L’infettivologo Bassetti: «Cambiare la testa di chi ci governa soprattutto nell’ambito del Ministero della Salute». Fare come propone la Spagna: «Trattare il Covid-19 come un’influenza»

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Lo stiamo dicendo da tempo e adesso all’Adnkronos Salute [QUI] Matteo Bassetti [foto di copertina], il Direttore della Clinica di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova, ci arriva, facendo il punto della situazione epidemiologica. «Il Covid-19 in Italia “corre a prescindere da quello che riusciamo a fare. Lo vediamo, arriveremo a 300mila positivi al giorno, ma il sommerso di casi è almeno 2-3 volte di più. La pandemia si sta trasformando in endemia, dobbiamo cambiare strategia e credo che sarebbe il caso di chiudere il report serale con i numeri del Covid in Italia».

Il siero anti-Covid-19 non impedisce la circolazione del Sars-CoV-2, ma serve solo ad evitare le conseguenze gravi del Covid-19, per breve tempo, e non sempre, a quella ristretta fascia di persone particolarmente fragili. Sostenere che se tutti si vaccinano nessuno più, o quasi, si ammalerà a causa del coronavirus è una truffa. Sostenere che il siero immunizza è una truffa. Sostenere che con il Green Pass stiamo al sicuro, non ci si ammala è una truffa.

La Spagna si sta preparando a gestire la pandemia come un’influenza «e non vedo grosse differenze tra quel Paese e l’Italia. Dobbiamo cercare di cambiare la testa di chi ci governa soprattutto nell’ambito del Ministero della Salute con meno teoria e più pratica. Anche l’Italia è pronta a svoltare da pandemia a endemia [cioè, per capirci, un’influenza]. Ci sono però troppe leggi, leggine, lacci e lacciuoli, che ci stanno complicando la vita in maniera impressionate. L’Italia con un cambio di passo segua il modello spagnolo» [la Spagna, appunto, vuole trattare il Covid-19 come un’influenza], continua Bassetti.

«Attribuire ogni comportamento realizzato da singoli o gruppi a tutti i non vaccinati “I NO VAX”, come fossero categoria omogenea che opera all’unisono, è una delle più volgari, false, luride e violente operazioni di linciaggio morale di una minoranza mai viste» (Gavino Sanna).

Draghi-ha-sempre-ragione (San Giorgio aiutaci contro il drago) in retromarcia in modo ciclico: torna un lockdown di fatto. «Vorrebbero farci credere che i problemi organizzativi nelle scuole, i divieti, i danni al turismo, all’economia, la diffusione di Omicron tra vaccinati, le file per un tampone, la figuraccia a livello internazionale, sia tutta colpa della minoranza non vaccinata. Del governo mai. Come disse Salvini lasciandomi impressionata: “Draghi ha sempre ragione”» (Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter, 11 gennaio 2022). Era urgente, nel pensiero del Governo, rientrare a scuola in presenza per evitare la Dad e di farlo con regole precise e stringenti: non si può fare merenda, non si può azionare il riscaldamento e bisogna areare gli ambienti tenendo le finestre aperte per evitare il contagio. Si muore dal freddo e nel frattempo si seguono conferenze di esperti esterni con Google Meet. #statodifollia con il #brancodibalordi

«Per i pro vax oltranzisti muoiono tutti di Covid, per i no vax oltranzisti muoiono tutti di vaccino. Nell’uno e nell’altro caso siamo davanti a irriducibili coglioni» (Azzurra Barbuto).

E Pfizer annuncia: «Entro marzo il vaccino contro Omicron». Molto utile sapere questo nell’inverno quando il Coronavirus cinese di Wuhan corre con il freddo umido e c’è ancora che dice che con l’infame Green Pass lo ferma. Dopo marzo la situazione si migliora di nuovo e il nuovo vaccino di Pfizer farà il “miracolo”, mentre il calore e i raggi solari penseranno a uccidere il Sars-CoV-2 come la luce fa con i vampiri. E come i vampiri, Big Pharma succhia nostro sangue come promesse e bugie.

