Papa Francesco all’Associazione dei Chimici del Cuoio: pandemia non è scusa per licenziamenti

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Incontrando, sabato scorso, i membri dell’Associazione italiana chimici del cuoio papa Francesco ha ricordato l’importanza della lavorazione del cuoio, ma prima si è premurato di mettere a proprio agio le mamme ed i figli: “A me piace vedere le mamme lì, che coccolano i bambini. E’ bello quando vengono con i bambini. Se vogliono camminare, lasciateli, che facciano quello che vogliono; e se hanno fame, che mangino! Loro sono i re”.

Ringraziando i soci dell’Associazione Italiana dei Chimici del Cuoio li ha definiti preziosi per alcuni motivi, ricordando la sua giovinezza: “Anzitutto perché siete una categoria di lavoratori molto specifica, che nel grande ‘poliedro’ della società globale offre un contributo originale e caratteristico.

La vostra professione applica le conoscenze scientifiche e tecniche a un’attività artigianale che ha un’antica tradizione, sia in Italia sia in altri Paesi, tra cui anche il mio, l’Argentina. Da giovane ho studiato in un istituto tecnico di indirizzo chimico, e questo mi avvicina un po’ alla vostra categoria”.

Ricordando la crisi economica il papa ha sottolineato che la pandemia non può essere una scusa per i licenziamenti: “In questo momento di crisi economica e sociale assai complessa, colgo anche questa occasione per esprimere la vicinanza mia e della Chiesa al mondo del lavoro.

Molti lavoratori e lavoratrici e molte famiglie vivono situazioni difficili, aggravate dalla pandemia. Ma la pandemia non può e non deve diventare un alibi per giustificare omissioni nella giustizia o nella sicurezza. Al contrario, la crisi può essere affrontata come un’opportunità per crescere insieme nella solidarietà e nella qualità del lavoro”.

Li ha affidati a san Giuseppe, ricordando l’importanza del confronto intergenerazionale nel tramandare i mestieri: “L’esempio e l’intercessione di san Giuseppe vi aiutino a non cedere allo scoraggiamento, a valorizzare con creatività i vostri talenti e la vostra grande esperienza per andare avanti e aprire vie nuove. A tale scopo è molto importante far incontrare la saggezza degli anziani e l’entusiasmo dei giovani. Che si incontrino, questo è il segreto!”

Solo con l’incontro intergenerazionale il lavoro progredisce: “Immagino i giovani che si appassionano a un settore originale come il vostro, e hanno bisogno di trovare ‘vecchi del mestiere’, che hanno tanto da insegnare, e non solo sul piano tecnico, ma anche su quello umano. Per me la sfida di questo momento è l’incontro fra i nonni e i nipoti, scavalcando i genitori forse, ma quello è un incontro-chiave e dobbiamo lavorare perché i giovani incontrino i vecchi. E’ una sfida di questo momento”.

Ed infine ha sottolineato la necessità dell’attenzione all’ambiente: “Si tratta dell’impatto ambientale di attività che, come la vostra, utilizzano sostanze chimiche per trattare i materiali, nel vostro caso i pellami destinati a diventare borse, scarpe e così via (tante cose che usiamo ogni giorno, e non pensiamo al lavoro che c’è dietro!) 

Anche voi, dunque, siete chiamati a dare il vostro specifico contributo alla cura della casa comune; e potete farlo proprio nel modo di impostare il vostro stesso lavoro. Per questa finalità è molto prezioso il fare associazione, perché si mettono in comune le conoscenze, le esperienze, come pure gli aggiornamenti giuridici e tecnici; e così ci si aiuta a crescere insieme in uno stile di responsabilità sociale ed ecologica.

E questo è molto importante! Oggi abbiamo più coscienza della responsabilità ecologica; siamo cresciuti in questo, è una grande cosa; siamo cresciuti in questo”.

La Sezione Italiana della Società Internazionale dei Chimici del Cuoio, con 470 soci, nasce nel 1904, e ha, tra i suoi obiettivi, quello di promuovere la cultura scientifica del mondo della pelle, creare contatti tra addetti del mondo della concia e supportare attivamente la formazione scolastica con borse di studio nei principali distretti conciari italiani. In Italia sono quattro i distretti in cui si lavorano le pelli: veneto, toscano, campano e lombardo – piemontese.

(Foto: Vatican Media)

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