Kerygma, l’educazione religiosa con il ‘Gioco degli Apostoli’

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Si chiama ‘Kerygma!’ ed è il prototipo di un gioco, non ancora in produzione, presentato al ‘Lucca Comics& Games’, il festival del fumetto e del gioco, che si  ispira alla narrazione degli Atti degli Apostoli ed è stato creato in collaborazione con l’arcidiocesi di Lucca, Lucca Crea e dV Giochi, da un’idea di Mauro Granducci:

“Volevo fare la mia parte per far conoscere il Vangelo e so che questa è una piccola parte, quasi un dettaglio. Ma Dio ha cura anche dei dettagli, no? Mi piacerebbe che questo progetto potesse rimanere aperto, magari attraverso una pagina social che raccolga i consigli delle comunità di giocatori che lo hanno provato, con suggerimenti di modifiche per eventuali edizioni future di Kerygma”.

L’idea di fondo, oltre all’aspetto ecumenico che ‘Kerygma!’ preserva, è quella di “valorizzare il gioco come strumento aggregativo ed educativo… Il nostro desiderio è che i giovani e meno giovani possano avvicinarsi con spinta ludica e con la curiosità dell’indagine storica a un’esperienza che può aprire finestre sulla spiritualità.

Sono convinto che il gioco sia una cosa seria, sia interazione tra persone e comprensione di ambienti diversi dal proprio. A tutte le età è possibile crescere attraverso il gioco”, come ha spiegato l’arcivescovo di Lucca, mons. Paolo Giulietti.

Infatti ‘Kerigma!’ è un gioco da tavolo che fa rivivere la nascita e lo sviluppo delle prime comunità cristiane e offre un approccio divertente agli episodi così come narrati dal libro degli Atti degli Apostoli e nelle Lettere del Nuovo Testamento.

Inoltre il gioco attiverà meccanismi di competizione tra giocatori che avranno l’obiettivo di predicare il Vangelo, diffondendo più e prima degli altri il messaggio cristiano nelle città e nelle regioni attorno al Mediterraneo, rappresentato su un tabellone, su cui si muoveranno le pedine. E’ stato anche studiato un corposo elenco di avvenimenti, tratti dalla Bibbia e dalle fonti storiche, per creare situazioni divertenti e occasioni di riflessione.

All’editore del gioco, Domenico Di Giorgio, ed al game designer, Luigi Ferrini, abbiamo chiesto di raccontarci come è nato il progetto di Kerygma. Ce lo ha spiegato Domenico Di Giorgio: “All’inizio di marzo 2020 gli amici di LuccaCrea mi hanno contattato per chiedermi la disponibilità a un esperimento creativo sul gioco, legato alla loro collaborazione con la Curia di Lucca: sono anni che con loro discutiamo sull’importanza della crescita del ‘prestigio sociale’ del gioco, e della necessità di portare questo stupendo strumento anche in ambiti diversi da quello di noi appassionati, e quindi l’idea mi è subito piaciuta.

Inoltre, ho una lunga storia di attività parrocchiale (suono nella mia parrocchia a Civitavecchia da oltre 40 anni!), e l’idea di lavorare su un gioco ‘biblico’, incentrato sugli Atti degli Apostoli, mi sembrava davvero interessante. Sono andato a incontrare il team di LuccaCrea e l’arcivescovo subito prima del lockdown, e la riunione con loro è diventata subito operativa, ho trovato interlocutori appassionati e informati, e siamo usciti dall’incontro con tante indicazioni su quello che avremmo dovuto costruire, e tante idee su come arrivarci, inclusa quella di coinvolgere Luigi Ferrini, che oltre a essere un carissimo amico e un grande autore di giochi, ha anche lui esperienza di animazione parrocchiale… dopo di che, pochi giorni dopo è cambiato tutto, e ‘Kerygma’ è diventato il nostro compagno durante il lockdown e oltre, con un percorso di crescita che ha visto tante fasi di sviluppo, con una stratificazione di idee che secondo me si percepisce molto nel regolamento, e che ora è stata anche valorizzata dalla bellissima grafica curata da Andrea Guerrieri”.

Invece Luigi Ferrini ci ha spiegato in quale modo far appassionare i giovani al Vangelo attraverso il gioco: “Secondo molti pedagogisti, il gioco non solo è un ottimo strumento per la veicolazione di contenuti, ma è proprio l’unica strada che il nostro cervello conosce per ottenere un reale apprendimento. Per sua natura infatti il gioco è una attività libera che porta all’interazione sociale attraverso condivisione e rispetto delle regole; la sua natura di attività ‘separata’ dal reale favorisce una relazione senza barriere e totalmente inclusiva. Non a caso si usa l’espressione ‘mettersi in gioco’ per esprimere la difficoltà di riprodurre nella vita reale quegli atteggiamenti di coraggio e temerarietà che nella realtà simulata del gioco sono invece scontati e spontanei. Educare al gioco e attraverso il gioco è dunque educare all’umanità e alla relazione”.

Perché è un gioco ecumenico ed educativo?

“Ci siamo ben guardati dal realizzare un ‘gioco educativo’ in senso stretto, categoria di prodotti che spesso vengono percepiti come poco divertenti e in qualche modo ‘obbligatori’, il che va contro la natura stessa del gioco come attività ‘libera’. Trovando in questo totale sintonia di pensiero con la Curia, abbiamo voluto invece realizzare un gioco la cui fruizione fosse davvero libera: si gioca per il gusto di divertirsi, non per imparare qualcosa. Poi, giocando si apprende: sia a stare insieme, sia in quanto a nozioni. Ma è un ‘effetto collaterale’ del fatto che si sta giocando per il piacere di farlo”.

A grandi linee come si struttura il gioco?

“I giocatori (da 2 a 12, suddivisi in squadre) impersonano quelli che oggi potremmo definire come ‘membri dello staff’ di un Apostolo e che lo seguiranno durante la sua predicazione. Il gioco è competitivo ma il fine è comune ed è quello dell’evangelizzazione delle città riprodotte sulla mappa, che raffigura il bacino del Mediterraneo. Sarà premiata la squadra che avrà maggiormente contribuito a diffondere il Vangelo, competendo con gli altri giocatori e al contempo fronteggiando tutta una serie di eventi, storicamente accurati e modellati sugli eventi reali del primo secolo dopo Cristo”.

Infine a Domenico Di Giorgio abbiamo chiesto di dirci a chi è rivolto: “Tra i requisiti di partenza c’era il vincolo a rendere il gioco adatto a gruppi di 10 giocatori e più, e sufficientemente profondo strategicamente da poter reggere partite ripetute e addirittura tornei: ‘Kerygma’ è per questo stato realizzato pensando a un pubblico di adolescenti, diciamo da 12-13 anni in su, per poter risultare divertente anche al pubblico degli adulti”.

(Tratto da Aci Stampa)

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