La Conferenza Episcopale Italiana, ormai il filiale del Ministero della salute del bullonato Speranza 1%, suggerisce le mascherine FFP2 per Santa Messa e gli incontri di catechismo, «vista la recrudescenza dei contagi da Covid-19» e torna a raccomandare – con la velina di Speranza e la voce del Padrone – «prudenza, senso di responsabilità e rispetto delle indicazioni utili a contenere l’epidemia». Nel frattempo il Papa batte sempre lo stesso chiodo nel suo saluto al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede: vaccinare il più possibile la popolazione [per salvare il corpo], no ideologie. Ci saremo aspettato di sentire: battezzare e amministrare il più possibile i sacramenti alla popolazione (per salvare l’anima), sì al Vangelo. La legge suprema della Chiesa è la salvezza delle anime (Canone 1752). Salvare il corpo in questa vita (breve) è il bene. Questo è la missione dei medici. E ognuno è libero di scegliere medico e cura (secondo la Costituzione). Salvare l’anima in questa vita e per la vita che ci attende (eterna) è il supremo bene. Questo è la missione dei sacerdoti. E ognuno è libero di scegliere sacerdote e sacramenti (secondo il Vangelo). Tutto il resto è ideologia. No ideologie. No ideologia sanitaria. No Super Green Pass per i sacramenti.

Sarebbe opportuno che il Santo Padre iniziasse – dopo due anni di esortazioni e raccomandazioni – a mettersi anche lui la mascherina, non solo quando cammina nei corridoi vuoti del Palazzo Apostolico (quando il Reggente della Casa Pontificia accanto a lui se la toglie), ma anche negli incontri (non solo per proteggere le persone che incontra, ma per proteggere anche se stesso).

Nel saluto al Corpo diplomatico il Papa continua a promuovere il siero come obbligo morale per tutelare gli altri. Dice: «I vaccini non sono strumenti magici di guarigione, ma rappresentano certamente, in aggiunta alle cure che vanno sviluppate, la soluzione più ragionevole per la prevenzione della malattia» e «proseguire lo sforzo per immunizzare quanto più possibile la popolazione». Già in campo teologico non eccella ma in campo scientifico è bocciato. Il mantra dell’”obbligo morale” fa stancare pure il teologi e la scienza dice che il siero non tutela gli altri, visto che anche i vaccinati possono essere contagiati e contagiare gli altri. Poi, il siero non immunizza, non neutralizza il virus, come un vaccino farebbe, mentre il siero agisce sui sintomi, cose che un vaccino non fa. Continua a fomentare l’ignoranza di coloro che ripetono a sinapsi spenti: «Intanto i non vaccinati muoiono, dopo essersi ammalati, aver occupato e rubato posti in terapia intensiva e in reparto che sarebbero toccati ad altri malati generici e averli costretti forse alla morte. No: la posizione dei no-vax non può avere alcuna ragione».

Condivido quanto segue dal profilo Facebook di due cari amico e lo condivido, da vaccinato con 2 dose e il booster (rispettando le regole di protezione personale + regolarmente auto-tamponato), contrario all’infame Green Pass.

«Anche i vaccinati, finiscono in terapia Intensiva, e muoiono tanto quanto i non vaccinati. La differenza? Avere la copertura dal virus nei due/tre mesi del contagio, perché al terzo/quarto mese il vaccinato ha le stesse probabilità del non vaccinato di finire in terapia intensiva. Perché dico questo? Ho esperienza diretta di un parente che è finito in ospedale in forma lieve nel 2020, quando non c’era il vaccino, ha effettuato le due dosi e aspettando la terza dose è stato ricoverato in Terapia Intensiva ed adesso guarito dal virus mi ha detto che questa volta è stata peggio di quando fu ricoverato senza vaccino. In TV te la raccontano bene perché si devono parar le terga, ma la realtà non è la narrazione che ci propinano. Fintanto che il vaccino agisce sui sintomi e non neutralizza il virus i vaccinati corrono gli stessi rischi dei non vaccinati al superamento dei due mesi di copertura (anzi spesso i vaccinati muoiono per problemi legati al vaccino). Questo è tutto, vissuto da me, in quasi prima linea (tra servizi di Protezione Civile, Servizi Cisom e volontariato diocesano) che vivo vedendo la realtà delle cose» (C.D.C.).

