Ungheria: una Dichiarazione congiunta e la candidatura di Katalin Novák a Presidente della Repubblica

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Dall’Ungheria giungono notizie interessanti.

Il 9 dicembre 2021 14 comunità religiose ungheresi hanno reso pubblica una Dichiarazione congiunta, di certo molto significativa. Per tre motivi principali.

++++ AGGIORNAMENTO – 12 MARZO 2022:
osì Orbán, il “nemico” della parità di genere, ha dato all’Ungheria il primo presidente donna
Com’era previsto, Katalin Novák è il nuovo capo di Stato ungherese. Con 137 voti a favore su 193, è diventata così la prima donna a ricoprire questa carica nella storia del paese. Quarantaquattro anni, già ministro senza portafoglio degli Affari familiari e vicepresidente del partito al governo Fidesz, Novák non ha mai nascosto di essere una sostenitrice della famiglia tradizionale e di opporsi all’ideologia di genere. Ha quindi sostenuto la politica del premier Orbán a favore delle giovani coppie ungheresi, che prevede concreti aiuti e incentivi (Aldo Maria Valli). ++++

Il primo: nella storia del Paese il documento è una novità per quanto attiene ai firmatari.

Il secondo: ha dei contenuti “forti”, inequivocabili in un momento di trionfo in tante parti del mondo di un modello di individuo debole perché “fluido”.

Il terzo: la Dichiarazione è stata firmata in un contesto politico che si scaldando i motori per le prossime elezioni nazionali di aprile, in cui Viktor Orbán chiederà la riconferma come Primo ministro.

Ne riproduciamo il testo (che abbiamo la sensazione possa far venire l’orticaria ai solerti turiferari che imperversano sulla stampa cattofluida italiana):

«E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra!” (Gen 1,27-28). Nella posizione biblica – come ha sottolineato Papa Francesco anche durante la sua visita a Budapest – il sacramento del matrimonio si realizza tra un uomo e una donna. Anche nella tradizione ebraica l’approvazione del rapporto donna-uomo mediante il matrimonio è il fondamento della dignità umana. Noi, rappresentanti delle Chiese sottoscritte, cattolici, protestanti e ortodossi, nonché le comunità ebraiche, mentre ci prepariamo alle feste di Natale ed alla luce delle candele di Hanukkah, rispondendo inoltre alle questioni oggetto di dibattito sempre più intenso negli ultimi tempi, riconfermiamo il nostro impegno per i valori giudaico-cristiani del matrimonio, della famiglia e della dignità umana».

La Dichiarazione è stata sottoscritta dalla Conferenza Episcopale Ungherese, da riformati, evangelici, battisti, pentecostali, metodisti, ortodossi serbi, Esarcato Ortodosso di Ungheria (affiliato al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli), Diocesi della Chiesa Ortodossa Russa (Patriarcato di Mosca), Associazione delle Comunità Ebraiche di Ungheria, Comunità Israeliane Unite di Ungheria.

In sintesi: hanno firmato – al più alto livello – cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei.

La lettura della Dichiarazione congiunta è consigliabile, oltre che agli europarlamentari di Brussel impegnati in una lotta senza quartiere a quel cattivone di Orbán e ai turiferari cattofluidi di cui sopra, anche al principale sfidante dello stesso nelle prossime elezioni politiche della primavera 2022: il candidato dell’opposizione unita (sinistra insieme con l’estrema destra) Patrick Marki-Zay. Perché? Lo sfidante di Orbán è definito “cattolico, conservatore” in un servizio Agensir del 10 dicembre 2021 [QUI] a firma della cattofluida Sarah Numico, già presidente della Fuci e collaboratrice tra l’altro anche di Jesus e di Credere. Curioso, molto curioso è però che tale qualifica si accompagni, nello stesso articolo, alla notizia che Marki-Zay ”è favorevole al matrimonio tra le persone dello stesso sesso” (la ex-Presidente della Federazione nazionale cattolica italiana scrive disinvoltamente di “matrimonio”, senza virgolette… che sia sinodalmente già tedesca?).

Intanto il 21 dicembre 2021 Viktor Orbán ha annunciato che il suo partito, Fidesz, proporrà il Ministro della Famiglia, Katalin Novák (foto di copertina) come prossima Presidente della Repubblica. La quarantaquattrenne politica è molto conosciuta per la coerenza, il vigore e la continuità della sua azione legislativa nel difendere e promuovere la famiglia e la natalità (è stata ospite anche del Congresso di Verona di fine marzo 2019). Per questo la sua candidatura a Presidente della Repubblica è altamente simbolica delle politiche ungheresi nell’ambito dei “valori non negoziabili”.

Il 13 marzo 2022 scadrà il secondo mandato quinquennale del Presidente attuale Janos Áder. il Parlamento eleggerà a fine gennaio il suo successore. Richiesta la maggioranza dei due terzi, già “coperta” da Fidesz. È quindi facile prevedere una vittoria per Katalin Novák, che dovrebbe essere il primo Capo di Stato ungherese donna dai tempi di Maria Teresa d’Austria. E anche la prima protestante dopo i Presidenti, tutti cattolici, eletti dal crollo del regime comunista.

Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’autore sul suo sito Rossoporpora.org [QUI].

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