Anche senza la ‘Marcia’ a Savona si prega per la Pace
Nel messaggio per la LV Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio, ‘Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura’, papa Francesco ha scritto:
“Ogni dialogo sincero, pur non privo di una giusta e positiva dialettica, esige sempre una fiducia di base tra gli interlocutori. Di questa fiducia reciproca dobbiamo tornare a riappropriarci!.. Dialogare significa ascoltarsi, confrontarsi, accordarsi e camminare insieme. Favorire tutto questo tra le generazioni vuol dire dissodare il terreno duro e sterile del conflitto e dello scarto per coltivarvi i semi di una pace duratura e condivisa”.
Per Pax Christi il messaggio sottolinea l’importanza dei legami intergenerazionali per costruire un mondo di pace duratura e giusta, in particolare, l’importanza dell’educazione e del dialogo tra le generazioni: “Accogliamo questo messaggio tempestivo e rilevante per iniziare un nuovo anno. L’educazione e l’implementazione degli strumenti dei costruttori di pace, la pace stessa e la nonviolenza sono parte integrante della missione di Pax Christi International”.
Da questi basi prende avvio la 54° Marcia nazionale per la pace (annullata per precauzioni della normativa anti Covid), che avrebbe dovuto svolgersi a Savona nell’ultimo giorno dell’anno, organizzata, insieme alla diocesi di Savona-Noli, dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dall’Azione Cattolica Italiana, dalla Caritas italiana, e da Pax Christi, che sarà trasmessa da Tv2000 dalle ore 19.30 una veglia con testimonianze seguita alle ore 20.50 dalla celebrazione eucaristica.
Però l’appuntamento ci sarà ugualmente ed al vicario generale della diocesi di Savona, don Angelo Magnano, chiediamo di spiegarci in quale modo l’avvento del messaggero di pace può significare speranza: “Il messaggero di pace si riferisce a Gesù, che annuncia attraverso il Vangelo una Parola che risana; poi l’accoglienza dipende da chi ascolta il Vangelo. Anche la marcia della pace che facciamo è un piccolo segno che come cristiani cerchiamo di vivere la pace annunciata da Gesù. Ricordiamo che Gesù, almeno per noi, è il fondamento della vera pace”.
Su cosa si basa il dialogo tra generazioni?
“In questo messaggio il papa ha proprio messo in evidenza questo dialogo tra generazioni, mettendo proprio in evidenza il rapporto tra gli anziani, custodi della memoria, ed i giovani; questo non per ‘saltare’ la generazione adulta, ma per evidenziare l’importanza che il deposito della memoria, tramandata dagli anziani, possa essere fecondo per le nuove generazioni. Il papa insiste molto su tale rapporto ed è un bel messaggio di speranza.
Una delle tappe previste nella marcia della pace sarà dedicata alla Comunità di san Benedetto al Porto, fondata da don Gallo, e lì parleranno due persone di due generazioni diverse: una volontaria ‘storica’, che è in pensione, ed una giovane, che svolge il servizio civile, che possono trovare una profonda sintonia, come Elisabetta e Maria. E’ bello che il papa racconti questo nel messaggio”.
Perché il papa punta su lavoro ed istruzione per la costruzione della pace?
“Il lavoro è fondamentale per garantire un futuro di pace. Dove manca il lavoro o c’è sfruttamento, con tutti i rischi evidenziati dal papa, c’è il rischio delle tensioni sociali. Il messaggio insiste molto sul riconoscimento del diritto al lavoro per tutti ed all’accesso al lavoro. Attraverso le buone pratiche dell’accesso al lavoro passano le risorse della pace”.
A questo punto come si svolgerà la ‘marcia’ della pace?
“Non sarà più ‘marcia’ ma ‘giornata nazionale della pace’ e tutto si svolgerà in cattedrale, alla presenza di non più di 200 persone. Si inizierà alle ore 19,30 con una veglia ispirata al messaggio di papa Francesco per la 55° Giornata mondiale per la pace, che ha come tema ‘Educazione, lavoro, dialogo tra le generazioni: strumenti per edificare una pace duratura’, commentato da don Luigi Ciotti, fondatore del ‘Gruppo Abele’ e di ‘Libera’; da Renata Barberis, operatrice della Comunità di San Benedetto al porto di Genova; da Susanna Bernoldi, dirigente dell’Aifo (Associazione amici di Raoul Foullereau).
Terminata la veglia, intorno alle ore 20,50, inizierà la celebrazione eucaristica, concelebrata dal vescovo della diocesi, mons. Calogero Marino e da mons. Luigi Bettazzi vescovo emerito di Ivrea. Le offerte raccolte saranno destinate al progetto diocesano ‘La Scuola che sogniAMO’, ideato dalla Caritas diocesana, dall’Ufficio missioni e migrazioni e dall’Ufficio scolastico per aiutare l’integrazione dei giovani di origine straniera nel tessuto sociale e della scuola”.
(Tratto da Aci Stampa)