«L’ultimo Decreto legge del bancario Draghi Mario del 7 gennaio è costruito con continui richiami di Decreti legge e leggi tra di loro connesse, precedenti e susseguenti, che più che un gioco malefico di scatole cinesi, evoca gli “ara fara arimannia” delle antiche comunità longobarde del nord Italia. È un qualcosa di impenetrabile anche ad Indiana Jones. Si tratta di un prodotto di incapaci? No, li si vuole proprio così in modo che la gente comune non capisca e non capiscano neppure Avvocati e giudici perché poi intervengono i giudici (quelli compiacenti verso il potere) a dare l’interpretazione e la applicazione più gradita a chi pur illegittimamente detiene il potere governativo» (Augusto Sinagra).

Poi, mentre il Sommo Pontefice argentino si dedica al tango, l’infettivologo genovese Matteo Bassetti si esercita nella piroetta – che nel dressage di alta scuola, è il movimento circolare di raggio uguale alla sua lunghezza, imperniato su una sola delle gambe posteriori – indeciso su quale tipo di musica spagnola muoversi, tra il flamenco, la copla, il cuplé, il fandango, la isa canaria, la jota, la muñeira, i paloteos o balls de bastons, il pasodoble, le pardicas, la rebolada, la sardana, il verdiales o la danza prima.

Bassetti: “Basta col report giornaliero, mette solo ansia”. “Importante sapere quanti in ospedale con polmonite da Covid”
Costa: “Proposto a Speranza una riflessione sul Report quotidiano”
ANSA, 11 gennaio 2022


“Questa modalità di gestione del Covid deve cambiare. Non dobbiamo continuare a contare come malati di Covid quelli che vengono ricoverati per un braccio rotto e risultano positivi al tampone. Bisogna anche finirla col report serale, che non dice nulla e non serve a nulla se non mettere l’ansia alle persone, siamo rimasti gli unici a fare il report giornaliero”. A dirlo è Matteo Bassetti, Primario di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova, intervenuto alla trasmissione L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus. “Che senso ha dire che abbiamo 250mila persone che hanno tampone positivo? Bisogna specificare se sono sintomatici, asintomatici, sono ricoverati, stanno a casa – aggiunge – Da una parte sono numeri che ci fanno fare brutta figura col resto del mondo, perché sembra che vada tutto male e invece non è così, nella realtà altri Paesi che hanno molti più contagi di noi cercano di gestirli in maniera diversa. Se continuiamo così finiremo con l’andare in lockdown di tipo psicologico e sociale. Continuando a fare tutti questi tamponi immotivati, arriveremo a un punto che avremo talmente tanti positivi e contatti con positivi che l’Italia si fermerà”.

Per Bassetti, “la cosa importante sarebbe sapere quanta gente entra in ospedale con la polmonite da Covid-19 e quanta gente invece entra in ospedale per altre patologie e ha un tampone positivo”. “Bisogna capire se la pressione sugli ospedali è da polmonite da Covid.19 oppure se è dovuto all’enorme numero di tamponi che viene fatto – sottolinea – Ci vorrebbe una distinzione molto chiara. Bisognerebbe ascoltare un po’ di più i medici. Oggi questo virus per la maggioranza dei vaccinati dà una forma influenzale. Gli ospedali sono pieni di non vaccinati, che devono vaccinarsi. Nella gestione della pandemia ci vuole un cambio di passo necessario e urgente”.

“Condivido la posizione di Matteo Bassetti circa l’inutilità di un report giornaliero dei contagi, perché il numero dei contagi di per sé non dice nulla. Da parte mia ho proposto anche al ministro della Salute di fare una riflessione sull’attuale sistema di report e la mia posizione è condivisa dal mio partito Noi con l’Italia. Mi auguro che possa diventare maggioritaria all’interno della maggioranza”. Lo ha detto all’ANSA il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa, sottolineando come nella situazione attuale “sia necessario soffermarsi essenzialmente sui dati delle ospedalizzazioni e occupazione delle terapie intensive”.

