La Corte Costituzionale dell’Austria vuole dal Governo entro il 18 febbraio informazioni precise e puntuali sulla gestione Covid-19

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ll Verfassungsgerichtshof (VfGH), la Corte Costituzionale dell’Austria – a seguito del ricevimento di una serie di denunce – ha avviato una procedura di revisione dei provvedimenti anti-Covid-19 governative, che hanno portato, tra l’altro, al lockdown. Innanzitutto, i giudici supremi austriaci vogliono sapere quanto fossero giustificate i provvedimenti. Il focus principale è sull’onere per il sistema sanitario, a cui i provvedimenti erano legati. Con l’intenzione di chiarire quanto fossero giustificate le norme governative, il 26 gennaio scorso la Corte Costituzionale ha inviato cinque pagine con dieci serie di domande al Ministro della Salute e ai suoi rappresentanti legali, relative l’obbligo vaccinale, i dati incontrovertibili su efficacia vaccini, le mascherine, i tamponi, i contagi, i ricoveri, i decessi e le potenziali reazioni avverse alla vaccinazione.

Le domande della Corte Costituzionale, che toccano le fondamenta della gestione della pandemia Covid-19, fino ad ora erano assolutamente tabù. Adesso il Ministro della Salute ha tempo fino al 18 febbraio 2022 per rispondere alla richiesta firmata dal giudice costituzionale Andreas Hauer. È comune che la Corte Costituzionale ponga domande al legislatore sui procedimenti in esame, “per preparare un’eventuale udienza orale”, anche in questo caso.

La Corte Costituzionale è interessata a sapere se ci sia mai stata una minaccia di sovraccarico del sistema sanitario, il solo scenario che, secondo la legge, giustificherebbe un lockdown. La domanda: «La Corte Costituzionale chiede quindi informazioni sul fatto se i numeri di ospedalizzazione o di decessi riportati nei fascicoli dell’ordinanza comprendano tutte le persone contagiate da Sars-CoV-2 che sono ricoverate nei reparti di terapia normale o intensiva degli ospedali o che sono decedute, “per o con” Sars-CoV-2. Se sì, perché è stato scelto questo conteggio?». La Corte Costituzionale vuole i dati della ripartizione dei ricoveri e dei decessi Covid-19 in modo da conoscere l’età dei ricoverati e dei morti in ospedale; il reale numero dei morti per Covid-19 e quelli che invece erano semplicemente positivi, quindi, morti con Covid-19.

La Corte Costituzionale vuole sapere quali varianti del Sars-CoV-2 erano presenti in Austria dal 1° gennaio al 25 gennaio 2022, su base giornaliera a quale percentuale di contagiati, ricoverati e deceduti.

La Corte Costituzionale pone una domanda sulla “percentuale di contagi che si stanno verificando in ambiti della vita”, come la famiglia, il lavoro, lo shopping e le attività del tempo libero.

La Corte Costituzionale chiede i dati sulle varie misure di prevenzione prescritte, in particolare sull’efficacia delle mascherine FFP2 e del loro obbligo. “In base a quale fattore indossare una maschera FFP2 in ambienti chiusi o all’aperto riduce il rischio di infezione o di trasmissione?”. “Con quale fattore la vaccinazione COVID riduce il rischio di decorso grave?”. Seguono ulteriori domande sull’efficacia della vaccinazione, ma anche sui diversi test.

La Corte Costituzionale, ponendo il rischio di morire di Covid-19 allo 0,15%, vuole avere dati certi e reali, non stimati, sulla riduzione del rischio di morte dopo ogni fase vaccinale; chiede come va intesa la riduzione del rischio assoluto e relativo di una vaccinazione; vuole sapere quanto è alta la riduzione assoluta del rischio dopo una, due o tre vaccinazioni. Poi, la Corte Costituzionale vuole avere delle informazioni oggettive sugli effetti collaterali della vaccinazione – finora ignorati con tanta disinvoltura – suddivisi per età e sulla base dei vaccini somministrati.

Dal momento che “sembra corrispondere allo stato attuale della scienza che le persone vaccinate contro il Covid-19 possano essere contagiate anche dal Sars-Cov-2, contrarre il Covid-19 e trasmettere il Sars-Cov-2”, il Ministero della Salute deve rispondere in quale misura la vaccinazione arresti la diffusione del Sars-CoV-2, cioè, in quale misura la vaccinazione riduce il rischio di contagio, di malattia e di trasmissione.

Anche il controverso “lockdown per i non vaccinati” non resta incontrastato. La Corte Costituzionale vuole sapere in che misura questo provvedimento abbia un impatto sui ricoveri o sul rischio di ricovero. Il Ministro della Salute deve fornire i dati precisi sulla base dei quali si è proceduto al “lockdown per i non vaccinati”, ovvero le esatte stime dei ricoveri che vi sarebbero stati senza questo provvedimento, cioè, quanto sarebbe stato più alta l’occupazione dei posti letti senza il “lockdown per i non vaccinati”. È significativo che appena inviate le domande, il Cancelliere Karl Nehammer in una breve nota ha comunicato che l’Austria revoca il lockdown per i non vaccinati in vigore da alcune settimane: «La priorità assoluta è di limitare il più possibile le restrizioni. Il lockdown per i non vaccinati è uno dei provvedimenti più restrittivi. La situazione negli ospedali ci consente di terminarlo», ha scritto Nehammer.

Tutte le domande – non da parte di “no-vax”, ma della Corte Costituzionale – sono molto importanti e mettono in discussione la narrativa del Ministero della Salute e del governo austriaco. La Corte Costituzionale non si accontenta dei dati, spesso propagandistici, sinora diffusi, ma vuole avere informazioni precise e puntuali. Si tratta di domande che molti si sono fatti in Austria e in altri Paesi, ma a cui quasi sempre si è risposto non con dei dati, ma con lo propaganda, soltanto propaganda, con il vigoroso aiuto dei media comprati e di esperti compiacenti.

Ora, finalmente, una Corte Costituzionale è intenzionata a fare chiarezza e il governo austriaco, che non intende cambiare rotta, è obbligato a rispondere alle domande, anche alla luce dell’obbligo vaccinale ormai imminente. Il provvedimento è stato votato a maggioranza dal Parlamento dopo un lunghissimo dibattito, finito con la conferma che dal 4 febbraio tutti gli Austriaci maggiorenni dovranno provvedere alla vaccinazione.

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