Papa Francesco alla rivista ‘Terrasanta’: raccontate il Quinto Evangelo

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Lunedì 17 gennaio i comunicatori della Custodia di Terra Santa sono stati ricevuti in udienza da papa Francesco in occasione dei 100 anni di fondazione della rivista Terrasanta. La delegazione, composta da 44 persone e guidata dal Custode di Terra Santa, fra Francesco Patton, giunto per l’occasione da Gerusalemme, aveva una varietà di provenienze nazionali e linguistiche, rispecchiando la presenza internazionale dei francescani che, da otto secoli in Terra Santa, si prendono cura dei santuari, accompagnano i pellegrini, sono impegnati negli studi biblici e archeologici, come è stato ricordato nel saluto iniziale:

“Fondata nel 1921 a Gerusalemme, durante i rivolgimenti che seguirono in Medio Oriente la fine della Prima guerra mondiale, la rivista Terrasanta oggi è pubblicata nelle edizioni italiana, francese, inglese, portoghese, spagnola e araba. Cento anni fa la nascita della nostra rivista fu un segno di speranza, e desideriamo che Terrasanta continui anche oggi ad essere un segno di speranza, raccontando i semi di bene seminati nei solchi oscuri della storia, in quella piccola porzione di mondo nella quale la storia umana è diventata storia di salvezza”.

Nel discorso alla delegazione papa Francesco ha sottolineato la necessità di raccontare il Vangelo: “Far conoscere la Terra Santa vuol dire trasmettere il ‘Quinto Vangelo’, cioè l’ambiente storico e geografico in cui la Parola di Dio si è rivelata e poi fatta carne in Gesù di Nazaret, per noi e per la nostra salvezza.

Vuol dire anche far conoscere la gente che vi abita oggi, la vita dei cristiani delle varie Chiese e denominazioni, ma anche quella di ebrei e musulmani, per cercare di costruire, in un contesto complesso e difficile com’è quello mediorientale, una società fraterna”.

E’ un invito a raccontare come si costruisce la fraternità: “Vi incoraggio a raccontare la fraternità possibile: quella tra i cristiani di Chiese e confessioni purtroppo ancora separate, ma che in Terra Santa sono spesso già vicine all’unità, come io stesso ho avuto occasione di constatare.

Raccontare la fraternità possibile tra tutti i figli di Abramo, ebrei, cristiani e musulmani. Raccontare la fraternità ecclesiale che si apre ai migranti, agli sfollati e ai rifugiati, per restituire loro la dignità di cui sono stati privati quando hanno dovuto lasciare la loro patria in cerca di un futuro per sé e per i figli. Raccontare quella realtà”.

Li ha ringraziati per il servizio offerto dalla rivista: “Infatti, per realizzare i vostri servizi, le vostre inchieste e le vostre pubblicazioni non vi limitate ai territori più tranquilli, ma visitate anche le realtà più difficili e sofferenti, come la Siria, il Libano, la Palestina e Gaza.

So che cercate di presentare le storie di bene, quelle di resistenza attiva al male della guerra, quelle di riconciliazione, quelle di restituzione della dignità ai bambini derubati della loro infanzia, quelle dei rifugiati con le loro tragedie ma anche con i loro sogni e le loro speranze. Grazie perché, per fare così il vostro lavoro, non avete risparmiato le suole delle scarpe, e so che non le risparmierete neanche in futuro, per poter raccontare tutto questo”.

Inoltre li ha invitati a raccontare il ‘Quinto Evangelo’, come è stata chiamata da papa Benedetto XVI la Terra Santa: “Anche in questo senso, raccontando la Terra Santa, voi raccontate il ‘Quinto Vangelo’, quello che Dio continua a scrivere nella storia.

Attraverso i mezzi di comunicazione sociale voi potete arricchire la fede di tanti, anche di quelli che non hanno la possibilità di fare un pellegrinaggio nei luoghi santi.

Lo fate mediante il vostro impegno professionale, svolto ogni giorno con competenza al servizio del Vangelo. Questo è prezioso per i credenti del mondo intero e, nello stesso tempo, va a sostegno dei cristiani che vivono nella Terra di Gesù”.

(Foto: Santa Sede)

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