Covid, la piroetta di Bassetti: seguiamo l’esempio della Spagna, è un’influenza non più una pandemia
di Roberto Frulli
Secolo d’Italia, 11 gennaio 2022


Matteo Bassetti, icona della gestione della Pandemia Covid-19 firmata Draghi e Speranza volta le spalle al governo e con una piroetta degna delle sue migliori frequentazioni in smoking alla Scala getta a mare buona parte delle sue convinzioni che lo hanno reso famoso nei suoi scontri in tivvù. La Pandemia? Non c’è più. Ora può chiamarsi, al massimo, endemia. Insomma un’influenzetta.

Manco fosse un no vax qualsiasi, Bassetti sostiene ora che bisogna seguire il modello Spagna, cioè la scelta che ha fatto il premier spagnolo Sanchez di “derubricare” la pandemia da Covid a semplice influenza. E trattarla, come un’influenza. Cioè non come stanno facendo Draghi e Speranza.

“Il Paese è pronto a svoltare, ma serve meno teoria e più pratica”, taglia corto Bassetti, parlando con l’Adnkronos.

“Non vedo grosse differenze tra quel Paese e l’Italia. Dobbiamo cercare di cambiare la testa di chi ci governa soprattutto nell’ambito del Ministero della Salute con meno teoria e più pratica – dice Bassetti lasciando Speranza col cerino acceso in mano soprattutto dopo che anche il super consulente del ministro, Ricciardi, gli ha voltato le spalle. – Anche l’Italia è pronta a svoltare da pandemia a endemia”, aggiunge l’infettivologo genovese abbandonando le posizioni stoicamente tenute fino ad oggi.

”Ci sono però troppe leggi, leggine, lacci e lacciuoli, che ci stanno complicando la vita in maniera impressionate – sostiene Bassetti lasciando quasi immaginare una sua discesa in campo per tagliare questi nodi gordiani. – L’Italia con un cambio di passo segua il modello spagnolo“.

“Abbiamo quasi il 90 per cento degli Italiani che sono vaccinati (in realtà 82 per cento, ndr) o guariti dall’infezione, e in questi giorni con l’aumento imponente dei contagi più e più persone si stanno proteggendo anche in maniera naturale dall’infezione – ricorda il Direttore della Clinica di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova. – Siamo quindi vicino all’immunità di gregge”.

”Dobbiamo finire di fare alcune cose che andavano bene un anno fa ma oggi non vanno bene più – ragiona Bassetti. – Il report giornaliero dei contagi che francamente non fa altro che mettere ansia a chi lo legge; non ha più senso tamponare gli asintomatici, concentriamoci su chi ha i sintomi come si fa con l’influenza; classifichiamo come casi Covid solo chi ha una polmonite, ascoltando i medici”.

Ma su una cosa Bassetti, nonostante le evidenze, continua a pensarla come prima, almeno per ora: “Corriamo con le terze dosi; mettiamo l’obbligo vaccinale – insiste l’infettivologo – per chi ancora non si è immunizzato perché sono queste le persone che affollano gli ospedali; ma poi occorre avere una visione diversa, avvantaggiare i vaccinati rispetto ai non immunizzati intervenendo sulla durata delle quarantene“.

La svolta della Spagna: “Tratteremo il Covid come un’influenza”
La proposta all’Unione Europea del Primo Ministro Sanchez: cambiare l’approccio al Coronavirus
di Carlo Toto
Nicolaporro.it, 11 gennaio 2022


Mentre in Italia gli animi continuano ad inasprirsi ed i cittadini vivono divisi in classi tra vaccinati e non vaccinati, il Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez in un’intervista alla radio Cadena Ser ha affermato: “Abbiamo le condizioni per aprire, gradualmente e con cautela, il dibattito a livello tecnico ed europeo, per iniziare a valutare l’evoluzione di questa malattia con parametri diversi da quelli che abbiamo fino ad ora”. L’idea della Spagna è quella di gestire la pandemia da Covid-19 al pari di una classica influenza, senza attivare protocolli molto restrittivi e cancellando le classiche operazioni di test preventivi ai primi sintomi. Dunque l’obiettivo sembra essere quello di monitorare l’evoluzione Covid-19 e le sue varianti come qualsiasi malattia respiratoria.

