Nella diocesi di Ascoli Piceno inizia il cammino sinodale

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Domenica 23 gennaio anche nella diocesi di Ascoli Piceno è iniziato il cammino sinodale ed il vescovo, mons. Gianpiero Palmieri, ha definito la parola ‘sinodale’:

“L’aggettivo sinodale chiarisce che si tratta di compiere un cammino tutti insieme, nessuno escluso: tutti sono invitati ad esserci, ad accettare di compiere un pezzo di strada al passo con gli altri, a tessere relazioni di amicizia fraterna con quelli con cui si cammina… come sa bene chi vive la montagna o ha compiuto uno dei ‘santi pellegrinaggi’, a Santiago o ad Assisi”.

Ed ha spiegato il motivo del cammino sinodale voluto dal papa: “Perché abbiamo davvero bisogno di ascoltare la voce di Dio, la voce dello Spirito. Quando la Chiesa percepisce la necessità di farsi illuminare con più chiarezza dal Signore, per comprendere quale via è chiamata a seguire, ha nel cassetto della sua tradizione secolare una risorsa: il cammino sinodale”.

E’ un periodo in cui sorgono molte domande: “Stiamo attraversando un tempo di grandi svolte, un ‘cambiamento d’epoca’: a livello mondiale la crisi economica, sociale, ecologica e quella sanitaria della pandemia ha avuto ripercussioni in ogni ambito locale, producendo cambiamenti profondi nelle grandi architetture della vita sociale ma anche nel quotidiano stile di vita delle persone.

Anche nel nostro territorio: per molti di noi questo tempo ha comportato un drastico ridimensionamento delle possibilità economiche (e in qualche caso la caduta nella povertà), la necessità di trasferirsi altrove, l’incertezza del non sapere come comportarsi: posso andare al lavoro e portare miei figli a scuola ‘in sicurezza’?”

A tali domande la Chiesa è chiamata a porsi in cammino: “Anche la Chiesa percepisce in maniera sempre più consapevole che stiamo vivendo un cambiamento d’epoca. Per lei, oltre le difficoltà del momento presente, si aggiunge una crisi ancora più decisiva e con radici profonde che è quella della trasmissione della fede.

Certo, da una parte l’emergenza della pandemia ha mostrato una Chiesa con tante risorse di solidarietà, segno che è un corpo sociale ‘sano’, non sganciato dalla vita reale delle persone. Nello stesso tempo però le sfide umane e culturali di oggi la trovano spesso impreparata, soprattutto perché ripiegata su se stessa e legata più a forme e riti del passato che alla freschezza sempre attuale del Vangelo.

E’ come avere un tesoro meraviglioso tra le mani, capace ancora oggi di fecondare di umanità la nostra società, e di non riuscire a trovare le strade per condividerlo”.

Il Sinodo è un modo per ascoltare la Parola di Dio: “Ecco allora perché sorge tra noi cristiani l’esigenza impellente di rivolgerci al Signore per chiedergli: inspiraci tu i passi che dobbiamo fare, la direzione che dobbiamo prendere!

Dedichiamo del tempo non a fare (le solite) mille cose, ma approfittando della sosta a cui il Covid ci ha costretto, proviamo a condividere insieme un percorso di discernimento, che significa: valutare e decidere quale debba essere la Chiesa di Ascoli Piceno nel presente e nel futuro sulla base di quello che lo Spirito del Risorto ci indicherà”.

Ed ha elencato tre modi per mettersi all’ascolto, come ha indicato il papa: “Prima di tutto l’ascolto della Parola di Dio. In particolare il Papa ci invita a meditare insieme gli Atti degli Apostoli: in questo testo noi possiamo metterci allo specchio, perché vi si narra la storia della Chiesa degli inizi, aperta all’azione dello Spirito, resa capace di annunciare il Vangelo in un ambiente molto più ostile del nostro.

Poi, ascoltiamoci gli uni degli altri. Il Papa ci ha consegnato delle domande sul nostro essere Chiesa, per stimolare la nostra riflessione. Chiedendo l’aiuto dello Spirito, rispondiamo insieme, compiamo un discernimento, sogniamo la Chiesa di Ascoli del futuro: cosa cambiare, cosa conservare, cosa lasciare?

Infine un passo importante: mettiamoci in ascolto di tutti, di chi non frequenta le nostre comunità cristiane, in modo particolare dei giovani e delle famiglie. Anche attraverso di loro (forse soprattutto) lo Spirito Santo ci parlerà e ci indicherà come far sperimentare a tutti la vita bella del Vangelo”.

Il cammino sinodale della Chiesa italiana si articola in tre fasi, di cui la prima è quella narrativa che si svilupperà nell’arco di un biennio dedicato all’ascolto (2021-2023): nel primo anno si raccoglieranno i racconti, i desideri, le sofferenze e le risorse di tutti coloro che vorranno intervenire; nell’anno seguente ci si concentrerà invece su alcune priorità pastorali.

Seguirà una fase sapienziale (2023-24), nella quale l’intero Popolo di Dio, con il supporto dei teologi e dei pastori, leggerà in profondità quanto sarà emerso nelle consultazioni capillari.

Nella fase profetica, che culminerà in un momento assembleare nel 2025 (ancora da definire) si assumeranno alcuni orientamenti profetici e coraggiosi, da riconsegnare alle Chiese nella seconda metà del decennio.

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