Custodire ogni vita
“Il vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione”:
lo scrivono i vescovi nel Messaggio per la Giornata della vita ‘Custodire ogni vita’, che si celebra oggi nelle parrocchie italiane, sottolineando che “il ‘diritto all’aborto’ e la prospettiva di un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente”, così come alcune ‘manifestazioni di egoismo’ durante la pandemia nascono ‘da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti’.
I vescovi sottolineano il valore della vita, ribadendo la necessità della cura: “Questo è vero per tutti, ma riguarda in maniera particolare le categorie più deboli, che nella pandemia hanno sofferto di più e che porteranno più a lungo di altre il peso delle conseguenze che tale fenomeno sta comportando”.
Il pensiero è rivolto alle giovani generazioni che hanno subito ripercussioni negative nella vita familiare: “Le prime, pur risultando tra quelle meno colpite dal virus, hanno subito importanti contraccolpi psicologici, con l’aumento esponenziale di diversi disturbi della crescita; molti adolescenti e giovani, inoltre, non riescono tuttora a guardare con fiducia al proprio futuro. Anche le giovani famiglie hanno avuto ripercussioni negative dalla crisi pandemica, come dimostra l’ulteriore picco della denatalità raggiunto nel 2020-2021, segno evidente di crescente incertezza”.
Ma anche agli anziani: “Tra le persone anziane, vittime in gran numero del Covid-19, non poche si trovano ancora oggi in una condizione di solitudine e paura, faticando a ritrovare motivazioni ed energie per uscire di casa e ristabilire relazioni aperte con gli altri.
Quelle poi che vivono una situazione di infermità subiscono un isolamento anche maggiore, nel quale diventa più difficile affrontare con serenità la vecchiaia. Nelle strutture residenziali le precauzioni adottate per preservare gli ospiti dal contagio hanno comportato notevoli limitazioni alle relazioni, che solo ora si vanno progressivamente ripristinando”.
I vescovi elogiano chi si è impegnato a custodire la vita:“Sin dai primi giorni della pandemia moltissime persone si sono impegnate a custodire ogni vita, sia nell’esercizio della professione, sia nelle diverse espressioni del volontariato, sia nelle forme semplici del vicinato solidale.
Alcuni hanno pagato un prezzo molto alto per la loro generosa dedizione. A tutti va la nostra gratitudine e il nostro incoraggiamento: sono loro la parte migliore della Chiesa e del Paese; a loro è legata la speranza di una ripartenza che ci renda davvero migliori”.
Però non sono mancati episodi egoistici o irresponsabili: “Non sono mancate, tuttavia, manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilità, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti.
Molto spesso si è trattato di persone comprensibilmente impaurite e confuse, anch’esse in fondo vittime della pandemia; in altri casi, però, tali comportamenti e discorsi hanno espresso una visione della persona umana e dei rapporti sociali assai lontana dal Vangelo e dallo spirito della Costituzione”.
La negazione della vita non è un diritto: “Il vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione”.
La risposta dei vescovi è quella dei vescovi: “La risposta che ogni vita fragile silenziosamente sollecita è quella della custodia. Come comunità cristiana facciamo continuamente l’esperienza che quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema può essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza…
Le persone, le famiglie, le comunità e le istituzioni non si sottraggano a questo compito, imboccando ipocrite scorciatoie, ma si impegnino sempre più seriamente a custodire ogni vita. Potremo così affermare che la lezione della pandemia non sarà andata sprecata”.
Il Movimento per la Vita Italiano accoglie il messaggio che la CEI ha preparato per la prossima Giornata Nazionale per la Vita, come ha sottolineato la presidente Marina Casini: “Ciascuno ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita. Il primo passo del prendersi cura è riconoscere l’altro come altro da accogliere, proteggendone innanzitutto l’esistenza. Questo vale per tutti, quindi anche per coloro che non hanno raggiunto la tappa della nascita…
Il dibattito pubblico è monopolizzato da distorsioni continue che associano il concetto di diritto all’esatto contrario del diritto fondamentale alla vita di ogni essere umano. Non solo, come giustamente affermano i nostri vescovi, questo è frutto di egoismo, indifferenza e di una malintesa affermazione di libertà, ma è anche il principale pericolo per la nostra vita sociale.
I proclami sul cosiddetto ‘diritto all’aborto’ e la depenalizzazione dell’omicidio del consenziente sono, come ricordato dal messaggio, minacce immediate”.