Spagna: il Covid-19 come l’influenza

“Ora, data l’enorme trasmissibilità del Covid-19, è una sfida molto grande rispettare rigorosamente i protocolli di sorveglianza universali, sta diventando impossibile”, spiega a El Pais Amparo Larrauri, capo del gruppo di sorveglianza per l’influenza e altri virus respiratori al CNE. “Infatti, i protocolli hanno già cominciato ad allentarsi e non sono più richiesti i test dei contatti diretti dei positivi se ad esempio non presentano sintomi”, sottolinea. “Di fronte a questa nuova realtà, stiamo lavorando al passaggio dalla sorveglianza universale a una sentinella di infezione respiratoria acuta lieve nelle scuole primarie e grave negli ospedali”.

Evitare la deriva burocratica

Una prova non solo di coraggio e carattere quella della Spagna che oltre a salvaguardare il diritto alla salute, tutela anche l’economia reale della società e le libertà personali dei propri cittadini. Purtroppo in Italia la gestione della pandemia punta in maniera costante sulle restrizioni delle libertà personali che stanno causando moltissimi disagi alla popolazione. Nei vari lacci e laccetti burocratici è finito di recente anche Nicola Porro che racconta così la sua disavventura: “Se hai la sfortuna di essere il ‘contatto stretto’ di un positivo, anche se asintomatico e con tampone negativo, finisci col doverti fare 5 o 10 giorni di quarantena oppure sei costretto a girare (e lavorare, come nel mio caso) per tutto il giorno con la mascherina FFP2. Un ‘lockdown burocratico’ di fatto che con Omicron e la sua diffusione obbliga me a condurre da casa. Ma soprattutto rischia di paralizzare il Paese”.

Boom di morti sotto i 65 anni. Ma il Covid-19 non c’entra
La mortalità nel 2021 è peggiorata in tutta Europa. Soprattutto fra chi lavoro e nei giovani
di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi
Nicolaporro.it, 9 gennaio 2022


Abbiamo indicato in diversi articoli e nel nostro libro Stop Vax (con Nicola Trevisan) come la mortalità nel 2021 sia peggiorata in modo drammatico in Europa – secondo i dati EuroMoMo – tra chi lavora e tra i giovani. È migliorata solo tra gli ultra-ottantacinquenni, stabile tra 65 e 75 anni. Sotto i 65 anni un vero disastro. Questo non è un effetto del Covid-19 per due ragioni: i morti Covid sono al 96% sopra i 65 anni anche adesso e l’aumento dei morti totali è molto maggiore di quelli classificati Covid-19 sotto i 65 anni. Ieri è apparsa una conferma clamorosa di questo fenomeno.

Dagli Stati Uniti arriva infatti la notizia che il Ceo della compagnia assicurativa OneAmerica, Scott Davidson, ha detto che i tassi di mortalità attuali sono “i più alti mai visti nella storia di questo settore, e non solo alla OneAmerica”: sono saliti ora del 40% rispetto ai livelli pre-pandemia fra le persone in età lavorativa. Visto che OneAmerica gestisce polizze vita, questo dato è cruciale per la sua attività e gli attuari e gli statistici impiegati dalle assicurazioni sono molto motivati a stimare in modo corretto la mortalità perché è il loro business. Davidson ha aggiunto che non sono gli anziani a morire ma “principalmente le persone in età lavorativa, fra i 18 e i 64 anni”. “Tanto per darvi un’idea di quanto questo sia grave – ha dichiarato – una catastrofe da tre sigma, ossia una di quelle che avvengono una volta ogni 200 anni, comporterebbe un aumento del 10% rispetto al valore pre-pandemia, per cui il 40% è un valore inaudito”.

