Cei: nel cammino sinodale essenziale il coinvolgimento dei laici

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Al termine dei lavori del Consiglio permanente della CEI, riunito a Roma, nel Giorno della Memoria mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha dato lettura di una dichiarazione del card. Gualtiero Bassetti, affinchè questo giorno sia un giorno di stimolo per la pace e la giustizia:

“Questo giorno non vuole essere una semplice ricorrenza che si ripete di anno in anno, ma è anche e soprattutto un impegno per il futuro. Perché ciò che è avvenuto, non avvenga mai più. La memoria, infatti, è profondamente legata con il presente e con il futuro”.

E’ un invito a non dimenticare ed a non essere indifferenti di fronte alle violenze: “Per questo è importante legarla con il racconto, soprattutto per i più giovani: ignorare una tragedia così grande per l’umanità porta all’indifferenza e al proliferare di quella cultura dello scarto, più volte denunciata da papa Francesco.

L’appello della Chiesa che è in Italia è che il Giorno della memoria sia monito per una cultura di pace, di rispetto e di fratellanza. Purtroppo, nonostante un passato così drammatico, ancora oggi facciamo esperienza quotidiana di minacce e manifestazioni di violenza.

Guerre, genocidi, persecuzioni, fanatismi vari continuano a verificarsi, anche se la storia insegna che la violenza non porta mai alla pace. Oggi ribadiamo: mai più crimini così grandi per l’umanità!”

E nella giornata conclusiva dei lavori i vescovi hanno pregato per la pace in Ucraina, affinché prevalga il dialogo: “Uniti a papa Francesco, che domenica scorsa ha fatto sentire forte la sua voce perché il Signore ci salvi dalla guerra e doni ai reggitori dei popoli la forza di scegliere la via della collaborazione, anche noi invochiamo il Signore nostro Gesù Cristo, principe della pace, e la Vergine Santissima, particolarmente venerata in Ucraina nella Basilica della Madre di Dio di Zarvanytsia, perché ci sia risparmiato un terribile flagello”.

Il cammino sinodale è stato il punto focale della riunione vescovile: “L’ascolto, tema portante del primo momento del Cammino sinodale universale e delle Chiese che sono in Italia, è essenziale per comprendere la realtà e per disegnare percorsi di riflessione, accompagnamento e azione. Sebbene non sia mancato qualche rallentamento nella fase iniziale, l’ascolto sinodale è stato avviato con entusiasmo nelle comunità ecclesiali sparse sul territorio”.

Proprio i giovani, definiti ‘riserva di grande speranza’ sono stati al centro della riflessione dei vescovi: “Questo fermento che sta caratterizzando le Chiese locali non può essere tradito e va favorito per cogliere ciò che Dio dice attraverso il suo popolo.

Ecco perché, hanno ricordato i presuli, è fondamentale coinvolgere quante più componenti possibili in questa fase di ascolto, con un’attenzione particolare ai giovani. In questo tempo, che è dono ma anche responsabilità, sono loro a poter svolgere un ruolo cruciale per la ripresa ecclesiale e civile del Paese”.

Ed anche i laici hanno un compito importante: “In questo orizzonte, il Cammino sinodale si presenta come una straordinaria opportunità per rafforzare il ruolo dei laici, in linea con le indicazioni di papa Francesco che, con ‘Spiritus Domini’ ed ‘Antiquum Ministerium’, ha concesso alle donne di accedere ai ministeri del lettorato e dell’accolitato e ha istituito il ministero del catechista.

Si tratta, è stato ribadito, di una svolta importante da non cogliere come supplenza alla mancanza di sacerdoti ma come occasione per far comprendere meglio il senso della ministerialità, sempre ancorata alla vocazione battesimale”.

Durante i lavori il Consiglio Permanente si è soffermato sulle misure pubbliche di prevenzione e contrasto del contagio Covid-19 e su alcune possibili ricadute in ambito ecclesiale: “Due anni fa il diffondersi della malattia a causa della trasmissione del SARS-CoV-2 ha generato un’emergenza inedita e gravissima, che il papa ha saputo cogliere con incisività e profondità.

In questi mesi la Conferenza Episcopale Italiana ha espresso la forte raccomandazione, rivolta particolarmente ai ministri ordinati, agli operatori pastorali e liturgici, ad accedere il più possibile alla vaccinazione, invitando anche le Conferenze Episcopali Regionali e ciascun Vescovo, sentiti i Consigli di partecipazione, a formulare messaggi o esortazioni per invitare alla vaccinazione tutti i fedeli e, in particolar modo, gli operatori pastorali coinvolti nelle attività caratterizzate da un maggiore rischio di contagio”.

Poi i vescovi si sono soffermati sull’obbligo morale a vaccinarsi: “Al principio della tutela della vita fisica, bene fondamentale della persona, corrisponde la responsabilità della cura del proprio benessere fisico e spirituale.

Il pur sempre valido principio di libertà e di autodeterminazione non può non considerare il valore della solidarietà e le implicanze sociali della situazione di salute o di malattia. Per questo, l’obbligo morale si prefigura come impegno etico, come scelta responsabile della persona che mette in gioco la sua libertà per la cura della sua salute e di quella della società. Un impegno che riguarda tutti e, specialmente, quanti sono chiamati a operare in ambito pastorale”.

Il Consiglio Permanente ha anche espresso profonda vicinanza e condivisione a quanti si trovano in condizioni di fragilità, ricordando che la sacralità di ogni vita umana non viene meno neppure quando la malattia e la sofferenza sembrano intaccarne il valore.

Grande risonanza, in questo senso, ha trovato la preoccupazione espressa dal card. Bassetti per l’iniziativa referendaria che punta a liberalizzare l’eutanasia: “In tempi come questi la tentazione della cultura dello scarto si fa ancora più insidiosa e può creare il terreno favorevole all’introduzione di norme che scardinano i presidi giuridici a difesa della vita umana. E’ nelle situazioni di estrema fragilità che il nostro ascolto si fa accompagnamento e aiuto, necessari a ritrovare ragioni di vita”.

Infine un impegno a implementare e rafforzare l’azione di tutela dei minori: “La ricerca della giustizia nella verità non accetta giudizi sommari, ma si favorisce sostenendo quel cambiamento autentico promosso dalla rete dei Servizi diocesani per la Tutela dei Minori e dai Centri di ascolto, che vanno sempre più crescendo”.

(Foto: Cei)

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