4^ domenica di Avvento: il presepe è pronto

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Mentre la solennità del Natale è imminente e già è iniziata la novena, la Liturgia cambia il protagonista: non è più Giovanni Battista, ma Maria (non può sussistere un Presepe senza Maria).

Il brano del vangelo inizia presentando l’incontro di due donne, dalle quali si evince la debolezza dell’uomo e la magnificenza dell’Altissimo; due donne che determinano solo stupore: l’Una Vergine, l’altra ufficialmente sterile; entrambe già mamme in attesa ciascuna di un bimbo.

L’arcangelo Gabriele aveva annunciato a Maria: Tua cugina Elisabetta, la donna che tutti dicevano ‘sterile’ è al sesto mese di gravidanza: nulla è impossibile a Dio. Partito l’arcangelo, Maria si preoccupa di incontrare subito la cugina perché quando interviene Dio e parla, c’è un progetto divino e all’uomo non resta che dire il suo ‘eccomi’, pronto ad intraprendere il progetto divino ed adempierlo con piena responsabilità.

‘Age quod agis’, fai bene quello che fai e Dio allora compie il suo miracolo di amore; Dio interviene per completare l’opera intrapresa. Chi sa rispondere ‘eccomi’, si ritrova sempre nella via tracciata da Dio, che è amore, servizio, condivisione.

La Liturgia, ormai quasi alla vigilia del Natale, non poteva non presentare la protagonista del presepe, la Donna benedetta che con il suo ‘eccomi’ all’Angelo è diventata la madre del Figlio, coeterno con il Padre; Ella ha consacrato così se stessa come ‘ancella del Signore’ contribuendo all’opera della redenzione. 

La grandezza di Maria sta nella sua umiltà e santità che la pone come la nuova Eva dell’umanità redenta da Cristo. La cugina Elisabetta giustamente le va incontro esclamando ‘benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo’.

Maria, consapevole di quanto Dio ha operato in lei, intona il ‘magnificat’: l’anima mia magnifica il Signore perché Dio ha guardato l’umiltà della sua serva. Maria non inneggia alla sua virtù di donna umile quanto alla grandezza singolare di Dio che ha creato l’uomo, sintesi mirabile  di tutta l’opera creativa, e difende l’uomo, questo suo capolavoro, realizzando la promessa di un Salvatore e ‘il Verbo si fece carne’.

Così al peccato di Eva: superbia ed orgoglio, si contrappone l’umiltà di Maria: l’umiltà è verità, è presa di coscienza che tutto quello che siamo ed abbiamo è dono di Dio e a Dio va la lode e la gloria. Per la sua umiltà Maria è prescelta da Dio a madre del Verbo incarnato  e a Signora del cielo e della terra.

Spinta dalla forza dello Spirito Santo, Maria evidenzia che vivere è amare, amare è servire  e, senza indugio, corre dalla cugina Elisabetta, si mette quasi al suo servizio perché la cugina è sola, è in età avanzata, ha bisogno di assistenza. Dio premia la sollecitudine di Maria e nella casa di Elisabetta si verifica una vera pentecoste: il bambino che Elisabetta porta nel grembo sussulta di gioia, ripieno della potenza dello Spirito Santo.

La visita ad Elisabetta è una anticipazione di quello che avverrà il giorno della pentecoste sugli Apostoli e la Chiesa nascente. Elisabetta profetizza: a che debbo che la madre del mio Signore venga a me?  A Maria non resta che innalzare l’inno di gioia e di lode a Dio, grande e misericordioso.

Il Magnificat ci parla solo di Dio, del suo agire, del suo stile divino: Egli disperde i superbi, ha rovesciato i potenti, ha rimandato a mani vuote i ricchi ; Dio è proprio quel padre amorevole che Gesù ci mostrerà con la parabola del buon Pastore che non abbandona la pecorella smarrita, che abbraccia il figliuolo prodigo che ritorna alla casa paterna; è il Padre sempre pronto a perdonare non sette volte ma settanta volte sette.

Il Natale ci parla solo di ubbidienza ed amore; ci insegna che non si può essere cristiani, seguire Cristo se non impariamo ad uscire fuori  dal gretto egoismo e ad abbracciare  il fratello che tende la mani, che alza le braccia ed ha bisogno di amore e amore concreto.

E’ Natale se, come Maria, sai dire il tuo ‘eccomi’ al Signore; è Natale se vivi con responsabilità e nella gioia il tuo ruolo in famiglia e nella società; è Natale se impari ad andare incontro a Gesù con una parola di conforto, di condivisione, di amore. Da Maria impariamo ad accogliere   la Parola di Dio e a viverla nel quotidiano.

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