In altre parole, negli Stati Uniti in questo periodo c’è una mortalità eccezionale: qualcosa la sta causando e il Ceo Davidson non avanza ipotesi. Alle compagnie assicurative del ramo vita la causa della morte interessa poco: quello che conta è che l’assicurato sia deceduto e poi le stime della mortalità per aggiustare il costo dei premi. Davidson ha però dichiarato che nella maggior parte delle richieste di riscossione di premi per il caso morte, il decesso non viene classificato come “Covid-19”. “Quello che ci dicono i dati è che le morti che vengono segnalate come da Covid-19 sottostimano di gran lunga i decessi tra le persone in età lavorativa durante la pandemia. Sul loro certificato di morte non è scritto Covid-19 nella maggioranza dei casi, ma i morti sono aumentati in numero enorme.”

È evidente quindi che c’è un’altra causa di morte oltre il Covid-19 che produce questo drammatico e senza precedenti aumento di morti tra chi lavora e tra i giovani. Un +40% sono numeri da tempo di guerra e infatti Davidson dice che non li ha mai visti nella sua carriera (si tratta statisticamente di una deviazione di 3 volte oltre la media). Nel 2021 però c’è un fattore nuovo che potrebbe spiegare questa alta mortalità, oltre il Covid-19. Ed è la vaccinazione di massa. Anche questo dato combacerebbe con quelli che abbiamo citato dall’Osservatorio Europeo sulla Mortalità che indicano un record di mortalità per tutti quelli sotto i 65 anni nel 2021 e molto in eccesso del 2020.

Bisogna che i politici e i responsabili della politica sanitaria tolgano la testa dalla sabbia, smettano la propaganda a senso unico, introducendo persino l’obbligo vaccinale over 50, e rispondano al pubblico sul perché ci sono questi morti, che non sono morti dovuti alla malattia virale.

La bufala del Pd sulla fine della pandemia
L’esponente Dem confessa: il Partito democratico voleva il vaccino obbligatorio per tutti
di Claudio Romiti
Nicolaporro.it, 8 gennaio 2022


Intervistata da Sky Tg24, la Dem Debora Serracchiani, parlando a nome del suo partito, ha espresso una certa delusione per un obbligo vaccinale che non riguarda l’intera popolazione. Col tono eroico di chi ritiene di salvare il Paese da una calamità senza precedenti, queste le parole dell’attuale capogruppo alla Camera del Pd: “Siamo sempre stati favorevoli all’obbligo vaccinale (per tutti). Questa è stata la richiesta che abbiamo portato nell’ultimo Consiglio dei ministri. Poi siamo in una maggioranza molto larga; siamo in una maggioranza che non la pensa su alcuni temi allo stesso modo. C’è stata una resistenza, diciamo così, da parte soprattutto della Lega e, quindi, si è trovato un punto di mediazione. Questo punto di mediazione oggi ci dice che c’è una platea di circa 2 milioni e mezzo di non vaccinati (appartenenti agli under 50) che vengono, con l’utilizzo del super green pass, in qualche modo spinti, noi auspichiamo, alla vaccinazione. Che è poi quello che serve per superare una volta per tutte questa pandemia terribile”.

Ora, in primis, vorrei consigliare all’avvocatessa Serracchiani di usare le parole giuste, evitando di usare perifrasi eufemistiche onde addolcire l’amara pillola. Con il brutale metodo di un green pass per ogni cosa, senza il quale ci si trova di fatto in lockdown a tempo indeterminato, non si spingono le persone a vaccinarsi, bensì esse si prendono letteralmente per la gola con un vergognoso ricatto. In tal senso, così come hanno spesso sostenuto Massimo Cacciari e Giorgio Agamben, tale odioso strumento sul piano costituzionale appare ben peggiore dello stesso obbligo vaccinale.

Ma è sull’obiettivo dichiarato dalla Serracchiani, l’uscita dalla pandemia attraverso una vaccinazione di massa che non escluda nessuno, che casca fragorosamente l’asino sui cui essa è seduta.

