Obbedienza e coscienza, alla presenza di leggi ingiuste, che vengono avvertite come atti di violenza. Cosa devono fare i Cattolici Romani?

Condividi su...

Condividiamo un contributo di Dott. Peter Kwasniewski pubblicato su Crisis Magazine del 24 dicembre 2021 [QUI] in riferimento ad una questione che diventa sempre più centrale – per i Cattolici Romani come per i cittadini – quella dell’obbedienza. Il rapporto con le leggi, ecclesiastiche o civili che siano, che vengono avvertite come ingiuste e, quindi, atti di violenza, ci mette di fronte a una scelta.

Dott. Kwasniewski propone alcune riflessioni sul tema, con un estratto dal suo libro True Obedience in the Church: A Guide to Discernment in Challenging Times [QUI] dal 20 decembre 2021 disponibile in Kindle Edition (Crisis Publications 2021) e in uscita in febbraio in forma cartaceo.

Il testo che segue – nella traduzione italiana a cura del blog Duc in altum [QUI] – offre un’analisi della rivoluzione attualmente in corso nella Chiesa Cattolica Romana e nel contempo formula un invito all’azione pratica per il clero e i laici Cattolici Romani.

Papa Benedetto XVI ha affermato la continua crescita e la perpetua validità della Messa Tradizionale, insistendo sul fatto che «ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso». Tuttavia, con l’uscita il 16 luglio 2021 di Traditionis custodes, il suo successore ha dichiarato esattamente il contrario, provocando scosse nella Chiesa Cattolica Romana, chiedendo la restrizione e l’eventuale soppressione della sua forma di culto più bella e venerabile; e quella che vive la più drammatica e appassionata crescita.

Cosa deve fare un Cattolico Romano coscienzioso? Nel suo libro fondamentale, il Dott. Peter Kwasniewski offre un trattato essenziale sull’obbedienza nella Chiesa Cattolica Romana, affrontando abilmente delle domande sulla questione:

  • Da dove deriva l’obbedienza e come deve essere compresa e vissuta correttamente e con prudenza?
  • Quali sono le linee guida di San Tommaso d’Aquino sull’argomento, quale tipo di obbedienza è necessario per la salvezza e quali tipi sono leciti e illegali?
  • Possono esserci situazioni in cui le consuete strutture di obbedienza diventano impedimenti, piuttosto che facilitatori, della missione della Chiesa Cattolica Romana e del bene delle anime?
  • Ci sono stati casi nella storia della Chiesa Cattolica Romana in cui sacerdoti fedeli hanno esercitato il loro ministero in violazione delle norme canoniche ordinarie?
  • Come dovrebbe rispondere il clero se la Messa Tradizionale gli viene proibita o se viene dichiarata “abrogata”?
  • Qual è il ruolo proprio della coscienza e in che modo le opinioni liberali e conservatrici su di essa sono carenti?
  • È mai lecito per gli individui seguire l’ideologia dell’Illuminismo ed essere la propria autorità?
  • Cosa si dovrebbe fare quando un superiore ordina di fare qualcosa che contravvenga alla legge di Dio?
  • Perché opporsi alla Liturgia Tradizionale equivale a opporsi all’opera dello Spirito Santo e nuocere al bene comune della Chiesa Cattolica Romana?
  • I Cattolici Romani sono tenuti a vivere in obbedienza cieca, anche in situazioni di anarchia o disfacimento, corruzione o apostasia?
  • I Cattolici Romani che si sforzano di preservare le credenze e le pratiche tradizionali possono mai essere denunciati in modo credibile come rivoluzionari disobbedienti?
  • Perché le leggi ingiuste sono atti di violenza?

Vera obbedienza contro rivoluzione nella Chiesa
di Peter Kwasniewski
Crisis Magazine, 24 dicembre 2021


Non è esagerato affermare che per i cattolici che cercano di agire rettamente davanti a Dio e agli uomini discernere la natura e i limiti della virtù dell’obbedienza sta diventando oggi la questione più critica.

Sia nella sfera civile sia in quella ecclesiastica, i cattolici affrontano crescenti pressioni per sottomettersi a sentenze o comandi che sono sempre più in contrasto con l’insegnamento della Scrittura, della Tradizione e persino della ragione naturale. Per quanto riguarda la Chiesa non si può trovare migliore esempio di un diktat così preoccupante di quello del motu proprio Traditionis custodes di Papa Francesco e dei Responsa ad dubia della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, che limitano l’accesso ai tradizionali riti sacramentali e vogliono la loro eventuale eliminazione dalla vita della Chiesa.

