio 2022).

«II Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio. Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d’immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso. Dono, poiché è dato a coloro che non portano nulla; grazia, perché viene elargito anche ai colpevoli; Battesimo, perché il peccato viene seppellito nell’acqua; unzione, perché è sacro e regale (tali sono coloro che vengono unti); illuminazione, perché è luce sfolgorante; veste, perché copre la nostra vergogna; lavacro, perché ci lava; sigillo, perché ci custodisce ed è il segno della signoria di Dio (San Gregorio Nazianzeno)» (Cardinale Gianfranco Ravasi).

Don Carmelo La Magra, Parroco di Racalmuto.

Cosa dovrebbe fare con il Festival di Sanremo blasfemo la Conferenza Episcopale Italiana – con ogni singolo vescovo italiano – l’ha dimostrato il Vescovo di Ventimiglia-San Remo e cosa dovrebbe fare ogni singolo Capo di Dicastero della Curia Romano – l’hanno dimostrato Papa Francesco, il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e il Dott. Andrea Monda, Direttore de L’Osservatore Romano.

Per sottolinearlo è venuto il Parroco di Racalmuto a spiegarci ad adsurdum cosa NON si deve fare, nel contempo mettendo a nudo lo stato comatoso della “leadership” (non riesco a chiamarli ancora “gerarchia”) della Chiesa Cattolica Romana in Italia e della Curia Romana. Chi si meraviglia ancora che ormai i buoi sono quasi tutti fuori dal recinto (non si tratta più della pecora smarrita). Faccio seguire le esternazioni del Parroco siciliano – la risata è sollecitata dal “reverendo” di una “cattolicità” autentica, secondo lui, e quindi, non ci scandalizziamo e facciamo una risata con il suo post “chiaro e netto” – grazie all’articolo Achille Lauro blasfemo? Il parroco La Magra: “Scandalizzatevi per altro e fatevi una risata ogni tanto” a firma di Andrea Cassaro su Agrigento Notizie di oggi [QUI]: «Un post su Facebook che ha ottenuto centinaia di consensi quello pubblicato dal prete racalmutese che non condanna affatto il gesto del cantante che, sul palco dell’Ariston, si è auto-battezzato versandosi sul volto dell’acqua con una conchiglia come quelle usate nelle funzioni religiose.
”Ma è possibile che tutta la cattolicità vi viene fuori quando canta Achille Lauro? Scandalizzatevi per altro e fatevela una risata ogni tanto!”: un post puro e semplice che sintetizza la posizione, chiara e netta, di Don Carmelo La Magra, parroco di Racalmuto, su quanto visto ieri in apertura di Festival con la prima esibizione affidata al pittoresco cantante veronese.
Achille Lauro, al termine della sua canzone, intitolata “Domenica” ed eseguita con un gruppo gospel, ha simulato una sorta di auto-battesimo versandosi sul volto dell’acqua con una conchiglia come quelle usate nelle funzioni religiose.
Fiorello, intervenuto poco dopo, aveva già previsto l’innesco della polveriera: “Chissà cosa ne pensa l’Osservatore Romano (il quotidiano che diffonde le notizie della Santa Sede, ndr) dopo la performance di Achille Lauro”.
E infatti la polemica non è tardata ad esplodere con il tweet di questa mattina firmato dal Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura: “II Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio. Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d’immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso”. Non cita direttamente Achille Lauro ma il riferimento è abbastanza chiaro.
In tutto questo s’inserisce, dal piccolo “paese della ragione”, Don Carmelo La Magra che invita a “superare” certi lucchetti e ipocriti bigottismi, invitando a ricercare una “cattolicità” autentica, fatta di gesti concreti e senza puntare il dito contro un artista che, pur nella sua stravaganza e innata indole provocatoria, non aveva di certo intenzione di offendere nessuno. Forse ha sottovalutato la possibilità di urtare la sensibilità di qualcuno, ma il dibattito rimane comunque aperto.

Postscriptum

«L’unico commento che mi viene riguardo a Sanremo è che non è null’altro che una kermesse che riflette la decadenza delle élite italiane. Il palco di Sanremo è l’esibizione dell’osceno e del blasfemo. È l’esibizione di un manipolo di saltimbanchi che pur di compiacere il potere adottano e si prostrano davanti a tutte le sue perversioni. A Sanremo c’è l’oltraggio alla fede cattolica e cristiana. A Sanremo ci sono giullari di corte falliti che ormai non strappano nemmeno una risata ma solo compatimento nel loro maldestro e ridicolo tentativo di assecondare l’ideologia di un regime decadente. A Sanremo c’è il superfluo. A Sanremo c’è un mondo che si compiace guardandosi allo specchio mentre fuori il mondo reale precipita in un mare di disperazione creato dal potere che Sanremo serve. Sanremo non è null’altro che lo specchio di un regime che si sta decomponendo. Una volta che il secondo sarà del tutto scomparso anche del primo non resterà più nulla, se non il ricordo di un decadente spettacolo di asservimento al potere» (Cesare Sacchetti).

«Ormai il gioco è chiaro. Achille Lauro provoca in maniera oscena i cattolici (stavolta addirittura mettendo alla berlina il sacramento del battesimo e la domenica), noi fedeli ingenui reagiamo [*] e lui lucra. Se lo avesse fatto con musulmani o ebrei? Non gli sarebbe stato permesso irridere un rito da moschea o sinagoga. Ma contro i cattolici la Rai e Rai1 consentono tutto. Anche perché la Chiesa gerarchica se ne sta muta (con l’eccezione del sempre benemerito Vescovo Suetta, non a caso più che amico del PdF) e lascia fare ogni cosa contro la sensibilità dei credenti, senza capire che questo silenzio non è vero che garantisce l’otto per mille e la “roba” (su cui invece appena ci sono accenni di discussione, ad Avvenire e alla Cei subito scattano impettiti). Quando poi ci chiederanno di protestare perché andranno a prendersela quella roba, troveranno pochi cattolici che non ricorderanno il silenzio umiliante che consentì serate di esplicita propaganda anticristiana nel mutismo dei vertici ecclesiastici» (Mario Adinolfi).

[*] Noi non siamo fedeli ingenui che reagiamo. Lo scrive Mons. Suetta: «Ho ritenuto doveroso denunciare ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permette situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga; ho ritenuto affermare con chiarezza che non ci si può dichiarare cattolici credenti e poi avvallare ed organizzare simili esibizioni; ho ritenuto infine che sia importante e urgente arginare la grave deriva educativa che minaccia soprattutto i più giovani con l’ostentazione di modelli inadeguati».
Di due uno: o stiamo zitti, senno lui “lucra”, oppure alziamo la voce, senno facciamo come “la Chiesa gerarchica se ne sta muta”. Lo logica non è un opinione.

«Al di là dei giudizi sulla musica, è evidente che per avere successo internazionale oltre misura devi per forza scendere a patti col demonio. Lo fanno gli atleti e i calciatori coi tatuaggi, lo fanno i cantanti con dei simboli, coi messaggi subliminali, coi testi delle canzoni, ora anche con gli indumenti. I Maneskin saranno anche bravi, è però evidente, nel trucco, nel prestarsi ai messaggi sugli pseudo diritti, nelle bestemmie, che se vuoi avere due miliardi di visualizzazione dei filmati e se vuoi vincere in tutto il mondo, devi patteggiare col principe delle tenebre. È risaputo. Anche se noi cattolici non ne parliamo più e chi lo fa viene definito integralista, ovviamente da coloro che seguono lo stesso padrone di Achille Lauro e compagnia cantante» (Attilio Negrini).

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