Come si fa, infatti, a sostenere che senza renitenti al siero il virus sparirebbe dalla circolazione, dal momento che gli stessi sieri non ne impediscono affatto la circolazione, ma servono solo ad evitare le conseguenze gravi del Covid-19, e non sempre, a quella ristretta fascia di persone particolarmente fragili?

Di fatto circa il 90% della popolazione interessata ha già aderito alla campagna vaccinale prima dell’ulteriore stretta del governo, ma questo è ancora troppo poco per evitare la catastrofe sanitaria?  Quando poi avremmo superato il 95% di vaccinati, la Serracchiani & company ci diranno che per colpa di quel 5% di individui antisociali non possiamo ancora uscire da un incubo che essi stessi hanno contribuito ad ingigantire con una valanga di norme liberticide che definire confuse e contraddittorie è poco.

In realtà, ascoltando il breve intervento della Serracchiani, assolutamente in linea con le balle spaziali che molti suoi colleghi della maggioranza raccontano in ogni dove sulla pandemia, mi è venuto in mente un celebre episodio di un altrettanto celebre film di Totò, in cui il protagonista riesce con estrema facilità a vendere la Fontana di Trevi ad uno sprovveduto acquirente.

Ebbene sostenere che se tutti si vaccinano nessuno più, o quasi, si ammalerà a causa del coronavirus è una truffa paragonabile a quella realizzata in Tototruffa 62. L’unico problema, ahinoi, è che questa non è finzione, ma una allucinante realtà fatta di obblighi e divieti che di sanitario oramai hanno ben poco.

Postscriptum

Riassunto a cura di Vincenzo Dalli Cardillo:
«1. Il siero agisce sui sintomi del Sars-CoV-2 preservando per alcuni mesi.
2. Il siero non neutralizza il Sars-CoV-2 e non ne modifica la struttura (senno creerebbe varianti).
3. Il Sars-CoV-2 che entra ed esce dal corpo di un vaccinato è lo stesso che entra ed esce dal corpo di un non vaccinato.
4. Il siero protegge i vaccinati, per alcuni mesi, dai sintomi causati dal Sars-CoV-2 mentre, nella storia gli altri vaccini attaccavano l’agente patogeno (per questo serviva una sola inoculazione per la vita), mentre l’attuale siero ha bisogno di booster continui.
5. Il siero attuale è progettato per il Sars-CoV-2 originale ormai non più circolante (clinicamente morto).
6. Il siero attuale non è progettato per la variante Delta, nemmeno per la variante Omicron.
7. Il siero non agendo sul Sars-CoV-2 (non neutralizzato o modificato) rende infettivo il vaccinato tanto quanto un non vaccinato.
Miliardi spesi, tecnologie avanzate utilizzate, interessi di Stati, scienziati e ricercatori coinvolti sono stati capaci di creare solo un siero che copre per qualche mese, costringendo la gente a farsi inoculare a ciclo continuo fintanto che il Sars-CoV-2 con le sue varianti si indebolisca autonomamente o muoia in modo naturale.
Troppo poco direi se comparato agli sforzi profusi e che negli ultimi due anni di esperienze e ricerche nulla è cambiato inerentemente al siero (è ancora quello del dicembre 2020), forse perché devono finire le scorte già vendute.
Fortunatamente esistono anche altri rimedi, anticorpi monoclonali, plasma iperimmune, pillole anti-Covid-19 e soprattutto CURE DOMICILIARI PRECOCI».

«Già, peccato che molti medici che hanno curato fin da subito la malattia, siano stati sospesi e anche radiati… I casi sono due: mi ammalo e mi curo, oppure agisco in prevenzione e non mi ammalo. Meglio la seconda, ma se uso un presidio che mi fa ammalare tanto quanto gli altri, meglio aspettare di ammalarsi e curare la malattia in modo mirato. Io la penso così, ma vediamo che si vuole imporre un pensiero comune opposto, lascio fare in piena libertà, e pretendo analogo riguardo… » (F.d.Z.).

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