* * *

Il culto liturgico tradizionale della Chiesa, la sua lex orandi o legge della preghiera, è un’espressione fondamentale, normativa e immutabile della sua lex credendi o legge della fede, che non può essere contraddetta o abolita o pesantemente riscritta senza rifiutare la continuità guidata dallo Spirito della Chiesa Cattolica nel suo insieme.

La storia della Chiesa attesta che è stato ripetutamente provato che la Messa è proprio una tale professione di fede, come hanno dimostrato soprattutto le azioni di coloro che hanno cercato di minare tale fede. L’Enciclopedia cattolica è piuttosto chiara su questo punto:

«Non c’è bisogno di dire che la Messa… è la caratteristica centrale della religione cattolica. Durante la Riforma e sempre, la Messa è stata la prova. La parola dei Riformatori: “È la Messa che conta”, era vera. Gli insorti della Cornovaglia nel 1549 si sollevarono contro la nuova religione ed espressero tutta la loro causa nella richiesta di togliere il servizio di comunione con il libro di preghiere e di restaurare la vecchia Messa. La lunga persecuzione dei Cattolici in Inghilterra prese la forma pratica di leggi che erano principalmente contro il dire Messa; per secoli l’occupante del trono inglese fu obbligato a manifestare il suo protestantesimo non con una negazione generale dell’intero sistema del dogma cattolico, ma con un ripudio formale della dottrina della Transustanziazione e della Messa. Come l’unione con Roma è il legame tra i cattolici, così la nostra comune partecipazione a questo, il più venerabile rito della cristianità, è la testimonianza e la salvaguardia di quel legame» (Adrian Fortescue, Liturgy of the Mass).

Proprio per questo motivo, solo due gruppi di cattolici (o, dovrei dire, ex cattolici) hanno mai messo in discussione la lex orandi tradizionale: i protestanti, che la rifiutavano perché dissentivano apertamente dalla lex credendi che essa esprimeva, e i modernisti, che credevano che la lex credendi si evolve perpetuamente e deve evolversi, e quindi la lex orandi deve essere mutevole e malleabile per stare al suo passo.

Per lo stesso motivo, la tradizione cattolica riconosce, d’altronde, il solenne dovere del Papa nei confronti dell’immemorabile pratica liturgica della Chiesa. Secondo il famoso giuramento pontificio del Liber Diurnus Romanorum Pontificum, prontuario di formulari utilizzato dalla cancelleria pontificia alla fine del primo millennio, il Papa giurerà: «Manterrò inviolata la disciplina e il rito della Chiesa così come l’ho trovato e ricevuto tramandato dai miei predecessori». In uno dei suoi testi approvati, il Concilio di Costanza afferma: «Poiché il Romano Pontefice esercita un potere così grande tra i mortali, è giusto che sia legato tanto più dagli inoppugnabili vincoli della fede e dai riti che devono essere osservati riguardo ai Sacramenti della Chiesa».

Di moltissime autorità teologiche che potrebbero essere citate, basti ricordare Francisco Suárez, SI (1548-1617): «Se il Papa dà un ordine contrario ai giusti costumi, non si deve obbedirgli; se cerca di fare qualcosa di manifestamente contrario alla giustizia e al bene comune, sarebbe lecito resistergli; se attacca con la forza, potrebbe essere respinto con la forza, con la moderazione caratteristica di una buona difesa» (De Fide, disp. X, sez. VI, n. 16).

Suárez sostiene inoltre che il Papa potrebbe essere scismatico “se volesse sovvertire tutte le cerimonie ecclesiastiche fondate sulla tradizione apostolica” (De Caritate, disp. XII, sez. 1). È sempre legittimo per noi voler aderire a ciò che la Chiesa ha solennemente insegnato e praticato.

Già nel IV secolo Sant’Atanasio Magno poteva dire ai fedeli: «I nostri canoni e le nostre forme [Atanasio si riferisce alle consuetudini pubbliche della preghiera e del culto, la lex orandi]  infatti non sono stati dati oggi alle Chiese, ma ci sono stati sapientemente e sicuramente trasmessi dai nostri padri» (Lettera enciclica https://www.newadvent.org/fathers/2807.htm). Dovremmo essere scettici nei confronti delle novità che alcuni uomini di Chiesa desiderano aggiungere alla tradizione o con cui vorrebbero sostituirla, e dovremmo essere disposti a resistere se si cerca di eliminare la tradizione, che è indiscutibilmente parte essenziale e costitutiva del bene comune della Chiesa.

Non dobbiamo obbedienza a un’autorità ecclesiastica se agisce contro il bene comune della Chiesa.

I teologi cattolici sono unanimi nel sostenere che ciò è possibile – l’autorità ecclesiastica può effettivamente agire contro il bene comune – e, cosa ancora più importante, che i cattolici comuni sono in grado di riconoscere quando accade.

