Dopo l’autoaccusa durissima, la chiara assunzione di responsabilità e la richiesta di perdono, il Cardinal Marx rimane a suo posto

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Per gli abusi sessuali a danni di minori tra il 1945 e il 2019 nell’Arcidiocesi metropolitana di München und Freising (497 vittime, in maggioranza di sesso maschile, nel 60% dei casi di età compresa tra gli 8 e i 14 anni, con 235 responsabili delle violenze, tra cui 173 preti, 9 diaconi, 5 referenti pastorali e 48 persone impegnate in ambito scolastico), l’Arcivescovo metropolita in carica, il Cardinale Reinhard Marx ha confessato che ha “trascurato le vittime”.

Però, dopo l’autoaccusa durissima, la chiara assunzione di responsabilità e la richiesta di perdono alle vittime, ma anche ai tanti fedeli che sono sconcertati, il primo consigliere del Papa regnane rimane saldamento bullonato alla sua poltrona, invocando invece una riforma strutturale.

«Chiedo ancora una volta perdono alle vittime degli abusi – ha detto Marx ieri in Conferenza Stampa, come apprendiamo da Avvenire – ma anche ai fedeli, che ora dubitano della Chiesa, che non si fidano più dei responsabili e la cui fede ha subito danni». La mia colpa più grande è stata quella di aver trascurato gli abusati. Avrei dovuto impegnarmi di più». La Chiesa era diventata un luogo di sciagura e paura, non di consolazione». Chi nega che vi sia bisogno di una riforma strutturale «non ha capito la portata della sfida». Il “rapporto di München” chiama in causa lo stesso Marx per errori nella gestione di due vicende. «In almeno un caso – la sua risposta – mi rimprovero di non essere intervenuto attivamente. Avrei potuto agire di più e con maggiore impegno? Certamente sì».

Circa il futuro immediato, il Cardinal Marx – che il 21 maggio scorso aveva presentato le dimissioni al Papa ricevendone l’invito a continuare [Il Papa respinge le dimissioni del Cardinale Reinhard Marx. “Continua come proposto, ma come Arcivescovo di München und Freising” – 10 giugno 2021] – ha detto di essere disposto a rimanere alla guida della diocesi, «anche in vista dei prossimi passi che bisogna compiere per un’elaborazione più affidabile, nel segno di una maggiore attenzione verso le vittime e per una riforma della Chiesa». D’altronde – ha aggiunto – «se emergesse l’impressione che io possa rappresentare più un impedimento che un aiuto, cercherò il dialogo nei luoghi competenti» per vedere se continuare. Si tratterà però di una decisione «che non posso più prendere da solo».

Conclusione: Marx rimane dove è, nonostante l’autoaccusa durissima, mentre in altri casi il Papa regnante ha cacciato o mandato in “ritiro spirituale” confratelli di Marx, anche con meno colpe di lui (come nel caso dell’Arcivescovo metropolita di Colonia, solo per “errori di comunicazione”), o difeso altro con colpe più gravi; con la politica di due pesi e due misure. Nel frattempo, con il sistema della distrazione di massa (spiegato da Noam Chomky nelle dieci regole della manipolazione mediatica [QUI]) è stato lanciato il missile contro il Papa emerito, che colpe non ne ha, anzi solo meriti [Michael Hesemann ha letto le carte: «Su Benedetto XVI fake news, che poggiano su una deliberata disinformazione». La vecchia «strategia della calunnia» – 26 gennaio 2022].

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