Un deputato finlandese rischia il carcere per aver condiviso un passo dalla Bibbia sui social. #SiamoTuttiPaiviRasanen
La parlamentare finlandese Päivi Räsänen cita San Paolo su Twitter, è accusata di “incitamento all’odio” e rischia due anni di carcere. Il processo si terrà il 24 gennaio 2022. Libertà religiosa e libertà di parola sono diritti fondamentali. Professare la propria fede non può costituire un crimine. Sosteniamo Päivi Räsänen con la petizione su CitizenGO.it.
L’Europa sta affrontando una deriva molto preoccupante nell’ambito dei diritti. La libertà di essere e agire come cristiani nella sfera pubblica oggi non è più scontata, anzi, esiste una tendenza sempre maggiore di perseguire legalmente i cristiani che non si sottomettono al diktat del politicamente corretto. Nel caso in cui non lo facciano, rischiano anche l’incarcerazione. È ciò che sta accadendo alla parlamentare finlandese Päivi Räsänen, che oggi rischia il carcere per aver pubblicato un versetto della Bibbia sul suo account personale di Twitter. Per il solo fatto che Räsänen abbia espresso pubblicamente la sua fede, la polizia ha avviato un’indagine e l’ha sottoposta a un interrogatorio di quattro ore. Räsänen ora rischia una pena massima di due anni di reclusione per il cosiddetto reato di “incitamento all’odio”.
Tutto è iniziato nel giugno 2019 quando il Consiglio della Chiesa Evangelica Luterana di Finlandia [*] ha annunciato la sua partnership ufficiale all’evento LGBTQI+ “Pride 2019”. Räsänen ha messo in discussione sui social media la gerarchia della sua Chiesa su questa decisione, allegando un’immagine di un passo della Bibbia.
La Procura ha anche indagato sulle pubblicazioni di Räsänen ed ha aggiunto al suo caso una seconda accusa di “incitamento all’odio” dopo aver preso atto di un opuscolo scritto e pubblicato dalla parlamentare nel 2004, che porta il titolo “Maschio e femmina li creò – Le relazioni omosessuali sfidano il concetto cristiano di umanità”.
Ma non è tutto, perché esisterebbe una terza accusa derivante dalle opinioni espresse da Räsänen su una stazione radio della Finnish Broadcasting Corporation sul tema: “Cosa penserebbe Gesù degli omosessuali?”.
Nonostante la possibilità del carcere e le continue persecuzioni, Räsänen ha dimostrato una forza indomita: «Non posso accettare il fatto che dare voce alla mia fede e alle mie opinioni religiose possa comportare l’incarcerazione. Non mi considero colpevole di aver minacciato, calunniato o insultato nessuno. Le mie dichiarazioni erano tutte basate sugli insegnamenti della Bibbia sul matrimonio e la sessualità», ha detto. «Difenderò il diritto di professare la mia fede, in modo che nessun altro sia privato della libertà di religione e di parola. Sono convinta che le mie dichiarazioni siano legittime e che non debbano essere censurate. Non negherò le mie opinioni. Non mi farò intimidire per nascondere la mia fede. Più i cristiani tacciono su temi controversi, più lo spazio per la libertà di parola si restringe».
Invitiamo i nostri lettori di aggiungere il loro nome alla petizione [QUI], chiedendo che le tre accuse di “incitamento all’odio” contro il deputato finlandese Päivi Räsänen siano immediatamente ritirate. Non si può rischiare il carcere solo perché si è cristiani!
Il testo della petizione
Al procuratore generale della Filandia, Raija Toiviainen
Siamo venuti a conoscenza del fatto che il deputato finlandese Päivi Räsänen rischia il carcere per presunti reati di “incitamento all’odio”. Dare voce alle proprie convinzioni profonde, come quelle che si trovano nella Bibbia, non può portare a una punizione tanto meno alla reclusione. Chiediamo quindi che le tre accuse di “incitamento all’odio” contro la Signora Räsänen siano immediatamente ritirate!
La libertà di parola e la libertà di religione sono un diritto umano fondamentale (come si legge nella Dichiarazione universale dei diritti umani, articoli 18 e 19, e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, articolo 11). È inclusa la capacità di esprimere le proprie convinzioni e anche di praticarle. In questo caso Räsänen stava semplicemente condividendo una lettera di San Paolo apostolo. Non ha espresso crudeltà, violenza o malvagità nei confronti della comunità LGBTQ.
Punire individui che esprimono un’opinione come Räsänen stabilisce un precedente molto pericoloso. Rende effettivamente la sequela Christi un atto criminale e l’espressione degli insegnamenti biblici un “discorso d’odio” – tutto basato puramente sulla definizione arbitraria e soggettiva di ciò che viene definito come “offesa”.
La esortiamo a prendere una decisione a favore di Räsänen scegliendo di stare dalla parte della democrazia e della libertà di parola.
Firma QUI.
[*] Nella foto ufficiale di Vatican Media, Papa Francesco accetta un dono durante l’Udienza alla Delegazione Ecumenica dalla Finlandia, dal Vescovo di Oulu Jukka Keskitalo della Chiesa Evangelica Luterana di Finlandia, affiancato da due pastori luterani, il Rev. Tuomo Huusko e il Rev. Mari Valjakka. I due pastori, che indossano abiti tradizionali Sámi, prestano servizio alla comunità indigena.
Era ieri, 17 gennaio 2022, nella Biblioteca Privata del Palazzo Apostolico in Vaticano. Dico anno duemilaventidue. Secondo anno dell’era Coronavirus cinese di Wuhan con draconiche ordinanze e decreti dello Stato della Città del Vaticano “per contrastare la diffusione del Sars-CoV-2”.
Se i nostri occhi non ci tradiscono, il Capo dello Stato e i suoi ospiti non portano il dispositivo di protezione individuale e non rispettano la distanza di sicurezza.
La malattia Covid-19 in Vaticano sicuramente c’è (pure il Cardinale Pietro Parolin, Segreteria di Stato di Sua Santità e l’Arcivescovo Edgar Peña Parra, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato sono risultati positivi al Covid-19, ambedue già vaccinati con la dose booster). Quindi, è lecito porsi una domanda, senza essere accusati da troll, provocatori e perditempo di essere “contro il Papa”?