In Inghilterra molti Cattolici si rifiutarono di partecipare al nuovo rito protestante della Messa dell’Arcivescovo Cranmer, anche quando furono incoraggiati a farlo dal clero che preferì la strategia del compromesso con le forze eretiche che arrivarono al potere nel XVI secolo. Anche a costo di disagi e sanzioni, i devoti cattolici inglesi si rifiutarono di partecipare a quello che solo in seguito sarebbe stato chiamato il rito anglicano, e questo ben prima che qualsiasi direttiva da Roma affermasse che il nuovo servizio era «la progenie dello scisma, il segno dell’odio della Chiesa» e che parteciparvi era «gravemente peccaminoso» (v. William Lilly, England Since the Reformation https://www.newadvent.org/cathen/05445a.htm).

Proprio come i governanti secolari non hanno un’autorità che può prevaricare l’esercizio della ragione da parte di un cittadino e la voce della sua coscienza, così anche nel regno della grazia i governanti ecclesiastici non hanno un’autorità che possa semplicemente spegnere la ragione del credente ed eliminare la sua responsabilità davanti a Dio per amare il bene comune della Chiesa più di ogni bene personale di chiunque altro.

Il sensus fidelium è parte integrante dell’indefettibilità della Chiesa, che troppo spesso viene erroneamente interpretata come una sorta di qualità magisteriale dall’alto, solo della gerarchia, mentre in realtà è una dotazione divina fatta alla Chiesa proprio come entità corporativa. Ecco perché Newman ha potuto osservare che durante la crisi ariana del quarto secolo, «il dogma divino della divinità di Nostro Signore fu proclamato, imposto, mantenuto e (umanamente parlando) preservato, molto più dalla Ecclesia docta [la Chiesa insegnata] che dalla Ecclesia docens [la Chiesa docente]» e che «il corpo dell’episcopato era infedele al suo incarico, mentre il corpo dei laici era fedele al suo Battesimo» (Ariani del IV secolo, Nota 5).

Oggi un vero appello alla coscienza può e deve essere fatto dai Cattolici che vedono che i beni vitali vengono loro sottratti con violenza. Questo non è essere “progressisti”; è essere umani e Cristiani. È essere giustamente tradizionali, conoscendo e testimoniando il valore perenne di ciò che è stato amato e venerato prima di noi ed è stato sempre tramandato con incrollabile fedeltà.

Articoli precedenti sulla sciagura dell’ennesimo Motu proprio di Papa Francesco, dal titolo Traditionis custodes

Il Vescovo Athanasius Schneider: “Traditionis custodes” è norma violenta e ingiusta, non va applicata. I Cardinali avvertano il Papa dell’ingiustizia commessa – 24 dicembre 2021
– Padre Claude Barthe: “Nel nome del sensus fidelium, dobbiamo opporci alla Traditionis custodes e alla sua chiarificazione attraverso la non accoglienza, perché è una legge dottrinalmente ingiusta” – 18 dicembre 2021
– Il Cardinal Vicario di Roma emana norme per la severissima attuazione di Traditionis custodes. “Tempi duri per i fedeli romani e non solo”… La “mossa del cavallo” – 10 novembre 2021
– Dalla pace di Benedetto alla guerra di Francesco. Fedeli Cattolici rispondono al contestato Motu proprio Traditionis custodes – 1° novembre 2021
– Separare la realtà dalla fiction, il fatti dalla narrazione. La storia nascosta dietro il contestato Motu proprio Traditionis custodes. Il sondaggio dei Vescovi fu tradito o ignorato – 10 ottobre 2021
– Traditionis custodes. Lettera di fedeli legati alla Messa tradizionale ai cattolici di tutto il mondo, che dal Papa regnante attendono del pane anziché delle pietre – 10 settembre 2021
– Traditiones custodes: “Una nuova guerra liturgica nella Chiesa”. Intervista di Présent a Padre Claude Barthe. Ignorato il bene delle anime – 31 luglio 2021
– Traditionis custodes: un atto di debolezza – 28 luglio 2021
– “Dacci indietro la Messa”. Il 10° Pellegrinaggio internazionale Populus Summorum Pontificum – 17 luglio 2021
– Prendere il bosco. Traditionis custodes, Motu proprio umiliante, rigido e sciagurato: non c’è posto per la tradizione liturgica nella chiesa bergogliana. Il Concilio Vaticano II è la questione reale – 17 luglio 2021
– Con “Traditionis custodes” Papa Francesco tenta di ridurre drasticamente l’uso della Messa tridentina. Il testo del Motu proprio e della Lettera di accompagnamento – 17 luglio 2021

Free Webcam Girls
151.11.48.50