A Torino i fréres di Taizè invitano ad adorare la Sindone

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“La pandemia v’impedisce, ancora una volta di ritrovarvi in questa fine anno per il XLIV Incontro europeo dei giovani animato dalla Comunità di Taizé, come era previsto. Dovrete attendere il mese di luglio per recarvi a Torino e vivere nella gioia questo momento di fraternità.  Il Santo Padre prega a tal fine, ma sin da ora si unisce con il pensiero e la preghiera a voi tutti che siete presenti on line e vi porge i suoi più cordiali saluti”: così ha scritto (a nome di papa Francesco) il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, nel messaggio inviato per il 44° Incontro europeo dei giovani organizzato dalla Comunità di Taizé, in svolgimento a Torino.

Nel messaggio il papa ha invitato i giovani a diventare artigiani di pace, mettendosi all’ascolto della Parola di Dio: “Invece di cedere al disfattismo e di evitare queste domande, avete deciso di prenderle di petto, di cercare insieme, di pregare, di mettervi all’ascolto della Parola di Dio per lasciare che illumini le situazioni umane più complesse.

Non invano il libro degli Atti degli Apostoli precisa che il giorno di Pentecoste i discepoli ‘si trovavano tutti insieme’. E’ quando siamo insieme che lo Spirito di Dio soffia in modo particolare.

Con il Sinodo in corso, la Chiesa cattolica cerca, anch’essa, di rendersi più disponibile all’opera dello Spirito, invitando i discepoli di Cristo a scoprire quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri”.

Il papa ha sottolineato che Dio suscita sempre ‘creatori’: “Voi avete scelto di non distogliere i vostri sguardi dalla sofferenza umana e dalle evidenti urgenze del momento, ma di guardare queste realtà nella fiducia che vi è data di partecipare alle soluzioni.

Poiché, se i motivi di angoscia non mancano, è altrettanto vero che lo Spirito di Dio non smette di operare e di suscitare creatori di fraternità, di solidarietà, di unità. Aprendovi alla presenza di Cristo risorto e lasciando che unisca i vostri cuori, vi preparate ad esserlo”.

Nella lettera ai giovani riuniti a Torino ha scritto una lettera, invitando i giovani a diventare artigiani di unità: “Da un lato, l’umanità sta diventando sempre più consapevole di essere interconnessa e legata all’intera creazione. La pandemia ci ha fatto capire ancora una volta che siamo un’unica famiglia umana; sopportiamo certe difficoltà tutti insieme e solo insieme possiamo superarle.

D’altra parte, il mondo è sempre più polarizzato socialmente, politicamente ed eticamente; questo provoca nuove spaccature nelle società, tra paesi e persino all’interno delle famiglie. I cristiani non sono immuni da questi antagonismi. Tra le Chiese ed anche al loro interno, le differenze si induriscono e si trasformano in divisioni, proprio nel momento in cui la nostra testimonianza di pace, con tutta la nostra diversità, sarebbe vitale”.

Frére Alois ribadisce che la Chiesa è ‘luogo di amicizia’: “La Chiesa è chiamata ad essere luogo di amicizia per tutti. Per riuscirci è necessaria oggi una radicale conversione di fedeltà al messaggio evangelico. Cristo, con il suo amore che è arrivato fino al dono di sé, ha aperto una nuova sorgente che ci permette di scegliere di vivere come fratelli e sorelle, di promuovere la dignità di ogni essere umano, di prenderci cura del creato. Cristo ci chiede di essere, con la nostra comunione tra fratelli e sorelle, il segno che Lui è venuto a unire tutti gli esseri umani nell’amore di Dio”.

(Foto: diocesi di Torino)

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